Il colore. Le stampe. Ma anche il “luccicchio” delle paillettes. Forme di linguaggio, espressione, identificazione. L’Identificazione di ieri, come oggi, di Enrico Coveri.
Con questi e su questi elementi cardine, simbolo worldwide della maison, Francesco Martini Coveri è cresciuto a stretto contatto, fin da piccolo.
Allevato dallo Zio Enrico, li ha visti nascere, evolversi, plasmarsi, a volte fino a dare il nome ad un profumo – Paillettes – diventato negli anni una delle fragranze femminili più amate e longeve della storia delle fragranze degli stilisti italiani.
Giovanissimo “salito” è alla direzione creativa della Maison e ha saputo adattare questi elementi ai tempi, ai mutamenti e ai gusti della gente, ai corsi e ai ricorsi della moda, riuscendo alla perfezione a renderli ancora oggi sempre attuali.
Enrico Coveri è una maison che ha davvero una storia affascinante da raccontare. Per questo, per la rubrica Focus On di Fashion Times, ho incontrato Francesco Martini Coveri.
Francesco vorrei iniziare chiedendole, come si cresce in una famiglia dove fin da piccolo si respirano una creatività ed un amore per l’arte così forte. Che ricordi ha della sua infanzia e anche di suo zio Enrico Coveri? Ho dei ricordi bellissimi di Enrico, dei ricordi da nipote orgoglioso e felice di avere uno zio così, intendo per la vita familiare e non per il suo successo. Prima di essere un genio nell’ambito lavorativo lo era nelle relazioni personali, con cui non ha mai perso il contatto e l’interesse. La nostra era una bella famiglia con le abitudini tradizionali, alle quali eravamo tutti molto fedeli, come ad esempio il pranzo dalla nonna tutte le domeniche. La sua perdita è stata come un terremoto e ha cambiato tutto per me. Enrico era mio zio ma per me era come se fosse un padre. Inoltre da lui ho imparato che il colore significa allegria e questa è stata la sua arma vincente, perché lui riusciva a trasmettere colore anche usando il grigio: una cosa meravigliosa.
Il colore e le paillettes sono stati (e sono ancora oggi) i segni-elementi che caratterizzano il marchio Coveri e che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Mi racconta come il brand – in questi anni e sotto la sua guida – si è evoluto e quali sono gli aspetti stilistici, innovativi o d’archivio sui quali lei ha deciso di puntare? Vero, io penso ai colori e non posso vivere senza e le mie collezioni ne sono la prova. C’è sempre una grande ricerca dietro alle collezioni Enrico Coveri; le nostre stampe sono esclusive, disegnate da noi, uniche, con uno spirito giocoso. Ironia, senso del colore, allegria e ottimismo sono i nostri tratti distintivi e Coveri sceglie di comunicarli in tutte le sue collezioni. Le mie linee sono sempre attuali nelle forme ma coerenti con lo spirito della Maison.
Ci racconta la collezione per il prossimo autunno-inverno 2015-2016? Il prossimo inverno sarà ovviamente colorato, frizzante, con ispirazioni agli anni 70. La donna Coveri indosserà giacche più corte e con un fit molto asciutto. Ci saranno abiti di chiffon e cappotti rigorosamente sopra il ginocchio. Tessuti ricercati e mixati nei completi sia da uomo che da donna. Stampe pop, maxi quadri e pois…
Da dove trova l’ispirazione per tutto ciò che crea? Lo stile Coveri è espressione di creatività, di gioia di vivere e io generalmente traggo ispirazione da tutto ciò che mi circonda, ma quasi sempre le mie collezioni si ispirano e nascono da un viaggio o da un’opera d’arte.
Quali sono invece i prossimi step del marchio che ci può anticipare dal punto di vista corporate? (nuove licenze, nuovi mercati ecc.) Abbiamo appena firmato un accordo della durata di sei anni con UBC, un’importante realtà Italiana nel settore dell’abbigliamento per la produzione e la distribuzione in tutto il mondo delle collezioni a marchio Enrico Coveri Sportswear per Uomo, Donna e Bambino. L’accordo partirà con la presentazione della collezione Autunno Inverno 2015/2016. Stiamo inoltre valutando un possibile ingresso nei mercati Americani.
In un momento così delicato per tutti – come questo che stiamo attraversando – secondo lei il concetto di lusso sta cambiando? E se sì in quale direzione? Il mondo della moda e del lusso è molto cambiato; bisognerebbe tornare a fare questo lavoro come lo si faceva quando è nato, cioè portando avanti un’idea, pensando solo a questa e non badando a tutte le informazioni molto tecniche di persone che magari ne sanno poco. Se si seguono le vendite, io credo che anche negli anni Ottanta i tabulati parlavano di prodotti più blu che fucsia; però se si vendevano i prodotti blu è perché si presentavano i prodotti fucsia.
Come si rilassa Francesco Martini Coveri? Quando “stacca la spina” lavorativa? Amo viaggiare, e per me è il modo migliore per rilassarmi.