Il Natale è un momento di gioia e condivisione, ma è anche un’occasione per fermarsi e dedicare qualche minuto a se stessi. Per chi non ha molto tempo di leggere a causa del lavoro o dello studio, per chi è già stressato per i preparativi dei cenoni, i pochi giorni di festa che verranno saranno un pretesto per chiudersi in camera o in salotto in compagnia di un buon libro.
Ad attenderlo alcuni titoli che, in un modo o nell’altro, fanno percepire il profumo di biscotti allo zenzero e l’aria di neve.
Imprescindibile Il canto di Natale, un romanzo sociale come quelli che solo Dickens sa costruire, in cui si fondono denuncia e spirito delle feste, in cui l’astio di Scrooge si converte in umile gioia e altruismo. Per tutti noi che ci siamo sentiti aridi come lui almeno una volta, Il canto di Natale diventa una lettura obbligata per fare i conti con il passato e con il futuro senza dimenticare, però, di vivere il presente nel modo migliore per noi e per gli altri.
I lettori più giovani forse apprezzeranno letture più leggere e avvincenti. La saga di Harry Potter, soprattutto i primi libri, o Le cronache di Narnia, non fanno mancare un pizzico di avventura pur mantenendo un’ambientazione natalizia, almeno per parte della storia. Qualche ora di evasione per i più piccoli e per gli adolescenti, e per i genitori che con loro vogliano condividere un momento di lettura.
Sogno di Natale e altri racconti, di Luigi Pirandello, per il lettore più raffinato e riflessivo in grado di cogliere le sfumature pirandelliane e di comprendere il labile equilibrio su cui si poggia la spiritualità di ognuno di noi.
Una storia vera, ambientata nei giorni che precedono il Natale, Il tredicesimo dono di Joanne Huist Smith rappresenta ciò che di buono la vita può offrire anche nei momenti più bui. Jo ha appena perso il marito, ma nei tredici giorni che anticipano il 25 dicembre, lei e i suoi figli ricevono quotidianamente dei doni misteriosi che li accompagneranno in questo periodo e li faranno tornare a sorridere.
Per coloro che costantemente si interrogano sul senso di ogni cosa, il saggio Babbo Natale giustiziato di Claude Lévi-Strauss può offrire spunti di riflessione. Il testo parte da un fatto di cronaca degli anni ’50 avvenuto a Digione: il 24 dicembre 1951, davanti le porte della cattedrale, vi fu un’impiccagione simbolica, seguita da rogo, di Babbo Natale con lo scopo di condannarne l’eresia. Segue un’analisi socio-antropologico sulle origini di questo simbolo del Natale, partendo proprio dal risalto mediatico che ebbe la vicenda:
Fonte: Cultora