Oggi vi racconto la mia esperienza a Mirabilandia. Arrivati al parco ci siamo accreditati e ci hanno dato un curioso braccialetto “Flash Pass” (che ben presto abbiamo scoperto essere molto, ma molto prezioso) e siamo stati accolti da Giovanni Cavalli, direttore generale di Mirabilandia, che ci ha colpito per la sua semplicità. Parlandoci del suo lavoro ci ha confidato che “la soddisfazione migliore la trovo quando faccio una passeggiata nel parco e vedo i bambini che si divertono. A quel punto tutto il duro lavoro trova un senso“.
Successivamente abbiamo incontrato lo staff di Les Farfadais, in fermento per il debutto dello spettacolo “Le avventure di Peter Pan”, tratto dall’omonima serie animata in onda su DeAKids. La coordinatrice Claudia Fama ci ha parlato della storia della compagnia, mentre Pietro Lesca ci ha svelato alcuni retroscena sull’incontro con Mirabilandia (qui sotto i video).
Messo da parte il lavoro, lasciamo al guardaroba videocamera e microfono e ci lanciamo alla scoperta del parco. La prima attrazione che proviamo è il Blu River e scivoliamo velocemente su un canotto a due posti, su una discesa ripidissima e ad altissima velocità. Sfido chiunque a smettere di salire e scendere da questa attrazione.
Siamo su di giri e l’adrenalina comincia a circolare… Ecco iSpeed. Una delle esperienze più incredibili che abbia mai fatto. Succede tutto in meno di un minuto (tanto per farvi capire la velocità) e la sensazione è quella di stare su una monoposto di Formula 1 (che a volte però si ribalta e finisce in burroni di 100 metri) ad una velocità di 120 km/h su un percorso interamente composto da curve mozzafiato.
Ora abbiamo bisogno di stare un po’ con i piedi per terra, ma siamo carichi e decidiamo di sfidare la sorte entrando in Phobia. Un viaggio terrorizzante, tra percorsi al limite del reale, tra zombie e fantasmi che spuntano ovunque. Si cammina in gruppo e ben presto ci si pente di aver varcato quella porta, ma tornare indietro non è raccomandabile.
Usciamo un po’ scossi e dopo quel buio infernale e misterioso siamo felice di ritrovare una bella giornata di sole. Presto scopriremo che proprio il sole e il caldo, alla fine, sono dalla nostra. La salita del Niagara è lenta. Percepisci l’altezza e fino all’ultimo non sai cosa ti aspetta. La barchetta sale e sale. Lentamente arriva al precipizio, prima di saltare da oltre 27 metri alla velocità di 70 km/h (dovevate vedere la mia espressione di terrore nella foto ricordo…) per poi regalare un gran finale. Un’onda d’acqua ENORME che non ti lascia scampo. Vi consiglio vivamente di non affrontare questa attrazione come ho fatto io: in jeans, sneakers e t-shirt. Optate per un costume da bagno.
Grazie al braccialetto Flash Pass (acquistabile quel giorno per 29 euro: il prezzo varia in base all’affluenza) abbiamo fatto almeno 10 giri senza mai fare la fila. Se ci andate per 1 o 2 giorni, vale la pena di valutare questo investimento. Un vero lusso che offre una corsia preferenziale senza affrontare la vasta affluenza alle attrazioni.
Bagnati per bagnati, tanto vale lanciarci tra le onde del Rio Bravo, che in confronto al Niagara è una passeggiata, sì… fino a quando non arriva la cascata (soprannominata da noi #limortacci) che ti bagna dalla testa ai piedi. Una vera doccia (ma vestito!), senza contare i simpaticoni – che dal ponte sparano getti d’acqua dai cannoni – con cui ti scambi qualche amichevole gestaccio, loro sorridono e tutti si divertono.
E’ ora di mangiare. Noi abbiamo scelto McDonald’s, ma le alternative sono molte. Dal Drive In con self service ai fast food per perdere meno tempo possibile e godersi le attrazioni del parco. La Locanda del Faro è la più gettonata. Piadine ottime, come nella miglior tradizione romagnola.
E’ tempo di fare sul serio. Il Katun ci aspetta. Avete presente quando si vola? Potete anche rispondermi di no (ovviamente).. ecco, con questa attrazione capirete cosa vuol dire. Gambe libere e super velocità sull’inverted coaster n.1 in Europa. 1.200 metri a 110 km/h con loop a 360° con un salto da brividi di 50 metri in picchiata verso il suolo. Quando scendi non sei più lo stesso (in modo positivo, s’intende). Sei consapevole di aver superato un limite estremo con cui difficilmente avresti potuto metterti alla prova.
Un altro bagnetto sul classico Autosplash su una cadillac fiammante e poi le emozioni di Columbia e Discovery. Preferite una caduta libera da 60 metri o un lancio nello spazio a velocità supersonica? Da non sottovalutare la possibilità di ammirare lo spettacolo del parco e l’orizzonte della costa adriatica. Attrazione unica nel suo genere… se solo avessi potuto registrare le preghiere in spagnolo del ragazzo che sedeva alla mia sinistra…
Si resta per aria con la ruota panoramica. Il punto più alto del parco. Un “viaggio” romantico che lascia poco spazio a tante descrizione. Si resta a bocca aperta dall’inizio alla fine. Rilassante e a tratti impressionante (soprattutto se si soffre di vertigini come il sottoscritto).
Le attrazioni le abbiamo provate tutte (tranne quelle per bambini, ma solo perché non ci era permesso entrare!). Sono più di 30 e tutte hanno un perché. Tutte ti lasciano qualcosa.
Prima di tornare in albergo (felicemente distrutti) abbiamo assistito alla prima de “Le avventure di Peter Pan”. Quello che ci hanno raccontato Claudia e Pietro di Les Farfadais non può rendere davvero l’idea della SPETTACOLARE performance a cui abbiamo assistito. Sembrava davvero di tornare bambini. C’è chi stava con Peter Pan e chi con Capitan Uncino (il fascino del cattivo), una storia già scritta, un finale saputo e risaputo, da grandi e piccini, ma l’avventura è il viaggio. Tra acrobazie mozzafiato a oltre 30 metri di altezza, la compagna Les Farfadais ha saputo tenerci tutti sulle spine, fino all’ultimo.
Dalla mattina alla sera. Una sola certenzza: NON ESISTE LA PAROLA NOIA. Il consiglio è di passarci il week end intero. Si torna a casa stanchi eh, ma tanto tanto felici!