A cura di Nenella Impiglia Curzi
Ancora non è arrivato l’autunno ma, già da alcuni giorni, le vetrine dei negozi “indossano” i capi della stagione che è alle porte. Naturalmente è la curiosità per i nuovi trend che ci spinge a sbirciare, più che la necessità, dato che, per ora, basta un golf di lana leggera a proteggerci dalle folate di vento più fresche. Ma proprio la lana sarà il must del prossimo inverno: maglioni, abiti, spolverini, stole, cappelli, guanti e persino borse. Saremo completamente avvolte in caldi maglioni a fantasie jacquard o lapponi, a trecce, rasati o lavorati all’uncinetto, tornato di gran moda e affascinante anche perché frutto di manualità, maestria e pazienza.
“Lavorare all’uncinetto è come scolpire corpi con la lana, il filo ed i colori” ha spiegato Fabrizia Frau, romana, una delle nostre artigiane più conosciute ed apprezzate, “è femminile, emozionante perché da un semplice bastoncino possono nascere capolavori”.
Trendy anche il total look-lana da indossare a strati. Un tripudio di colori: caldi, sfumati, bianco, nero, grigio (sempre elegante), tortora, cammello, verde, beige e sabbia. Ma, oltre all’indispensabile golfino di lana, per godere degli ultimi giorni dell’estate, nelle giornate più umide, molto utile può essere un leggero foulard (da portare comunque sempre in borsa), tornato da qualche anno ad essere un must per ogni donna e molto versatile da utilizzare: originale cintura, turbante, fascia per capelli o bandana, pareo o top.
Accessorio bon ton e chic, soprattutto negli anni ’60, indossato da donne-mito come Grace Kelly o Jacqueline Kennedy, Catherine Deneuve e così importante per l’affascinante Audrey Hepburn da usarlo per il suo secondo matrimonio al posto del velo e scriverci il menù in occasione delle sue prime nozze, richiama invece nel nome la tipica usanza contadina di pigiare l’uva: la follatura. La sua etimologia deriva, appunto, dal provenzale foulat, da foular, follare.
Un tipo di foulard che da anni imperversa sia nelle strade di piccole città, che in quelle delle grandi metropoli, è la kefiah, molto trendy nelle ultime stagioni. Di origine palestinese, negli anni ’30 diventa un simbolo del patriottismo nazionalista, grazie alla sua associazione alle aree rurali, in contrapposizione al fez indossato nelle zone urbane. Sin dallo scoppio della prima intifada e dell’opposizione di Hamas all’O.L.P., i colori delle kefieh sono collegati alle simpatie politiche dei palestinesi: bianco e nero è associato all’O.L.P. ed Al-Fatah, movimenti socialisti; bianco e rosso al fronte popolare per la liberazione e adottato da movimenti marxisti come il F.P.L.P..
C’è dunque chi la indossa per lanciare un messaggio politico o di solidarietà, ma la maggior parte dei suoi estimatori la apprezza esclusivamente per il suo stile etnico, folk e per le sue qualità estetiche, che seguono i colori e le tendenze moda.
Il foulard è considerato da molti stilisti l’accessorio per eccellenza, un passe-partout, in grado di rendere sofisticata, raffinata o casual, particolare e unica anche la mise più opaca e anonima.