Non è mia intenzione fare l’anarchica che non segue le regole perché si vuole mostrare la figa che non è, ma la verità è che ogni volta in cui sono andata ad un primo appuntamento non ho fatto tanti calcoli, a livello di stile intendo. Voglio dire, non mi sono preoccupata di pensare “se ci vado in sneakers mi scambia per una sciatta”, o “se ci vado con i trampoli mi scambia per una baldracca”, ecco. Mi sono vestita e basta, ma mai con le scarpe basse, quello ritengo debba essere vietato.
Leggevo un recente sondaggio di Speed Date, l’agenzia specializzata in eventi per single, che ha intervistato donne single sull’argomento: cosa indossare al primo appuntamento.
Il 41% delle intervistate crede che svelare tutto e subito non sia assolutamente la mossa migliore, che sfoggiare un generoso scollo o mostrare le gambe non sia sempre sinonimo di seduzione.
Il 30% sceglie la comodità, da intendersi non come felpe o tute dell’adidas magari pure tarocche, bensì come abiti con i quali ci si senta a proprio agio. Per questo motivo, ad esempio, i tacchi potrebbero rivelarsi traditori per chi non è abituata a portarli. Meglio una scarpa più bassa ma portata con eleganza e disinvoltura che sembrare un funambolo in tacchi a spillo.
Per il 19% dei single risulta importante verificare se ci sia o meno un dress code, se si stia per trascorrere la serata in un posto chic o casual, così da evitare di ritrovarsi avviluppate in un tubino nero in un tipico pub irlandese dove magari l’unico dress code potrebbe essere il rutto libero.
Nessuno è perfetto, ma il 10% delle intervistate crede che ognuno abbia un punto di forza, e che quindi si debba puntare su quello, traduzione: se hai delle belle gambe falle vedere (specie se di faccia non si è proprio Naomi).
Posso dire? “Mavà?” Se parliamo di persone normali, il che esclude tamarri, veline e tipi che senza le iniziali ricamate anche sulle mutande muoiono, mi sembra abbastanza ovvio. Ovvio che non devi andare ad un primo appuntamento in tuta, e nemmeno con un plateau che farebbe invidia alla prima cubista del Cocoricò. Ovvio che non ci devi andare con un Versace Alta Moda con spacco inguinale. Ovvio che ci devi andare “carina”, e ciò non comprende jeans e maglietta, piuttosto vestitino, tacco, non quattordici, e rossetto rosso (che per mio modesto parere è la regola generale), o jeans sì, ma con body, per esempio, sempre tacco e capelli tirati.
E quelli che vi dicono: “andateci come vi sentite”, non li ascoltate mai, perché se avete la sfortuna di non essere dotate di gusto, siete nei guai seri.