Il riferimento è forte. E il suo segno è forte, molto forte. Perfettamente tangibile, riconoscibile. E’ chiaro, deciso, consapevole il bel lavoro di Mariù De Sica.
E il riferimento è al cinema. Al quel cinema, fatto dall’Hollywood sul Tevere e nato dall’osservazione di un’epoca che ruotava intorno alla Via Veneto romana, quando le donne si vestivano, si cambiavano d’abito anche tre o quattro volte al giorno e quando le stesse, poi le ricordavi – così intensamente – da farle diventare icone ancora dopo anni, anni e anni … ancora oggi.
Il lavoro di Mariù De Sica trova in questi elementi il suo giusto equilibrio. Equilibrio sviluppato nella manifattura – totalmente Made in Italy, questo è tassativo – equilibrio sviluppato nelle linee che la stilista ama mescolare e indirizzare in più direzioni: perché tutto deve appartenere sì a quel glamour di altri tempi – che lei ama – ma deve però guardare al futuro: nei tessuti, materiali, volumi e ricerca.
La stilista, giovanissima e dalle idee ben chiare, dona ai capi volume, leggerezza, taglio avanguardistico e quel “touch” a volte scenografico e cinematografico che è un po’ la sua “culla” di famiglia, perché in mezzo all’arte, scenografia, regia, costume e cultura lei è cresciuta.
Il suo marchio Mariù De Sica creato assieme al suo compagno Federico Pellegrini che si occupa del management, cresce e bene… Questa settimana l’ho incontrata per Focus On.
Mariù vorrei iniziare la chiacchierata con lei da una mia sensazione molto forte che ho avuto leggendo diverse sue interviste: ovvero quella di una ragazza giovane ma con una forma mentis artistica già molto avanti, una spiccata preparazione teatrale di costume, e una visione cinematografica della donna così chiara da essere subito tangibile nei suoi abiti. Sono curioso di sapere come si cresce in una famiglia dove fin da piccolissima il cinema, lo spettacolo, la cultura, l’arte, sono così presenti, così forti… Mi racconta qualche aneddoto della sua infanzia e della sua adolescenza? Si cresce con estrema semplicità… da piccola non ti rendi conto del lavoro che tuo padre, i tuoi zii e ancor prima tuo nonno hanno intrapreso. La vedi una cosa normale. E cresci dentro tutto questo, ma in modo del tutto normale e naturale; non ti rendi conto che poi questo ti influenzerà nelle tue scelte lavorative… Mi ricordo che uno dei momenti che adoravo di più era mettermi con papà il pomeriggio in salotto e vedere un musical con Fred Astaire o quelli di Bob Fosse.
Come ha deciso poi nel corso degli anni di spostarsi dalla scenografia, passando per la fotografia e poi arrivando alla moda vera propria e alla creazione con Federico Pellegrini del suo marchio? Mi sono sempre lasciata incuriosire da come una persona poteva esprimere il proprio stato d’animo ed il proprio carattere attraverso un abito, un accostamento cromatico, un accessorio. La mia passione per il cinema è costante, quando si nasce in una famiglia dove tutti bene o male lavorano in questo mondo, viene spontaneo affezionarsi. Ed è per questo che la mia passione per l’abito e l’arredo si sono manifestati con il costume e la scenografia ma piano piano è arrivata fino a raggiungere la moda. Mi piaceva realizzare dei capi che poi avrei indossato io. Da qui ad arrivare fino ha fondare un marchio con Federico è stato un attimo… dopo la mia bellissima esperienza da Ferragamo ho capito che dovevo sperimentarmi e mettermi alla prova subito. E così ho fatto.
Quando crea i suoi modelli si ispira ai temi della Dolce Vita o dell’Hollywood sul Tevere. Che cosa secondo lei, avevano in più le donne di quell’epoca, di quel cinema, per essere diventate dei veri miti viventi, imitati ancora oggi? E a questo proposito chi sono le donne della sua vita che l’hanno maggiormente influenzata nelle sue scelte e nella sua moda? Trovo che in quel periodo le donne erano veramente delle donne femminili, delicate ma allo stesso tempo sensuali dentro la loro femminilità. Amavano prendersi cura del proprio corpo ed i capi di quel periodo erano degli abiti che assecondavano le loro esigenze. L’eleganza si sussurrava… Ora le icone che sento più vicine a questa femminilità le ritrovo in Natalie Portman, Marion Cotillard, Alba Rohrwacher…
Qual è l’ispirazione della collezione Mariù De Sica per l’autunno-inverno 2015-2016? E’ una nostalgia delicata, un guardaroba dall’estetica fresca e dai rimandi alla Dolce Vita, mi sono lasciata ispirare alla ragazza “Carina” cantata da Fred Buscaglione. L’ispirazione è il New Look, riletto e reinterpretato con leggerezza e ironia, mi sono focalizzata sulle strutture e sugli abitini cocktail che rievocano un glamour d’altri tempi, serate di gala e long dress, ingenui e seducenti come eleganti capricci.
Mariù cosa significa per lei il lusso? E soprattutto in tempi così delicati come quelli che stiamo vivendo il concetto di lusso secondo lei è cambiato? Il lusso non è mai stato qualcosa di accessibile a tutti ma è anche vero che ora il mondo è cambiato e noi non possiamo più acquistare oggetti costosi e vivere vite sfarzose… Io credo che il lusso sia scegliere di essere eleganti, armonici e credo che questo a tratti è andato a perdersi… per questo trovo che sia un lusso.
Quali sono i prossimi step del marchio che lei è il suo compagno state portando avanti (licenze, aperture di monomarca ecc)? Adesso cerchiamo di consolidare il marchio nei vari paesi europei e non, per poi arrivare ad aprire il nostro primo monomarca ma ci vorrà del tempo…noi siamo solo all’inizio.
C’è qualcosa che ancora non ha fatto e che vorrebbe realizzare? E parlo sia di progetti inerenti al suo percorso professionale che nel suo privato. Per adesso sono molto presa da questo mio lavoro, il mio unico desiderio è che tutto proceda nel migliore dei modi.
Un’ultima domanda. Come si rilassa? Che cosa le piace fare nei momenti liberi? Amo stare con i miei cani, mi danno allegria e mi regalano tanto affetto. Poi mi rilasso andando al cinema e in palestra e la sera a letto amo molto leggere libri…