Nasce così. Il mio amico Alessandro mi invita a mettere “mi piace” alla pagina Facebook Italiani Omofobi. Conosco lui e riconosco la sua serietà. Riconosco l’attualità del problema. Penso che non bisogna far cadere nel dimenticatoio o sottovalutare queste discrimazioni: dal classico “finocchio” o “frocio” al pestaggio dimostrativo (che poi ci scappa il morto) il passo è breve, e a raccontarlo è la cronaca di ogni giorno. Chiedo a Alessandro se ha voglia di raccontarmi meglio gli obiettivi e i sogni di chi ha creato questa pagina. Ecco le sue risposte. Un’intervista vera. Sincera. Che fa riflettere. Ecco perché supportiamo questo progetto.
Cos’è Italiani Omofobi? #ITALIANIOMOFOBI è una raccolta di commenti di matrice omofoba scritti da italiani sul democratico Internet, con lo scopo di sensibilizzare la società e il nostro governo su quanto sia purtroppo presente e diffusa ancora oggi l’omofobia nel nostro paese, e di conseguenza di quanto sia forte il bisogno di una legge che tuteli le persone LGBT, vittime di discriminazione, aggressioni verbali e fisiche, bullismo nelle scuole, suicidi e decessi, da parte dei cittadini affetti da questa malattia dell’odio priva di alcun fondamento logico.
Qual è il vostro obiettivo? L’obiettivo è quello di chiarire a tutti che l’omofobia c’è, esiste, ed è un problema tangibile che colpisce centinaia di persone LGBT ogni giorno nel nostro paese, al fine di ottenere finalmente una legge contro l’omofobia che tuteli tutte queste persone di cui ne sono vittime con l’unica colpa di essere omosessuali.
Perché esclusivamente dedicato agli italiani? Il matrimonio gay è ormai riconosciuto in 21 nazioni nel mondo. E’ purtroppo evidente che l’Italia sia rimasta molto indietro in quanto a diritti umani, e questo di certo non ci fa onore, anzi.
Chi asseconda l’omofobia? Chiunque non faccia niente per combatterla, e gli esempi in questo caso possono essere tantissimi. I ragazzini a scuola, o addirittura gli insegnanti, che non prendono le difese degli amici bullizzati, magari per non essere emarginati a loro volta, oppure non scendendo in strada al Pride per mostrare solidarietà alla comunità LGBT e dimostrando al governo che siamo in tanti ad avere a cuore i diritti gay, che sono diritti umani.
Quali sono i pericoli di questa discriminazione? Pensiamo appunto ai ragazzini bullizzati, adolescenti emarginati, magari non accettati neanche dalle loro famiglie, che vedono in molti casi, riportati purtroppo anche troppo spesso dai giornali, il suicidio come unica via d’uscita dall’incubo che è essere vittima di omofobia. Il discorso non cambia se pensiamo a tutte le aggressioni che avvengono a coppie di ragazzi e ragazze solo per essere andate in giro, ad esempio, mano nella mano come tante coppie eterosessuali fanno normalmente senza che nessuno le giudichi.
Quanto è significativo il successo negli Stati Uniti? Gli Stati Uniti hanno da sempre influenzato il resto del mondo e si spera che lo facciano anche in questo splendido caso. Inoltre, la notizia in sé, insieme all’appoggio alla causa da parte di tutte le maggiori e influenti multinazionali del mondo, ha riportato l’argomento al centro dell’attenzione mediatica e stimolato la popolazione “sana” a spingere ancora di più affinché il matrimonio gay venga legalizzato anche dove non lo è ancora, come in Italia.
Fai una critica alla comunità gay. Sento di criticare la scelta di tanti gay di astenersi dal partecipare al Pride considerandolo una carnevalata. Credo che tante persone non abbiano capito che il senso della parata è proprio la libertà d’espressione, essere se stessi, con orgoglio, e mostrare solidarietà all’intera comunità LGBT che non fa altro che chiedere diritti umani, diritto di poter vedere il loro amore riconosciuto legalmente, di poter avere una famiglia salvando bambini che sognerebbero l’amore di due genitori, uomini o donne non importa. Diciamo che non vogliamo essere giudicati, e invece loro non partecipando al Pride e giudicando la parata cosa fanno?
Il sogno nel cassetto? Un mondo in cui essere una coppia gay e potersi sposare senza alcun problema, andare in giro mano nella mano senza sguardi infastiditi, avere dei bambini senza essere giudicati, ed essere considerati per quello che si è: persone normali, famiglie normali. Del resto di amore ce n’è uno, ed è uguale per tutti.