Al risveglio la mattina del previsto esordio nella prima tappa ufficiale “casa-ufficio”, mi sento eccitata come nelle grandi occasioni. Ce la farò? Perderò tutta la mattina arrancando sui pedali? Arriverò così sudata da dovermi docciare e cambiarmi completamente trafugando furtiva qualche capo in showroom?
E ancora, pensando con una certa inquietudine al ritorno nel buio della sera: dovrò abbandonare la bici e chiedere aiuto per riuscire a tornare a casa sana e salva?
Bando agli indugi, si va.
Tra le pochissime cose che ho preso dal nonno, precoce ingegnere a 21 anni, c’è la fissa per le mappe e le carte geografiche. E così avevo già studiato il percorso almeno una dozzina di volte. Sulla carta. O meglio, sulla rete. Avevo adocchiato un passaggio Nord Ovest che, puntando deciso a Sud, mi avrebbe portato a destinazione in poco più di 6 km. Unico dislivello, il ponte di via Farini.
Così, sentendomi tanto manager contemporanea pronta a sfrecciare nella city mi ritrovo in cortile con la moutain bike recuperata al mio fianco, fido destriero.
Naturalmente per questo primo appuntamento avevo già acquistato alcuni indispensabili accessori. Prima di tutto il caschetto, nero e semplice, da Decathlon. L’area bicicletta è sempre più trendy ed è bello passare a dare un’occhiata anche quando pensi di non avere bisogno di niente. C’è sempre qualcosa da scoprire.
Poi lo zaino. Cercavo qualcosa di liscio e piatto, giusto-giusto per ospitare il mio Mac e poco altro. Trovo la soluzione dalla MH Way, lo zaino pc della linea Dolce è semplicemente geniale. Assomiglia a una 24 ore morbida e ha il fondo espandibile con la zip. La sua forma verticale si adatta a piccole schiene, come la mia.
Poi le luci, tutte trasparenti, di Le Coq Sportif.
Non poteva infine mancare il tocco sporty-fashion ed eccomi così a sfoggiare il polpaccio celeste con le calzine “Bubba” di The Wonderful Socks. Sì, proprio quelle dedicate all’amico di Forrest Gump. Così, quando mi sento “stanchina”, posso provare a immaginarmi strafiga come Julia Kristin, ambassador del brand, che indossa lo stesso modello, con qualche centimetro in più tra caviglia e ginocchio, of course. Che invidia!
L’idea della traversata mi aveva anche responsabilizzata su un’annosa questione: la colazione. Una vita senza. Fa malissimo, lo so. Ma non amo i dolci e ogni volta che apro il frigo mi viene voglia di tagliarmi una fetta di salame, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Meglio quindi non aprire mai quella porta.
La mission della bici ha però compiuto un piccolo miracolo facendomi studiare, per la prima volta nella mia vita, cosa fa bene ingerire al mattino per avere un po’ di carburante in più. Ecco quindi la formula magica: Yakult Light + barrette di cereali Aptonia. D’inverno è buono il cioccolato con o senza frutti rossi, d’estate sono fantastici i gusti alla frutta, dal mango alla mela.
Rassicurata dall’appello delle risorse dove, dalla piuma magica di Dumbo alle energie della prima colazione, sembra proprio che non manchi nulla, inforco la bici e via! A pugnar contro il pavè.