di Erica Maglio
“Vuoi darmi la borsetta tesoro? Lettere del genere non si possono leggere senza rossetto!” (Audrey Hepburn “Breakfast at Tiffany’s“)
Romantici davanti allo schermo, munitevi di fazzoletto (e di rossetto) ed entrate, anche solo per un istante, nella favola che sto per raccontarvi…
C’era una volta… una giovane ragazza che, scesa da un taxi in una desolata e addormentata Manhattan, vestita di tutto punto, osservava sognante la vetrina della sua gioielleria preferita tenendo in mano una brioche ed un caffè. Qualcuno avrà già capito, qualcun altro no… la ragazza di cui parlo è la splendida Audrey Hepburn, avvolta in un tubino nero Givenchy (andato all’asta da Christie’s per la modica cifra di 467.200 sterline) con chignon, occhialoni scuri e un fascio di perle intorno al collo. Interpreta la vita di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany” una ragazza eccentrica, ingenua e mondana, così diversa da lei, ma che le fece toccare il successo con un dito.
La vita di Holly è segnata dai debiti, una pesante crisi economica la costringe “a fare la toeletta” d’alto borgo (come definisce nel film il lavoro da prostituta) a frequentare la mondanità, a mercificare il proprio corpo per 50 miseri dollari, a bere whisky a volontà e a non “appartenere” a nessuno. Sogna infatti di sposare un uomo ricco che le possa regalare i gioielli Tiffany, che lei tanto adora, e di trovare un posto nel mondo che le “vada a genio“.
“Io vado pazza per Tiffany, specie in quei giorni in cui mi vengono le paturnie. Le paturnie sono orribili è come un’improvvisa paura di non-si-sa che. Bhè in questi casi mi resta solo una cosa da fare: prendere un tassì e correre da Tiffany è un posto che mi calma subito. Quel silenzio e quell’aria solenne… lì non può accaderti niente di brutto“.
Poi arriva lui, l’affascinante Paul Varjak (George Peppard), irrompe nella vita di Holly e le fa scoprire l’amore con la A maiuscola. Il loro primo incontro è del tutto casuale, lui è uno scrittore che bussa alla porta di Holly per fare una telefonata.