Correva l’anno 2005 e in un caldo sabato pomeriggio di fine maggio a Bologna si dava il via al culto della forza con l’istituzione della prima Diocesi Italiana del Culto della Forza ‘Pio Kenobi’. Un gruppo di fedeli, travestiti da studenti universitari più o meno fuori corso, dall’immaginazione fervida e dalle notti piuttosto bianche, mescolò Padre Pio e Obi Wan Kenobi sotto gli occhi di uno Yoda piuttosto perplesso.
Se è vero che quel goliardico rigurgito di culto pagano si esaurì rapidamente, ora che – ho uno scoop – sta per uscire il settimo episodio di Guerre Stellari ‘Il Risveglio della Forza’ (nei cinema dal 16 dicembre), proviamo noi a sintetizzare in modo arbitrario, parziale e felicemente idiosincratico le perle che i precedenti episodi ci hanno regalato.
Ecco quindi le tre citazioni che non si possono non fare, che tradiscono senza rimedio età anagrafica e riferimenti pop-culturali, alle quali siamo grati perché, ora che la rivincita dei nerds si è definitivamente compiuta con la trasformazione dell’ex secchione in sex simbol, possiamo finalmente riconoscere a Guerre Stellari il merito di aver rappresentato un indiscusso punto fermo fra le macerie ideologiche causate da fenomeni imprevedibili come la caduta del muro di Berlino e l’arrivo di Carlo Conti alla conduzione del Festival di Sanremo. Del resto, si potrebbe argomentare per decine di pagine il fatto che Guerre Stellari sia il più riuscito frullato di tutti gli archetipi narrativi della storia, fra costellazioni familiari intricate, madri, padri, nemici, amici, amanti che si mescolano, eroi redenti e identità multistrato da sfogliare a suon di spade laser. Ve le serviamo così, da gustare in punta di dita fra un aperitivo e l’altro e ripescare con un sorriso davanti a figli e nipotini avidi di saggezza genitoriale a rapida assimilazione. Chiaramente è tutta una farsa, quindi ne siamo assolutamente convinti.
La Paura è la via per il lato oscuro.
Ci piace vincere facile e partiamo con il classico dei classici, che però si palesa in questa formulazione sublime e sintetica solo ne ‘La Minaccia Fantasma’, il primo (cioè il quarto) episodio, ovviamente per bocca di Yoda, piccolo e verde depositario della Forza e della Saggezza. Siamo ai vertici dei consigli non ascoltati, considerando che il destinatario è niente meno che il futuro Dart Fener, cioè IL cattivo, ma non per questo ci sentiamo in diritto di buttarlo via. A titolo puramente ludico, si potrebbe ad esempio dare un’occhiata a quali sono i motivi che ci fanno arrabbiare e se magari non c’è sempre qualcosa che ci sembra di perdere, fosse anche semplicemente l’ultima parola. Si fa per dire, certo.
Fare o non fare, non esiste provare.
Yoda probabilmente era originario di Milano, il che spiega il verde pc dell’incarnato, il precoce (?) invecchiamento da smog e una certa tendenza a spiegare al prossimo come si sta al mondo (magari azzeccandoci!). Basta con i lassismi, con una spada laser per le mani non si può stare a pettinare le bambole: o si salva l’universo o fora di ball. Certi di incontrare con queste parole il plauso di un certo efficentismo, veniamo però colti da un dubbio: non è che invece magari il buon Yoda vuole semplicemente dire di fare le cose per bene? Qualsiasi, anche mettere la cera e togliere la cera…ma questa è un’altra storia.
Aiuterebbe se scendessi a spingere?
Leila dixit. Femminismo in salsa intergalattica, sontuoso annichilimento del maschio con poche, semplici parole: sei pur sempre Principessa e non importa se hai le trecce intorno alle orecchie (nota biografica: la parrucchiera del mio paese mi pettinò esattamente così per la mia Prima Comunione, non mi sono ancora ripresa). Ricapitoliamo. Ian Solo sta mettendo in salvo la principessa sulla sua astronave Millennium Falcon. Ian Solo è l’ultratestosteronico giovane Harrison Ford, sorriso da stregatto e occhio senza macchia e senza paura. Velocità, tecnica, forza muscolare, chi più ne ha più ne metta: il pilota intergalattico è la versione fantascientifica del principe sul cavallo bianco. Ma…l’astronave borbotta, arranca, perde pezzi e i nemici si avvicinano e lo sguardo di Leila vira rapidamente verso quello dell’indimenticata Sandra Mondaini davanti al prode Raimondo reo di non aver fatto la revisione dell’auto. Dai, facciamo come se mi avessi salvato, però dammi le chiavi della macchina che la porto io a riparare.