Del maiale non si butta via niente, dicono. Ma anche del broccolo, degli asparagi, della frutta: parola di Lisa Casali che dal suo primo libro del 2010 ‘La cucina a impatto zero’, edito da Gribaudo, fino al più recente ‘Tutto fa brodo’, edito da Mondadori, ci sta spiegando come cucinare senza sprechi, in ogni senso: di cibo, di energia, di tempo.
La laurea in scienze ambientali le garantisce una perfetta conoscenza della composizione chimica dei cibi e delle reazioni alle modalità di cottura, le radici romagnole non possono far dimenticare il piacere di gustare un buon piatto. Questo mix è all’origine della sua ricerca, come si arrivi da qui a inventare la cottura dei cibi in lavastoviglie ce lo spiega lei.
Lisa, raccontaci come passerai l’estate Sarà un’estate particolare, visiterò più di 50 Paesi senza muovermi da Milano! Sono impegnata tutti i giorni fino al 31 ottobre in EXPO 2015 per condurre The CooKing Show per RAI3. Forse non sarà una vera vacanza, soprattutto perché mi ritroverò a settembre bianchiccia e stanchina accanto alle amiche super fresche e abbronzate, ma penso che almeno una volta nella vita valga la pena approfittare di questa straordinaria e unica occasione di avere un piccolo assaggio di Marocco, Indonesia, Israele, Oman, Giappone tutto a portata di mano.
Rubo qualche parola magica dai titoli dei tuoi libri, per chi (ancora) non conoscesse il tuo lavoro. Impatto zero, ecocucina, autoproduzione, lavastoviglie: ci spieghi cosa significano? Sono tutte buone pratiche legate da un comune denominatore: la ricerca di una maggiore sostenibilità in cucina, della riduzione degli sprechi. di un migliore utilizzo di acqua, aria e suolo.
Dal blog alla tv passando per i libri, tutto fa brodo? Come è cambiata la comunicazione legata al cibo in questi anni? La comunicazione del cibo passa sempre di più attraverso i social, in modo molto diretto e senza troppi formalismi, ormai tutti gli chef hanno almeno una pagina facebook o un account twitter. Se è vero che siamo sempre più social, è vero anche che nel nostro Paese il media con più potere e seguito continua ad essere la tv: per questo motivo credo sia importante usare questo potere al meglio. Quello che cerchiamo di fare a CooKing Show, il primo programma di cucina di Rai3 (in onda dal lunedi al venerdì alle 12.45), che cerca attraverso 2 grandi chef di fare cultura sul cibo ma anche sensibilizzare su temi come sprechi e impatto ambientale.
Tu come sei arrivata a dare corpo a questa passione? Chi è stata, se c’è stata, la tua musa? La passione per il cibo l’ho sempre avuta ma ricordo ancora che rivelazione è stata la prima volta che ho assaggiato un piatto di alta cucina. Ora lui è anche una star tv ma la prima volta che ho mangiato nel suo ristorante era uno chef emergente: è stato un piatto di Carlo Cracco a farmi desiderare di occuparmi di questo tipo di cucina, di studiare le tecniche per potermi avvicinare di più a questo mondo. Da quel giorno non sono stata più la stessa.
Sei romagnola di Forlì, vivi a Milano, racconti ricette da tutto il mondo: la globalizzazione in cucina è un bene o un male? La globalizzazione come scoperta di ingredienti, culture e piccoli patrimoni alimentari che meritano di essere tutelati e valorizzati è sicuramente un bene. La globalizzazione che ci induce a mangiare a ogni latitudine lo stesso junk food è invece sicuramente un trend da contrastare fermamente. Mi preoccupa più di ogni altra cosa il fatto che si cucini sempre meno e si consumino sempre più prodotti pronti. Il messaggio che c’è dietro a tutti i miei libri è proprio questo: è il momento di reinnamorarsi del cibo e della cucina. Se continuiamo così le cucine spariranno dalle case perché ci basterà avere un microonde in soggiorno.
Cucinare eco quanto bene fa all’ambiente? Per prima cosa è importante mangiare eco ovvero scegliere prodotti prevalentemente vegetali, di stagione e locali. Già con questo tipo di scelta risparmiamo milioni di litri di acqua potabile, km2 di suolo fertile, tonnellate di CO2 emessa: spesso sottovalutiamo l’impatto che le nostre scelte alimentari hanno sull’ambiente. Importante è anche il modo in cui lavoriamo il cibo, in particolare l’utilizzo delle parti meno nobili come bucce, gambi e foglie perché ci fa ridurre gli sprechi e quindi le risorse naturali necessarie per produrre cibo e smaltire i rifiuti.
Il tempo è denaro, dicono. Per mangiare sano e rispettare l’ambiente ci vuole più tempo o più denaro? L’opposto. Imparare a ottimizzare meglio cibo, acqua e energia in cucina ha grandi benefici sull’ambiente, sulla nostra salute e naturalmente anche sul nostro portafoglio. Usare ad esempio le parti meno nobili ci fa risparmiare fino al 50% sulla spesa di frutta e ortaggi, valorizzare anche le acque di cottura e imparare a cucinare in lavastoviglie (mentre laviamo i piatti, sigillando gli alimenti in contenitori ermetici) ci può far risparmiare fino al 30% dei consumi di acqua e energia.
Ultima domanda: parliamo di Expo. Hai davanti un bambino, una tua collega e la tua splendida nonna che abbiamo visto in azione con te in più occasioni: trova un buon motivo per ciascuno per visitare l’esposizione. Una buona ragione per tutti è che un’occasione unica per vivere più di 100 diverse esperienze e che le cose da vedere e assaggiare sembrano infinite. A un bambino direi di arrampicarsi sulle reti del Padiglione del Brasile, di ballare con Foodie alla parata e di non perdersi lo spettacolo di Le Cirque du Soleil. Alla collega di bersi un bicchiere di succo di tamarindo nell’elegante giardino del Bahrein, mettersi pazientemente in coda per il Padiglione del Giappone (perché merita) con pranzetto a base di Rice Burger, di fare l’aperitivo in Franciacorta e la cena da Identità Expo, che ogni giorno accoglie il meglio dell’alta cucina internazionale. Mia nonna la porterei all’alba nel bosco del padiglione Austriaco così magari trova qualche fungo porcino (mia nonna è una fungaiola accanita nonostante l’eta: 91 anni), poi me la porterei nel pubblico di The Cooking Show perché sono certa non potrei avere qualcuno più entusiasta di lei. Infine la porterei a vedere lo spettacolo serale dell’Albero della vita che so già renderebbe quel giorno il più felice della sua vita.