La morte di Louis Zamperini avvenuta il 2 Luglio 2014 all’età di 97 anni, non ha rappresentato un semplice lutto, ma la celebrazione vittoriosa di un vero eroe americano.
Questo ex olimpionico, la cui lunga, incredibile e stimolante vita è stata descritta come una delle più grandi storie trionfanti del 20° secolo, vivendo molto più di quello che poteva essere compreso. La sua storia sconvolgente di disperazione guidata da una forza di volontà indomabile e dalla continua redenzione, rappresenta un messaggio di speranza per le milioni di persone che sono state catturate ed ispirate dal suo viaggio.
Tutto ha inizio quasi un secolo fa. Louis, il figlio più giovane di una coppia di immigrati italiani, trascorre la giovinezza a Torrance, in California, come un delinquente incorreggibile: faceva irruzioni in casa, rubava nei negozi e faceva scoppiare una rissa con chiunque osasse sfidarlo.
Durante gli anni dell’adolescenza, incoraggiato insistentemente dal fratello maggiore Pete, Louis vira la sua vita canalizzando la sua energia ribelle in un talento stupefacente per la corsa. Battendo record dopo record in tutta la nazione, il diciannovenne “Torrance Tornado” si qualifica per le Olimpiadi di Berlino del 1936 sorprendendo chiunque incontrasse: dal suo famoso compagno di squadra Jesse Owens a colui che per poco non ha portato l’ umanità verso la distruzione globale: Adolf Hitler.
Come la maggior parte dei ragazzi della sua generazione, al momento dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il giovane studente della USC si arruola nel servizio militare, salendo senza esitare, su un bombardiere della Army Air Corps. Il 2° Tenente Zamperini prende parte a svariate missioni nel Pacifico. Nell’Aprile del 1943, il B-24 Liberator di Louis, il Green Hornet, durante una missione di salvataggio nel Sud del Pacifico subisce un guasto al motore e si schianta in mare provocando otto vittime degli undici membri dell’equipaggio.
Louis insieme ad altri due avieri del Green Hornet, rimangono per molte settimane alla deriva nel mezzo dell’Oceano Pacifico su due scialuppe di salvataggio. Mac, riuscito a sopravvivere per 33 giorni, morì tragicamente di fame e disidratazione. Louis e Phil resistono in totale 47 giorni, un record negli annali della storia dei sopravvissuti su una zattera, fin quando, a largo di 2.000 miglia dalla costa vengono trascinati da un tifone sulle rive di un atollo delle Isole Marshall.
Dopo aver avvistato la terra e nel momento dell’avvicinamento, vengono catturati dalla marina giapponese ed internati nella prima di una lunga serie di campi di prigionia. In più di due anni di prigionia, Louis – assieme ai suoi compagni internati – ha conosciuto la fame, la tortura, per non parlare degli abusi psicologici e fisici che vanno al di là della normale comprensione. Louis è stato individuato e tormentato da un comandante del campo, un aguzzino giapponese di nome Mutsuhiro Watanabe, soprannominato l’ “Uccello” , noto per i suoi atti sadici mentali e la sua deplorevole brutalità.
Louis è sopravvissuto a delle prove disumane attraverso le regioni più gravemente devastate dalla guerra del Giappone, prima di apprendere che il 20 Agosto 1945, i prigionieri alleati erano uomini liberi e che la guerra era finita. Il veterano che era sopravvissuto a tanto, è tornato a casa nel sud della California, ma la sua vita era cambiata per sempre. Louis era affetto da incubi e da un disturbo mentale paralizzante che decenni dopo è stato classificato come DPTS, disturbo post-traumatico da stress.
Come gli innumerevoli eroi reduci da questi terribili campi di detenzione in cui si alternavano i terrori notturni a risvegli infernali, Louis ha iniziato una lotta terribile nella sua vita post bellica. Nei quattro anni successivi al suo internamento, ha combattuto contro un’ansia paralizzante, l’alcolismo e i demoni che lo visitavano ogni volta che andava a dormire.
Solo dopo che Louis assieme alla moglie Cynthia, iniziò a frequentare i raduni dell’evangelista Billy Graham, nel settembre 1949 si “riconvertì” al Cristianesimo e ritrovò la serenità, diventando a sua volta un predicatore, viaggiando in lungo e in largo negli Stati Uniti, esaltando il potere taumaturgico del perdono.. ed arrivando nuovamente in Giappone, per portare un messaggio di pace e perdono persino con chi lo aveva torturato e gli aveva fatto patire la fame, senza ragione. Solo l’”Uccello” si è rifiutato di incontrarlo.