Al punto di vista creativo applica un coraggioso senso di sensibilità carico di carisma. Un paradosso CREATIVOSENSIBILE e CARISMABILITA’: forse Stefano lo definirebbe così. Un modo per esprimere concetti filosofici che accendono le lampadine giuste e danno il via a processi emozionali, ancora prima che creativi.
Sentimenti (a volte anche geometrici: regole a volte infrante) trasmessi in un progetto più ampio. Dal viaggio alla foto, dal ricordo all’ispirazione, fino al risultato finale: collezioni con un’anima vera, capi con una storia da raccontare, che parlano anche di Stefano, delle sue passioni e delle persone che ama.
Leggendo questa intervista sarà impossibile non sentire pulsanti emozioni derivate da una forte PASSIONETRASMESSA. Vi farete un’idea chiara della persona, dell’uomo e del creativo. Un consiglio: leggetela ad alta voce, è tutta un’altra cosa.
Chi è Stefano Chiassai? Non mi sento un uomo maturo, ma un ragazzo di una certa età. Potrà sembrare un po’ troppo ispirata come affermazione ma è quello che penso veramente di me stesso in questo momento. Sono una persona molto positiva, spero sempre che domani possa succedere qualcosa di sorprendente, di bello, di positivo, di VITAFUTURA. Proprio per questo atteggiamento nei confronti della vita, sono sempre alla ricerca della mia identità, cerco ogni giorno di capire quali siano i mie limiti e le mie attitudini, anche per vivere al meglio il mio lavoro e gestire con soddisfazione la mia vita privata. Hai di fronte un ragazzo di una certa età MOLTOSENSIBILE che ha vissuto esperienze di vita forti, intense, negative, esaltanti, devastanti, eccitanti in un alternarsi di alti e bassi, con periodi neri che comunque sono riuscito a superare lottando contro tutto e tutti, per riuscire a fare della mia passione per la moda, una professione.
Come è la nata la tua passione per la moda? Grazie a mia madre che già a tre anni mi portava con sé nella piccola azienda di famiglia, sono cresciuto tra tavoli da taglio, macchine da cucire, sarte che lavoravano a mano e donne che stiravano CAPICONFEZIONATI. Accanto a mia madre ho conosciuto e ho visto lavorare stilisti che sono stati e sono ancora dei miti per me. Insomma una passione nata da una TRADIZIONEFAMILIARE perché anche mio fratello a 17 anni ha aperto un negozio di abbigliamento ottenendo subito un successo strepitoso, tanto che poi anche io ne ho gestito un secondo, continuando a studiare all’Istituto d’Arte di Firenze. E’ così che è iniziato tutto …nonostante da molto giovane pensavo di poter fare anche il musicista o il calciatore, due sogni realizzati a metà.
L’importanza di Firenze? Camminare nel centro di Firenze è sempre emozionante, è come essere dentro ad un libro di storia, non finisci mai di meravigliarti per la sua bellezza e per l’ENERGIASTIMOLANTE generata dalla sua arte e dalla sua storia. Firenze non è solo il simbolo della bellezza ma è anche la sede di Pitti Uomo, dove per la prima volta ho sfilato con la mia collezione Uomo nel 1986.
Ispirazioni e viaggi: il più bello e il prossimo Visto che sono uno STAKANOVISTA cerco sempre mete che siano capaci di sollecitare nuovi stimoli, luoghi dove posso fare ricerca, scattare foto, prendere appunti, scoprire negozi, mercatini, visitare musei, cerco sempre di unire l’utile al dilettevole, per questo Londra resta la città che non mi stanco mai di vedere. Sto programmando il prossimo viaggio, penso che andrò ben più lontano…
Progetto Stefano Chiassai Studio: come nasce e cosa fa? Nel 1994 abbiamo deciso con mia moglie Alex di chiudere la nostra Linea STEFANO CHIASSAI, una decisione sofferta ma inevitabile. Poco dopo è nata la società STUDIO CHIASSAI poi trasformatasi in STEFANO CHIASSAI STUDIO. Abbiamo ricominciato tutto da capo, incontrando numerose difficoltà, è in queste situazioni che capisci di chi puoi fidarti veramente, le difficoltà aiutano a crescere soprattutto quando hai esperienza e dimostri quanto vali come professionista. Noi ci siamo riusciti e oggi lavoriamo per brand internazionali della moda, restando SOTTOTRACCIA ma tornando a sfilare a Milano per la fashion week dedicata alle collezioni Uomo. Oggi SCS è un LABORATORIOCREATIVO in pieno FERMENTOENERGETICO, basta entrare nel nostro studio per capire come lavoriamo, il nostro è un mondo a parte, diverso da altri studi creativi, dove il lavoro è al primo posto come le relazioni umane ed il rispetto per il lavoro di tutti.
Come scegli le persone che fanno parte del tuo team? Ho insegnato per 12 Anni al Polimoda di Firenze e due COLLABORATTORI (come amo definirli) che lavorano con me sono stati miei allievi, gli altri li ho scelti seguendo la logica che sta alla base del mio modo di essere. Prima di tutto valuto le capacità professionali poi quelle personali che per me sono altrettanto importanti. Sono tutte persone molto diverse tra loro ma con la stessa semplicità, umiltà, voglia di ascoltare e di imparare, capacità di mettersi in discussione, umanità e in primo luogo tutti dotati di due grandi doti come il rispetto e l’educazione. Sono fermamente convinto che nel mondo della moda dovrebbe essere molto più diffuso proprio il RISPETTO ed una certa educazione al buon senso ed al buon gusto, ovviamente!
Cose che non ti piacciono nella moda? Credo sia evidente, la mancanza di rispetto, l’arrivismo a tutti i costi, l’opportunismo senza limiti. Trovo sia una pratica molto diffusa nel nostro ambiente, non fare caso alle conseguenze che possono arrecare certi comportamenti, la regola dell’ottengo tutto ad ogni costo, direi che potrebbe anche essere messa da parte oggi. Poi non mi piace un certo cattivo gusto che vedo girare per strada, anche in questo caso…“less is more”, bisogna sempre trovare l’equilibrio gusto, in tutte le cose della vita, dal lavoro a come ci si veste la mattina!
L’ultima lezione imparata e quella che ti piace trasmettere, e poi: famiglia e lavoro sono una combinazione possibile? Sarà una frase fatta ma nel nostro mestiere non smettiamo mai di imparare, ogni giorno incontro qualcuno di diverso (anche in aereo o in treno mentre mi sposto per lavoro), basta saper ascoltare gli altri e si riceveranno sempre lezioni interessanti. Questo per me è ancora più vero perché da sempre lavoro insieme a Alex, tra di noi non c’è solo complicità e stima ma anche la capacità di saper ascoltare l’altro, magari discutiamo (altrimenti sarebbe una noia mortale!) anche animatamente ma sappiamo sempre ritrovare l’armonia.
La tua citazione preferita? LOTTARE E COMBATTERE è diventato il mio motto giornaliero, è un mantra che mi ripeto ogni giorno, da sempre. Non mi sono mai arreso neppure davanti alle difficoltà, questo mi ha permesso di diventare quello che sono, lottando anche contro il mio io interiore che ancora oggi mi sussurra Non sei capace, non ce la fai, non ti riesce, sei debole, hai paura di tutto. Alla fine però vince sempre il mio lato positivo e ce la faccio sempre!
Cinema e musica: quanto sono importanti nel tuo lavoro? Sono fondamentali, immagini e suoni ma anche le parole di un film o di una canzone diventano per me degli input necessari al processo creativo. Vado ai concerti appena ne ho l’occasione, giovedì 5 novembre ero a vedere i DEEP PURPLE, come ho già detto la musica è un pezzo fondamentale della mia vita, ho imparato a suonare la chitarra da giovanissimo, avevo addirittura una band, insomma volevo diventare una rock star come molti negli anni settanta.
Un aggettivo per ogni decennio fino ad oggi
Allora io partirei da….
sessanta – sognobeat
settanta – rivoluzioneunderground
ottanta – esplosioneglamorous
novanta – minimalanalogici
duemila – spazialidigitali
duemiladieci – caosincerto
Creativi e caratteristiche umane: qual è il fil rouge? Direi che ne ho incontrati molti e ne frequento diversi, io appartengo a questa categoria e direi che i fattori che accomunano i creativi “veri” sono: la capacità di essere multitasking e iper-connessi (forse troppo adesso), intuitivi, visionari, facili a lasciarsi prendere la mano ma anche molto bravi a saper riconoscere i propri limiti.
Prossimi progetti? Sto lavorando ad un libro che chiaramente coinvolge il mio lavoro, il mio archivio, il mio MODUSOPERANDI. È già pronta l’idea grafica e proprio in questi giorni sto definendo la squadra per la distribuzione e la produzione… sarà una cosa molto speciale e interessante, un sogno che piano piano si sta realizzando, è un modo per “staccare” dalla ruotine che in certi momenti dell’anno trovo devastante. Anche questo è un modo per rigenerarsi, pulire la testa per poi riprendere a creare le collezioni dei marchi internazionali per cui lavoro.
Ultima domanda: Quando vieni a Milano a bere un caffè con me? Vengo spesso a Milano e la prossima volta sarà una mia piacevole premura chiamarti…