A cura di Marco Loriga
La sua filosofia è quella del togliere mai dell’aggiungere…Perché orpelli, stravaganze o inutili frivolezze non sono il diktat del suo stile che invece sempre e solo essenziale, lineare e mai artefatto, è diventato ormai un must internazionale. Perché Chicca Lualdi è prima di tutto una raffinata nomade di lusso worldwide che in perenne movimento tra Parigi, New York e St. Barth, coglie spunti, sensazioni ed ispirazioni per la sua collezione BEE QUEEN by Chicca Lualdi che la stilista ha presentato a Settembre durante la settimana della moda milanese.
Un successo degli outfit che in passerella sulla musica sperimentale e microhouse curata dal sound designer Marco Bastianon, hanno delineato quell’aspetto cosi mood-conceptual che tanto caratterizza l’eleganza della stilista.
Ricerca, minimalismo, essenzialità… Sono principalmente tre i concetti sui quali i suoi abiti prendono forma. Ci racconta come nasce una sua collezione, ma soprattutto come sviluppa in un outfit la sua ispirazione e il mood di quella stagione? Non esiste un percorso fisso, l’ispirazione arriva dallo spirito di osservazione e dalla curiosità. Credo sia molto soggettivo per ogni creativo, è una sorta di sensibilità che ti fa attrarre l’attenzione su elementi che ti circondano ogni giorno: dall’architettura , dalla sfumatura di un fiore, dall’accostamento cromatico in un dipinto… anche il punto di partenza di un mood come dice la parola stessa per me parte da un approccio istintivo, che poi si fonde con i tessuti e lo studio di linee e dettagli. I tessuti ed i colori sono infatti la base di partenza per la costruzione di un “nuovo racconto”… quello che sarà la futura collezione.
Perché questo suo amore per l’essenziale, il concettuale, anche in un’epoca dove a volte il minimalismo anche nella moda sta lasciando spazio sempre piu’ ad orpelli e fronzoli diventando a volte massimalismo? L’amore per la “pulizia e semplicità ”parte prima di tutto dalla visione del tipo di donna che io vorrei vestire e da quelli che sono stati i miei riferimenti stilistici. Ogni creativo ha dei riferimenti propri e come l’espressione della sua sensibilità alla moda e in modo più profondo del suo approccio al “Mondo”, esprime la personalità dell’artista… Il mio è un mondo semplice, non artefatto , è fatto di sostanza più che di apparenza, di tessuti belli, piacevoli al tatto, di costruzioni e vestibilità studiate… Mi piace dedicarmi alla ricerca di dettaglio… che prevede una certo sforzo
creativo, ed una certa dedizione nella realizzazione del capo. Non amo in generale l’ostentanzione e l’esibizionismo, che trovo volgare… sono attratta dal bello understated e dalla purezza. Quando un tessuto è bello… non ha bisogno di essere “sovracaricato”… ma semmai solo valorizzato dalla costruzione per apprezzarne il valore. Vorrei esprimere una modernità che parte dall’essenza di una femminilità understated, che punta ad una estetica ad alta intensità e rifugge ogni esibizionismo.Il tentativo di proporre una moda immediata, di facile interpretazione, portabile ma
pur sempre sofisticata e non priva di dettaglio e creatività .
Qual è il mood della sua donna per la Primavera-Estate 2011 ? Per la collezione P-E 2011 ho presentato il tema della scomposizione che crea geometrie ricomposte in equilibrio, ora nella seta Habutai tagliata a piccolissimi frammenti diagonali poi ricomposti in una geometria a “mattonella”, ora nell’organza composta con la seta per creare di nuovo giochi di geometrie in pieni/vuoti, leggere trasparenze come architetture… nel gioco di scomporre e ricomporre con un sapiente lavoro sartoriale creando geometrie leggere. Il lino viene intercalato con l’organza, per definire tagli e dettagli di cappottini, giacche ed abitini… la pelle superfluida effetto silk è trattata emprimè per richiamare la trama del lino. Filati in lino spalmati effetto gloss, e lavorati molto aperti al fine di renderli fluidi.