A cura di Nenella Impiglia Curzi

 

Nenella Impiglia Curzi

Con l’inizio del nuovo anno, la moda “apre i battenti” volgendo l’occhio all’abbigliamento maschile. Dal 12 al 15 gennaio, infatti, torna la manifestazione Pitti Immagine Uomo a Firenze, per presentare le prossime collezioni autunno/inverno, ma dopo la stagione fredda e con il desiderio del caldo, la nostra curiosità per ora è rivolta alla imminente primavera e alle nuove tendenze moda maschili.

Per quanto riguarda i colori, insieme ai classici come il nero ed il grigio, anche per l’estate ecco spuntare tonalità più accese come il rosso, dal più chiaro al più scuro o tendente all’arancio. Tinte forti come il turchese, cobalto, blu, verde in varie tonalità, dal fango fino al giallo. Tuttavia, sempre attuale ed indiscutibile resta il fascino naturale ed autentico delle nuances della terra: i toni del marrone si alternano a quelli dei beige, kaki, crema, panna, fino al bianco.

La natura è fonte di ispirazione anche per le stampe e i disegni: fantasie floreali con richiami orientali che si mescolano a quelli occidentali. Contrasti arditi di colore, tinte neutre abbinate a tonalità flash.

Una novità sono le trasparenze, che giocano con differenti strati di tessuto; il risultato è un contrasto di forme e di colori. Anche nella scelta dei tessuti la parola d’ordine è sperimentazione e naturalità: canapa, seta lavata, lini e cotoni stropicciati.

Un grande ritorno per la prossima primavera/estate sarà quello dei jeans, modello “baggy-style”, dall’effetto trascurato, sdrucito; tornato di gran moda anche il total look jeans: giubbotti o giacche quasi sartoriali in denim. Tutti i pantaloni si accorciano; l’orlo si sposta in alto, lasciando le caviglie scoperte.

Grandi protagonisti saranno anche i bermuda, nati per fornire una soluzione al divieto imposto da una legge locale alle donne dell’arcipelago britannico (da cui prendono il nome) di mostrare le gambe completamente nude. Poco dopo entreranno anche nel vestiario maschile. L’esercito britannico li utilizzò per gli spostamenti in zone tropicali o nel deserto ed attualmente essi sono ancora parte della divisa della Royal Navy.
Come per i jeans, assumono un aspetto più formale se abbinati a blazer o camicie, anch’esse must di stagione: neo guru, trasparenti, con ricami, stampate optical, a fiori o total white.

Capo di abbigliamento simbolo d’eleganza, ma anche di funzionalità, la camicia da secoli caratterizza e accompagna la vita dell’uomo. Nata col nome di “subucula”, aveva all’inizio la funzione della moderna biancheria intima. Indossata da imperatori, potenti o gente comune, assume, col passare degli anni, ruoli e significati diversi: bianca, senza collo e con le maniche larghe per i pittori; bianca e spesso senza manica destra per i duelli di spada o ben nascosta sotto la giacca per quelli con la pistola.

Nel 1500 il vero protagonista è il colletto: piccolo e piatto, definito “à l’italienne” dai francesi, quello con forma e nome di “lattuga”, o con la “gorgiera”, che richiedeva un enorme dispendio di stoffa, fino a 11m.
Nel 1843 nasce a Montevideo la storica camicia rossa dei garibaldini.

E’ il cinema americano, poi, nel XX secolo a rendere famosi alcuni tipi di camicie: candide, con maniche importanti quelle indossate da Rodolfo Valentino; stile “Oxford” da Humphrey Bogart;country-western da John Wayne o hawaiana sfoggiata da Tom Selleck in “Magnum P.I.” negli anni ’80.

Dopo questo breve excursus storico, possiamo constatare come, nonostante il passare degli anni, questo insostituibile capo d’abbigliamento sia sempre attuale, indossato e amato con la stessa immutata passione.

Dunque, ricordando un vecchio spot televisivo…Buona camicia a tutti!