La mia giornata di sfilate milanesi era iniziata vedendo – di primo mattino – uomini, diciamo meglio, ragazzetti magrissimi, con la gonna. L’idea personalmente non mi dispiace… poco portabile (anzi forse nulla)… ma il problema se può forse essere tale, lasciamolo a chi dovrà vendere la collezione e a chi, con tanto mio rispetto, troverà il coraggio, forse, di indossarla (mi chiedo dove e quando)…
Siamo pronti per la gonna? Ho i miei dubbi. E’ la sfilata del malese Edmund Ooi, che debutta a Milano al Teatro Armani. Lo stilista si focalizza per la collezione, sulla moda del tardo diciottesimo e diciannovesimo secolo. Da qui il suo interesse cade sui tagli geometrici e la sartorialità… Tutto è destrutturato e ricostruito… pezzo per pezzo… cucitura per cucitura…
Motivi gessati realizzati con scampoli di tessuto cucito sui capi e completi in triacetato e lana e gomma modellata.
Pezzi forti: il cappotto di lana destrutturato, ma anche la maglieria di jacquard e i capi decorati con paillettes.
Ammiro tanto l’azzardo di alcuni look e la mia delusione è stata – devo dirlo – alla fine quando proprio lui promotore della gonna in passerella anche per l’uomo, che fa… non la indossa nell’uscita finale…
Collezione indubbiamente libera da schemi e dai canoni tradizionali del menswear… Diciamo coraggioso, soprattutto da proporre al classico maschio nel quotidiano.