In un suo quote Iris Apfel – icona worldwide di stile assoluto – afferma: “Fashion you can buy, but style you must possess”. Ovvero – in poche parole – la moda la puoi comprare ma lo stile lo devi possedere…
Niente di più vero. Parole azzeccate. E aggiungo anche, che quando lo stile lo possiedi, e questo è forte, visibilmente forte, davvero riconoscibile, c’è chi ti imita o almeno tenta di farlo.
E c’è chi ti segue o meglio ti insegue – davanti all’entrata delle sfilate, da Milano a Parigi fino a New York, o si “piazza” davanti a te nelle front row: per fotografarti, capire, cogliere, catturare anche per una frazione di secondo, ciò che fa o farà tendenza o addirittura per tentare di essere come te. O ancor di più, si “piazza” davanti a te, perché vuole essere plasmato, educato, guidato da vicino ma anche da lontano, attraverso le immagini dei magazine.
Ecco, in breve, tutto ciò lo possiede (e succede) a Viviana Volpicella. Perché la super-stylist ogni stagione, sia che si parli di primavera-estate o di autunno-inverno, sia che si rimanga a Milano o ci si sposti a Londra o si vada a Parigi o qualche giorno a New York, ecco essere sempre lei tra le donne-icone più cercate, fotografate, imitate. E tutto in quel perfetto sistema detto-definito di “influencer” dove lei è tra le massime espressioni di riferimento per chi la moda la ama, la segue sempre e comunque e ad ogni costo.
Così dallo street-style, fuori dagli show di haute couture o prêt à porter fino agli editorials da lei seguiti nello styling, lo stile Volpicella detta legge… sia che si tratti di gipsy style … come lei stessa dice di essere soprattutto d’estate, sia che si tratti invece di boyish style soprattutto (come lei stessa ancora afferma) di inverno o quando invece è addirittura un mix di tutte e due.
Ho incontrato Viviana Volpicella, questa settimana per Focus On, per parlare con lei del suo lavoro, partendo dalla sua formazione come architetto, per poi arrivare a Milano nel team di Anna Dello Russo – donna tra le più potenti della moda – per la quale Volpicella è stata fashion assistant, fino al suo lavoro come stylist per alcuni tra i più importanti magazine internazionali e il suo ruolo anche come fashion director per il sito super cool La Double J.
Viviana lei ha un percorso che mi incuriosisce molto sotto tanti aspetti. Mi racconta come ad un certo punto ha detto basta alla carriera di architetto per diventare una delle fashion editor, “influencer” e icone di stile così tanto fotografate e seguite dall’ambiente della moda? In realtà il passaggio è stato quasi automatico, perché mi ero laureata con una tesi in “Architetture per la moda”. Erano gli anni dei primi progetti di Rem Koolhaas per Prada e ho studiato quella nuova forma di mecenatismo. Quindi il mio canale verso la moda era già aperto, inoltre è sempre stata una passione. Durante gli anni di università , invece di abbonarmi a riviste di architettura e design, ho sempre preferito quelle di moda. Poi ho deciso di trasferirmi a Milano per un master da fashion editor, al termine del quale ho avuto la fortuna di salire sul treno veloce che si chiama Anna Dello Russo, e sono entrata nel suo team come fashion assistant. Lei è la mia maestra assoluta. Se faccio questo mestiere lo devo a lei.
Che effetto le fa sapere che tante donne traggono ispirazione dai suoi look, dal suo stile così colorato, elegantemente “funny” e ricercato? Ne sono molto onorata e fiera. Ritengo che il mio sia davvero un personal style e non dettato solo dalle tendenze. Il fatto che il messaggio venga recepito, mi dà grande gioia.
Cosa significa avere stile? Ma soprattutto secondo lei lo stile si può acquisire, si può imparare, si può migliorare oppure è tassativamente innato? E a questo proposito come definirebbe il suo stile? Lo stile è assolutamente innato. Su questo non ci si può sbagliare. Non è necessario lavorare nel mondo della moda per avere stile. Ho delle amiche “stilosissime” che sono avvocati, galleriste, mamme, medici. Definisco il mio stile un po’ gipsy (soprattutto d’estate) e un po’ boyish (soprattutto d’inverno). Quando poi riesco a fare il mix, sono alla mia massima espressione di stile!!!
Che cosa deve avere un look per funzionare… per colpire, per non essere noioso, ovvio, o semplicemente normale? Per spiegarmi meglio, una donna deve giocare sull’ironia? Sulla personalità? O su cosa perché il suo look funzioni? Sull’essere donna con fermezza e fierezza. Poi, lo dico sempre, il miglior accessorio è il sorriso. Illumina te e soprattutto gli altri all’istante.
Sono rimasto molto colpito anche dagli accessori che indossa. Come li sceglie? Generalmente vado a fissazioni. Per un periodo posso essere ossessionata da delle collane, o da un tipo di scarpe, o da un colore e ci costruisco intorno i miei look. Cerco di fare in modo che gli accessori-ossessione funzionino con tutto. Adesso è il tempo della bandana rossa. Ne ho al collo una vintage americana dal luglio 2015, e per ora ha girato benissimo sui look estivi ma anche brillantemente su quelli invernali.
Quali sono le donne – parliamo anche di celebrities se preferisce – dalle quali è particolarmente (o è stata) particolarmente colpita e che per lei sono state in alcuni momenti forse anche un’ispirazione? Manuela Pavesi, Bianca Jagger, Florinda Bolkan, Keith Richards (anche se è un uomo) e Nina Yashar.
In tempi così delicati per tutti, secondo lei la moda dov’è diretta e soprattutto come sta cambiando tutto il suo sistema? Si sta tornando ai grandi classici, alle immagini riconoscibili, ad aprire i grandi archivi e i vecchi armadi. La ricerca ossessiva di qualcosa di nuovo è stanca e non dà più frutti interessanti.
Mi racconta una sua giornata tipo e i progetti sui quali ora è particolarmente impegnata, tra i quali anche il suo ruolo di Fashion Director accanto alla giornalista JJ Martin nel nuovissimo progetto La Double J? Oltre a La DoubleJ continuo il mio lavoro di stylist freelance. Faccio consulenze stilistiche per varie aziende di moda e servizi fotografici per magazine internazionali, più che italiani.
Lasciamo da parte per un attimo la moda o l’architettura… che cosa le piace fare per rilassarsi? Quali sono le sue passioni? In poche parole com’è Viviana Volpicella nel privato e lontano dal mondo della moda e dagli scatti dei fotografi? Adoro praticare bikram yoga, in una classe a 40 gradi di temperatura. Mi alimento di musica e cinema. Ma soprattutto mi prendo cura della mia anima seguendo corsi di autoaiuto, pulizia del karma, per far stare bene me, ma soprattutto gli altri, e sopravvivere nel mondo insano della moda.