Il tema non è nuovo. Anzì è anche piuttosto vecchio. Eppure non è mai stato così attuale. Ogni giorno migliaia di donne muoiono, vittime di violenze.
Oggi anche Maria Grazia Severi ha deciso di alzare la voce e gridare “No alla violenza sulle donne!” E lo fa anche attraverso una capsule collection dall’identità forte. Una capsule disegnata da sua figlia Francesca Severi assieme ad un volto molto noto del cinema: Maria Grazia Cucinotta.
Maria Grazia Cucinotta |
Non solo attrice eccellente, la Cucinotta è da anni ambasciatrice dell’Associazione Pangea. Un progetto di donne, quindi, e per le donne. Il risultato sono ben 10 pezzi unici per la prossima Primavera-Estate 2014 caratterizzati da una stampa animalier ultra femminile.
“Un Made in Italy per esaltare la femminilità che non deve essere mortificata per paura della violenza, ma al contrario amplificata e portata con orgoglio per eliminare ogni pregiudizio” spiega Francesca Severi.
Durante il nostro incontro, Maria Grazia Cucinotta ci spiega anche l’importanza di essere donna “a tutto tondo”. Non solo donne, ma anche mamme che devono anche crescere i propri figli con certi valori che includono il rispetto e la considerazione per la donna. Parte del ricavato di questa capsule sarà devoluto a Pangea, associazione onlus laica e apolitica che opera tra Italia, India e Afghanistan per la promozione dei diritti umani a partire di quelli delle donne.
Fondata nel 2002 da Luca Lo Presti, Pangea realizza programmi di sviluppo, fornisce istruzione, educazione, assistenza igienico sanitaria e infine promuove anche la formazione professionale per favorire l’emancipazione delle donne, nonché la loro partecipazione attiva alla vita della communità. Mai più marginali né dimenticate.
Maria Grazia Cucinotta insieme a Maria Grazia e Francesca Severi |
Maria Grazia Cucinotta, che ha messo il cuore in questo progetto, sarà inoltre tra i protagonisti il 25 novembre alla sede delle Nazioni Unite di New York. In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulla donna, sarà la voce narrante dei monologhi sul femminicidio firmati da Serena Dandini “Ferita a Morte“. E.L.
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