Parole nel caos, lettere usate come pattern, tappezzerie di Helvetica, sono circondato da lettering in libertà! Ho ripreso in mano le mie moleskine, accumulati negli anni, mi sono quasi spaventato nell’accorgermi che nonostante iPhone e tablet, preferisco scrivere sulla carta piuttosto che su una tastiera, come del resto amo parlare, sono un affabulatore.
Certe volte rasento il maniacale quando si tratta di scrivere, accumulo frasi in ogni dove, su pezzetti di carta trovati in tasca, sui tovaglioli (alla Toulouse-Lautrec tanto per capirsi!), su piccoli quaderni raccolti in giro o regalati da mia moglie Alessandra. Le parole mi servono per fermare i pensieri, non solo quelle che scrivo ma anche quelle che raccolgo tagliando pezzi di giornali o stampando citazioni scoperte in rete.
E’ così che le frasi o le parole che colpiscono la mia immaginazione o che hanno qualcosa di molto vicino al mio pensiero, restano attaccate sulla parete del mio studio anche per mesi, alcune anche per anni, come quella di Balenciaga che resta da sempre una delle mie preferite!
Frasi, parole, citazioni che si accumulano, che vengono fuori quando meno te lo aspetti, come delle scosse elettriche che indicano una strada per realizzare un progetto o per definirne un altro, sono segnali emotivi che a volte mi confondono, restano sommersi poi riaffiorano improvvisamente per destabilizzarmi.
Allora mi fermo davanti a queste frasi, ne strappo qualcuna (poche!). E’ un po’ come quando gli chef parlano di piatti destrutturati: prendono un uovo (tanto per citare l’esempio più famoso), lo scompongo e ne estraggono l’essenza, magari con un aspetto completamente diverso dall’originale!
Ecco io faccio così, prendo le parole e le strappo dal contesto, poi le studio ed infine le recupero all’interno di uno scenario diverso. Qualcuno potrebbe dire che è follia, assicuro il contrario invece… lavorare sulle parole è assolutamente rilassante!
Le parole come le note su un pentagramma, se non sono pensate con il giusto equilibrio, non producono armonia, così tendo a fare come i teorici della Bauhaus “tolgo il superfluo, penso a cose semplici e agisco di conseguenza”.
Non a caso tra i libri che accumulo vicino al letto, ci sono gli Esercizi di stile di Queneau, la stessa trama raccontata in 99 modi diversi, tutti con un diverso stile narrativo, insomma non si inventa niente di nuovo se pensate allo storytelling di adesso… molti writer impallidirebbero di fronte alla capacità combinatoria di uno scrittore che pubblicò per la prima volta il suo capolavoro nel 1947!