Oggi vogliamo raccontarvi una bellissima storia. Quella di Stefania Gagliardone. Lei non la vedrete mai. Nonostante i nostri tentativi, anche molto insistenti, per pubblicare una sua foto, il suo volere e i suoi valori sono stati più forti.
Quando incontri Stefania ti rendi subito conto che nulla è per caso. La sua umiltà va a braccetto con il suo brand. La profondità del suo racconto è da brividi. Emozioni che scopri soltanto indossando una storia che possa difenderti. Perché è soltanto tua e di nessun altro.
Stefania Gagliardone ha condiviso con noi e con altre 10 mila persone queste sue sensazioni trasformate in “ninnoli”, come li chiama lei. I ditali Keep Out sono molto di più e lo scopri appena li indossi.
Come nasce Keep Out? Nasce tutto da un’antica leggenda sudamericana che racconta una tradizione di famiglia. Le nonne, che in quei luoghi sono i capo-famiglia – donano alle figlie e alle nipoti un ditale nel momento in cui lasciano la casa di famiglia al fine di proteggerle da tutto ciò che “punge” la vita. Un gesto che ho potuto personalmente sperimentare durante un mio viaggio a Buenos Aires dove ho capito che il ditale per loro è un simbolo quasi religioso.
Come hai pensato di adattare questa tradizione ad un brand di gioielli? Lo spunto è arrivato dalla mia personale esperienza. Mia madre ha avuto una merceria per 23 anni, quindi ho sempre visto questo oggetto attorno a me, ma sempre e solo come simbolo di cucito, e lontano da questa bellissima storia. Poi un anno a Natale abbiamo omaggiato le clienti più affezionate con un bracciale di legno con un ditale vero. Tra queste clienti c’era anche una signora sudamericana che ci ha raccontato questa storia.
Come vengono realizzati di ditali-gioiello? Grazie a dei bravissimi artigiani abbiamo studiato una forma di misura portabile a tutti e in un anno di lavoro abbiamo brevettato questo piccolo “ninnolo”, affascinati più dalla storia che dall’oggetto in sé, che tra l’altro è realizzato tutto in argento, fatto a mano e in Italia. E’ stato un lavoro di gruppo. Keep Out nasce infatti dalle idee condivise di dieci persone che hanno interpretato il fascino di questa tradizione e la storia della mia famiglia.
Perché Keep Out? Cercavamo una traduzione ad effetto che fosse facile ricordare di “tieni lontano”. Quindi proprio come “allontana tutto ciò che punge della vita” e da lì nasce Keep Out.
Qual è stata la risposta del pubblico? Il tutto è nato a ottobre 2013, depositato e brevettato ad agosto 2014. Ad oggi abbiamo circa 60 negozi in Italia. Una quindicina sparsi tra Svizzera e Inghilterra e 2 negozi negli Stati Uniti. Abbiamo prodotto ad oggi circa 10.000 pezzi. Siamo sul mercato da 6 mesi e senza montarci tanto la testa, per un progetto nato quasi per gioco, possiamo dire che sta andando molto bene.
Oltre al ditale ci sono altri pezzi? No, la collezione è monotematica. Quindi è sempre il ditale, sia nella versione a 360 ° che ripropone i vero ditale, sia nella versione schiacciata (skin), un prodotto più sobrio e adatto alla clientela maschile, riprodotto anche nella versione gemelli. Abbiamo realizzato anche degli anelli e catenine del rosario.
La prossima sfida di Keep Out? La fiera di Las Vegas a maggio 2015. E’ la prima fiera internazionale a cui parteciperemo. Presenteremo delle fiches fatte a ditale, per rendere più umano quello che è il semplice spirito del gioco. La mia sfida personale è arrivare in qualche posto e vedere qualcuno che indossa i miei gioielli. Mi è capitato solo una volta ed è stato molto commovente.