Sono i designer del “too much” all’inverso. Perché per loro il dettaglio è solo un punto di partenza da sfoltire. Sfoltire estremamente, giocando di sottrazione. Via allora tutto il superfluo, quell’ “in più” che non quadra, per dare risalto invece – e salta fuori il too much all’inverso – a quel qualcosa che rende speciale il capo… Hanno l’occhio lungo Massimo Noli e Nicola Frau ovvero il duo stilistico Quattromani.
Lungimiranti nello stile e determinati come i sardi sanno essere. Tant’è che sono già nominati tra i nuovi talenti del nuovo Made in Italy dopo essere stati già finalisti nel 2013 al “Who is on Next”, il progetto di scouting di Alta Roma in collaborazione con Vogue Italia, con tanto di menzione speciale proprio per la forza e l’impatto in passerella dei loro capi. Questa settimana li ho incontrati per Focus On e complice dell’incontro è la Sardegna dove di base gli stilisti vivono facendo la spola con Roma e Milano.
Quando due designer Massimo e Nicola si accorgono di vedere la donna alla stessa maniera? Ovvero: essenziale, non eccessiva nei toni ma solo nei dettagli costruiti e sartoriali.. e decidono da questo bellissimo incontro-feeling di creare Quattromani? Ci siamo conosciuti 12 anni fa, in un’accademia di moda, e possiamo dire che forse già da quel momento c’era il feeling giusto per un progetto comune. Fin dai primi lavori individuali abbiamo cercato confronto e consigli l’uno nell’altro. Diciamo che avevamo la stessa visione della moda. Vivevamo le nostre esperienze come bagaglio personale ma sempre con un forte bisogno di scambiarci informazioni, pareri intuizioni. Da qui è nato il reale desiderio di far conferire le nostre idee in un unico progetto, amalgamando i nostri mondi, spesso anche contrastanti; creando così le prime basi per ciò che è Quattromani. Siamo fondamentalmente due persone diverse, che vivono vite parallele, ma quando lavoriamo sul nostro progetto comune riusciamo a trovare il giusto equilibrio del nostro essere e le singole visioni diventano un’unica tavolozza per dipingere il nostro mondo. Capita frequentemente di avere le identiche intuizioni nel medesimo momento senza essere connessi tra noi.
Com’è l’approccio-processo che seguite per creare le collezioni? Ovvero tenendo conto del vostro senso di pulizia delle linee, di essenzialità quasi minimalista come si traduce in un abito l’ispirazione che nasce per esempio da un’opera d’arte, da un film, da una mostra che vi piacciono? L’approccio iniziale alle nostre collezioni nasce quasi sempre in maniera casuale, da qualcosa che ci colpisce o suscita una piccola emozione. In questa fase primaria, cogliamo tantissime sensazioni che poi confluiscono in un unico canale. Queste sensazioni ci suggeriscono la traduzione in forme e colori dando vita al nostro concetto di donna. Amiamo le linee pulite e l’attenzione sui dettagli è parte fondamentale del nostro mondo. Quindi la traduzione dell’ispirazione a ciò che poi sarà la collezione vera e propria avviene sempre in maniera molto naturale ed istintiva, ci lasciamo trasportare dal mondo che abbiamo creato finché non prendono forma i capi. Ci focalizziamo su dei dettagli a cui vogliamo dare risalto e ci lavoriamo affinché possano diventare ogni volta un foglio bianco su cui scrivere un pezzetto della nostra storia.
Che cosa avete contro il too much che nelle vostre collezioni non è mai presente? Non abbiamo niente contro il “too much”, anzi diciamo che noi facciamo un “too much inverso”. Ci concentriamo tanto su un dettaglio a cui puliamo estremamente il “contorno” sottraendo ciò che è superfluo, per dare risalto a quel qualcosa che rende speciale il capo. Principalmente il nostro lavoro è svolto in maniera sartoriale e quei piccoli dettagli che rendono completo il capo devono essere il risultato di una ricerca sulla pulizia delle linee e delle silhouettes, sull’equilibrio dei contrasti materici tra tessuti e lavorazioni e sull’ armonia tra forme e colori, volumi e proporzioni. Il nostro “too much” è un velato concetto di sottrazione.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare in coppia? Non sappiamo se nel lavorare in coppia ci siano più svantaggi o vantaggi. Nel nostro caso specifico, il lavoro è frutto di un’amicizia vera che si è sviluppata, consolidata e cresciuta negli anni. Siamo due singole identità, con differenze sostanziali, ma troviamo il nostro equilibrio nel condividere le nostre idee su una strada parallela. Abbiamo punti di vista e caratteri differenti, spesso discutiamo, abbiamo caratteri forti che ci portano ad avere anche divergenze, ma il più delle volte sorridiamo e portiamo avanti con spirito positivo la nostra avventura. Il fine comune è la nostra forza e le nostre differenze ci portano a lavorare autonomamente per incontrarci e scambiarci quello che di buono ognuno di noi può dare.
Che tipo di donna – secondo voi – decide di indossare Quattromani? La donna che decide di indossare Quattromani è una donna attenta, contemporanea, curiosa, che non si ferma solo davanti alla forma delle cose, ma ha voglia di sapere e di scoprire.
Come sarà la donna di Quattromani per la prossima estate 2015? La nostra donna per la prossima primavera estate 2015 è una donna sportiva, una tela bianca, una donna consapevole del proprio essere femminile. L’ispirazione sportiva arriva dalle divise da bowling anni 60 tradotta in chiave contemporanea; le silhouette sono morbide. Abbiamo deciso di dare una visione più velata di noi, sussurrata, leggibile anche nella nostra stampa “camaleonte”.
Avete scelto pur viaggiando molto, di continuare a vivere in Sardegna dove vi dividete tra Cagliari e Oristano. In che cosa di Sardo trovate l’ispirazione quotidiana per la collezione che verrà? La nostra terra per noi è un continuo flusso di impulsi e ispirazioni, siamo fortemente influenzati dagli elementi che ciò che ci circonda ci fa vivere quotidiamente. Ma è anche il luogo dove ci sentiamo sicuri di estrinsecare tutto ciò che abbiamo assorbito durante i viaggi. Sentiamo un legame fortissimo con l’elemento acqua; sappiamo di esserne circondati e che per qualsiasi viaggio dobbiamo attraversarlo. Questo elemento ci fa percepire e vivere estremamente i colori, i paesaggi e la quotidianità di un piccolo mondo fatto di tanti piccoli mondi diversi tra loro.
La Sardegna porta avanti una storia millenaria di influenze e culture che si sono mixate e hanno creato un mondo unico. Un riferimento alla nostra terra è sempre presente nelle nostre collezioni, non è spudorato ma esiste.
Quali sono i vostri prossimi progetti? Attualmente stiamo lavorando ad uno sviluppo più ampio del nostro brand, stagione dopo stagione il nostro mondo prende delle forme e si completa di nuovi elementi.
Stiamo lavorando al lancio del nostro nuovo sito e del nostro shop on line; stiamo sviluppando delle nuove collaborazioni per rendere il nostro prodotto ancora più personale e ricco di nuovi spunti. Non ci fermiamo mai e crediamo molto nella collaborazione; non a caso abbiamo deciso di dare al nostro progetto il nome “Quattromani”; crediamo che la coesione di più realtà e più maestranze possa non solo creare nuovi stimoli ma possa essere la via per creare un progetto che si rinnova stagione dopo stagione. Scriviamo ogni giorno una pagina nuova della nostra storia, ci piace pensare così a ciò che abbiamo creato e che portiamo avanti con amore e dedizione.