In quanto donna posso dirlo senza correre il rischio di essere querelata dal mio genere: chi non possiede il gene Y mai capirà davvero le infinite potenzialità del cazzeggio costruttivo. Addestrata al perfezionismo e al multitasking, una donna passerà in scioltezza da una mansione all’altra, foss’anche ‘caffè con amica’, eseguendola con virtuosa perizia.
Se metti invece due o più uomini in uno stesso luogo e chiedi loro di svolgere un qualsiasi lavoro, lo faranno, e pure bene, ma ci arriveranno dopo innumerevoli deviazioni, eventuali birre, distrazioni infinite e, quando tu li aspetterai al varco con la punizione in mente per il mancato raggiungimento dell’obiettivo, si presenteranno con i compiti fatti e pure perfetti e pieni di sorprese, freschi (o quasi) come rose e con almeno una partita di qualsiasi cosa già organizzata.
Il processo creativo maschile sopra descritto si chiama ‘cazzeggio’ e viene tacciato dalla totalità degli uomini dotati di talento che conosco come l’unica e vera fonte della propria saggezza, con sommo scorno di noi donne secchione inside.
Dal processo alchemico che fonde questa forma raffinata di otium con la passione per un qualcosa che può diventare mestiere è nato Il Terzo Segreto di Satira, un gruppo di 5 amici, compagni di studi, sceneggiatori e registi, che ci stanno regalando risate e pensieri con cortometraggi dedicati all’homo italicus del terzo millennio in bilico fra qualunquismo e fanatismo, con ritratti folgoranti come l’indimenticabile stratega dalemiano, capace di generare il disastro uscendone immacolato, primo di una lunga serie. In realtà, l’intervista aveva l’obiettivo di scoprire finalmente chi ha ucciso Laura Freddi (lo sanno, l’hanno dichiarato su facebook) ma pare che le nostre menti non siano pronte. Ecco quello che si sono sentiti di rivelarci. (Laura Freddi sta benissimo, ndr).
Fate la prova: se digitate su google ‘terzo segreto di’ il primo che esce è ‘di satira’. Un commento a caldo? Giusto così. Il nome è lungo da ricordare ma la scelta alla lunga ha pagato!
Come vi siete conosciuti? come è possibile trasformare un gruppo di amici con una passione in un gruppo di professionisti con un lavoro? Ci siamo conosciuti nel 2008 alle Scuole civiche di Cinema e Tv di Milano, una sorta di centro sperimentale di cinematografia, ma stranamente a Milano, dove quattro di noi han fatto sceneggiatura e uno regia. Praticamente fin da subito ci siamo resi conto che rispetto agli altri compagni della scuola avevamo una passione per la comicità e il cazzeggio in generale; inoltre, discutevamo molto di politica tra di noi e quindi unire le due cose ci è sembrato molto naturale. Alla fine nasce tutto da un’amicizia che prosegue tutt’ora, dalla insoddisfazione per i lavori che stavamo facendo appena usciti dalla scuola e dalla libertà editoriale, ahinoi, non retribuita da youtube.
Satira: cosa è secondo voi e quanto ce n’è bisogno oggi. Per noi la satira è cercare di dare il nostro personale punto di vista, chiaramente provando a fare ridere, su quello che ci sta intorno. Onestamente non ci sentiamo capi popolo e né ci teniamo a farlo. Vogliamo semplicemente cazzeggiare cercando di raccontare a modo nostro il paese e la società in cui viviamo, coscienti del fatto che probabilmente un nostro video non farà cambiare idea a nessuno. Se già la pensi come noi rimarrai a pensarla come noi; al contrario continuerai a pensarla diversamente. Sul secondo punto, più che lamentare una mancanza di satira in Italia, notiamo una mancanza di spazi televisivi (come fino a qualche anno fa) dove provare a fare comicità diversa da Zelig, Colorado Café o Made in Sud (che fanno i loro ascolti e quindi è giusto che vadano in onda, rendendosi però conto che non sono rappresentativi del gusto di tutti); cercare quindi di fare qualcosa di più articolato, complesso e passateci il termine “ricercato”. Siamo convinti che se ci fossero più spazi e più sperimentazione di questo genere, inevitabilmente si andrebbero a toccare argomenti e contenuti più “profondi” e legati veramente alla vita di tutti noi.
Con i ritratti che fate dei tipi politici parrebbe che esista ancora una corrispondenza fra voto e stile di vita, pensate sia così? Onestamente crediamo ancora di sì, anche se rispetto alla vecchia contrapposizione berlusconiani/antiberlusconiani le differenze oggigiorno sono molto più labili per cui si fa più fatica a catalogare una persona in base al proprio stile di vita. Ma questa difficoltà rappresenta anche il bello nel cercare di sviluppare meccanismi comici che siano in qualche maniera originali o nuovi.
‘Democrazia portami via’ è il titolo del vostro speciale, che effetto fa superare i 40 minuti di film? come è nata l’idea? E’ stata una bella esperienza perché porta avanti il processo iniziato con “Il Dalemiano”, ovvero dilatare il minutaggio per cercare di raccontare quello che ci pare con più respiro. Quando LaEffe ci ha chiamato per affidarci uno speciale da 40 minuti, ci siamo guardati in faccia e abbiamo ragionato su un qualche argomento che sentissimo nostro in prima persona nelle nostre vite. Ed è nato così “Democrazia portami Via”, dove in poco meno di un’ora, oltre a mettere tanta carne al fuoco, ci premeva creare un qualche cosa che stesse in piedi e che non accusasse quel tipo di lunghezza. Volevamo anche che fosse chiaro fin da subito che non volevamo spiegare la democrazia in maniera canonica e seria ma dare la nostra visione cialtronesca di questa grande parola, applicata però alla vita di tutti i giorni; ovvero la nostra: quella fatta da 5 persone che tutti i giorni si confrontano ed eventualmente votano quando non riescono a trovare una decisione comune.
Siete in 5 con professionalità diverse: come si prendono le decisioni? funziona a maggioranza? Come accennato nella domanda prima, noi siamo in 5 e tutti fanno tutto: scriviamo, giriamo, montiamo, dirigiamo gli attori, facciamo i fonici e le comparse e quando non riusciamo ad arrivare ad una decisione comune votiamo e, grazie al fatto di essere dispari, prima o poi arriviamo ad una maggioranza. Un metodo un po’ anni ’70, alle volte lento e anacronistico, ma che per noi fino ad ora ha funzionato. Nel comico, il fatto di confrontarsi con altre teste aiuta. Ognuno di noi pensa sempre di avere grandi idee ma non sempre è così; invece quelle che passano al vaglio del “comitato”, chiaramente con tempi di decisione più lunghi rispetto alle dinamiche normali, fino ad ora hanno funzionato.
I vostri attori ormai sono una squadra fissa, come li avete scelti? Oramai fanno parte di una grande famiglia; chi lavora con noi da più tempo e chi da meno. E praticamente a parte un’iniziale conoscenza marginale con qualcuno di loro, il resto del gruppo attoriale si è allargato a macchia d’olio grazie al passaparola tra gli attori o a nuove conoscenze comuni. Noi non facciamo casting o cose del genere, andiamo nei locali a vedere spettacoli o ci facciamo consigliare comici e attori da qualcuno di fidato e quando qualcuno ci piace in maniera particolare cerchiamo di coinvolgerlo nel nostro progetto. Con il tempo il cast si è allargato e la nostra intenzione è quella di allargarlo ancora di più, sia per esigenze di scrittura sia per cercare di mantenere vivo il nostro progetto più a lungo possibile.
5 che non possono mancare in una vostra giornata. Caffè, atmosfera informale sul set, ritmi serrati sennò ci disinnamoriamo delle idee, qualche partita a Fifa (videogioco calcio) per distrarci e sconfiggere la tensione e tanto, ma tanto, ma tanto confronto verbale tra noi cinque.