Se come ho detto più di una volta, lavorare nella moda è un’esperienza unica ed estremamente eccitante, è altrettanto vero quanto sia veloce il cambiamento a cui stiamo assistendo. Le nuove generazioni – i Millenials prima di tutti – quei ventenni che oggi dilagano in rete come geek, instagrammer o youtuber, hanno radicalmente innovato il modo di pensare la moda.
E’ vero che vestono spesso vintage, acquistano sempre in rete e nelle grandi catene low cost (a meno che non appartengano alla quarta categoria generazionale, ovvero quella dei blogger, dove il brand è il loro pane quotidiano, soprattutto se regalato!) ma sono sempre loro che mi hanno fatto capire come siano cambiate le attitudini di consumo, quanto sia più difficile inquadrare i target, quanto tutto sia rivolto alla esibizione di fronte a qualcuno che – a torto o a ragione – si è assunto il compito di giudicare se è bello o brutto, se è “postabile” o no, se avrà follower o unlike!
Tutto sembra essersi concentrato sulla possibilità di essere incluso in una categoria mediatica o meglio dell’ESSEREGIUSTO di fronte “a qualcuno”.
Continuo ad avere un SognoPensante, mi martella in testa l’idea di cosa potrà essere la moda tra 10/15/20 anni. Provo ad immaginare uno scenario futuro, esisteranno sempre i brand di lusso o quelli di nicchia, tenuti in mano da piccole aziende artigiane che hanno fatto grande il SistemaModa?
Faremo ancora fashionshow esclusivi, i piani di marketing a lungo termine avranno ancora un senso? Il consumo di moda si “consumerà” ancora grazie alle pubblicità?
I grandi brand del lusso riusciranno a sostenere l’incertezza dei mercati e a conquistarne di nuovi? Anche io faccio parte di questo sistema e proprio per questo provo la sensazione fortissima di proiettarmi nel Futuro come in un gioco di ruolo, ipotizzando come sarà il domani, ripetendo certe parole come Moda, Cambiamento, Nuove Generazioni, nuove Espressioni, cambiamento delle Tradizioni.
In questo match continuo, rimbalzando tra oggi e domani, credo che la moda dovrà – come ripete spesso Francesco Morace – “superare con un balzo le logiche dell’immagine” e – come penso io – dell’esclusività un po’ troppo settaria di certi eventi legati al nostro lavoro.
Le nuove generazioni chiedono di essere OpenMind e qualcuno ci sta già provando, basta pensare alla settimana della moda newyorkese ed alla sfilata che ha inaugurato gli appuntamenti del calendario della moda con uno show aperto al pubblico, buona parte del quale invitato attraverso un concorso online e sui social media!
C’è del nuovo che avanza, bisogna rendersene conto, il mondo ci sta guardando con occhio diverso, è attento ai progetti creativi, alle idee magari portate avanti non solo dalle Maison con la loro memoria storica ed esclusiva ma anche da piccoli produttori, da “NuoviCreatori” che sviluppano suggestioni straordinariamente nuove, prive di storia ma meravigliosamente diverse da quello che siamo abituati a vedere.
E’ in corso una grande rivoluzione, sta nascendo un nuova esclusività, a volte “disturbante” per i nostri occhi ma altrettanto affascinante, che non deriva dal potere di acquisto ma dalla capacità che abbiamo di sapere riconoscere la BELLEZZA.
Si tratta di una bellezza sempre più personalizzata che unisce la nobile arte della couture alla semplicità di una t-shirt bianca comprata al mercato, che crea storie dal niente e riesce ad essere sorprendente nella sua naturale immediatezza.