Oggi si sente molto parlare di buyer moda (o fashion buyer). Il fashion buyer è essenzialmente colui o colei che acquista abbigliamento ed accessori moda da inserire nei punti vendita.
Generalmente si pensa che sia semplicemente un esperto di moda che seleziona i capi e gli accessori più “trendy”, ma in realtà decidere cosa vendere in uno store è un po’ più complicato. Conoscere il mondo e le tendenze della moda è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Per decidere cosa portare in uno o più punti vendita occorre prendere in considerazione molti fattori. Intanto le dimensioni commerciali dello store. Se si tratta di un singolo negozio, un grosso store o una serie di negozi di medie/piccole dimensioni, fa cambiare in modo importante la strategia di acquisto e selezione.
FASHION TIMES INTERVISTA BARBARA RUELLE
Anche la strategia di vendita e la modalità di counseling (sviluppare le potenzialità del cliente con atteggiamenti propositivi) al cliente che caratterizza il punto vendita può fare la differenza. Ad esempio, se l’addetto alla vendita del negozio ha una personalità forte, buona conoscenza della moda ed è abile negli accostamenti, si può osare di più nella scelta della collezione andando ad esempio su brand total look e scegliendo su abbinamenti (anche un po’ più “aggressivi”). Altrimenti si andrà sul prodotto o comunque su abbinamenti più “convenzionali” e facili da proporre.
Un altro fattore essenziale da considerare è il target di clientela. Se un punto vendita lavora prevalentemente con persone di passaggio – come turisti – dovrà avere una strategia di selezione diversa rispetto ad un negozio che lavora sulla fidelizzazione dei clienti residenti. Quindi, al di là di considerazioni puramente basate sui trends del momento, occorre sempre tenere a mente chi è, e cosa vuole, il proprio cliente tipo.
Se si viene chiamati come consulenti esterni è anche consigliabile non limitarsi alle indicazioni della proprietà o gestore, ma è opportuno trascorrere tempo nei punti vendita, osservando la clientela e l’approccio alla vendita degli addetti, controllando come vengono presentati abbigliamento ed accessori, senza dimenticare la supervisione della zona di vendita per comprendere il contesto dello store.
Le competenze necessarie varieranno in funzione della dimensione dell’attività di buyer. Ad esempio, se si lavora per la grande distribuzione occorreranno (o sono preferibili) anche competenze gestionali, dovendo gestire budget più importanti, tener conto di aspetti logistici e dovendo anche trattare sugli acquisti direttamente con le aziende.
Occorre ovviamente anche avere un minimo di conoscenze tecniche (materiali e tessuti) e di sicuro bisogna essere sempre aggiornati sui trends moda del momento (per riassortimenti) e della stagione successiva (per acquisto delle nuove collezioni).
Non c’è un percorso preciso per diventare buyer. Molti buyer famosi e bravi si sono formati con la cosiddetta gavetta, inizialmente gestendo acquisti per un singolo negozio e via via crescendo fino ad arrivare alla grossa distribuzione o negozi rinomati.
Tanta passione per la moda, conoscenza dei sistemi di vendita, tanto lavoro e un po’ di gusto sono la base per diventare un buon buyer. Detto questo ogni percorso formativo che possa fornire maggiori competenze per svolgere al meglio questa professione è benvenuto, a partire da una formazione specifica nell’ambito della moda, del marketing e dell’economia.