Si spegnava il 1° gennaio del 2003 Giorgio Gaber, una delle figure del mondo dello spettacolo e della musica più influenti del secondo dopoguerra, celebre per essere stato cantautore, commediografo, regista ed attore teatrale.
La carriera da artista inizia dalla giovane età, infatti, durante l’adolescenza, Gaber inizia a suonare la chitarra per superare una forma di paralisi che gli aveva colpito il braccio sinistro.
Prosegue gli studi e frequenta la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi, mantenendosi gli studi facendo diverse serate al Santa Tecla di Milano, dove avrà la possibilità di conoscere Adriano Celentano, Enzo Jannacci e Mogol.
Dopo i primi 45 giri, Giorgio Gaber raggiunge il successo all’inizio degli anni ’60, con “Non arrossire”, scritto insieme alla cantante ed attrice Maria Monti (con cui nasce un sodalizio sentimentale oltre che professionale).
Gli anni successivi sono quelli che fanno da sfondo ad una carriera brillante e ricca di successi con brani del calibro di “Le nostre serate”, “Le strade di notte”, “Il Riccardo”, “Trani a gogò”, “La ballata del Cerruti”, “Torpedo blu” e “Barbera e Champagne”.
La vita professionale di Gaber inizia a farsi strada anche nel mondo della televisione, parallelamente alla musica, conducendo diversi spettacoli e partecipando a 4 edizioni del Festiva di Sanremo.
Anche il teatro vede protagonista Giorgio Gaber che si vede proporre, da parte del Piccolo Teatro di Milano, la possibilità di realizzare un recital, “Il Signor G”, in cui alternare parti cantate e parti recitate, con l’obiettivo di dare vita ad uno spettacolo che fosse una fusione di canzoni e monologhi, capaci di suscitare ironia, senza tralasciare l’aspetto più legato alla coscienza sociale e politica.
“Credo che il pubblico mi riconosca una certa onestà intellettuale. Non sono nè un filosofo, né un politico, ma una persona che si sforza di restituire, sotto forma di spettacolo, le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell’aria”.