Donne aristocratiche, caratterizzate da shape minimali dove ad essere protagonista è il colore. Quello assoluto, in tinta unita o nelle sue fantasie esotiche e orientaleggianti. Gucci guarda agli anni Sessanta e Settanta in una collezione di linee pure, di tratti precisi e affilati.
“Son ritratti di donne aristocratiche – spiega Frida Giannini – che sprigionano un’allure con un’estetica pulita, precisa, definita”. Aristocrazia pura dunque, dai colori accesi ma non urlati dove si fondono purismo e accenti di sensualità. Apparentemente severi, gli abiti corti egg shape o super lunghi, le bluse a collo alto da portare con i pantaloni morbidi, svelano sensualmente la pelle con tagli netti e decisi che ricordano l’arte di Lucio Fontana.
Delicatezza assoluta nelle stratificazioni di gazare per onde di voulant che disegnano gli scolli e maniche a calice nei cocktail dress con nuance che virano dall’azalea squillante al giallo sidro acidulato sino al blu elettrico. Gli abiti da sera diventano sculture oniriche dove l’organza si mescola al tulle ricamato in una rete geometrica.
Gucci riprende gli abiti a colonna e reinventa i completi effetto pijiama con un tocco di orientalismo, nelle stampe con anemoni e nel print pitonato stampato su una delicata fibra di carta giapponese. Gli accessori amano la vernice! Unicum visivo per borse a tracolla con horsebit e cluttch in plexiglas, sandali a gabbia dalla cavigliera decorata con il morsetto. I collier sono veri o trompe l’oeil, con applicazioni di corallo e turchesi per un effetto super shining. M.C.