Nato a Ragusa di Dalmazia, Ottavio Missoni si trasferisce, a soli sei anni a Zara, città in cui vivrà l’intera giovinezza.
Sin da giovanissimo, si appassiona al mondo dello sport, in particolare all’atletica leggera: talento e passione si uniscono e nel 1935 Ottavio Missoni veste con orgoglio la maglia azzurra.
Lo sport ha sempre giocato un ruolo determinante nella vita di Missoni, che torna a praticarlo dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Abbandonata Zara, Missoni ha necessità di mantenersi, così inizia a lavorare come modello a Milano, dove conoscerà la sua compagna di vita e futura moglie Rosita Jelmini.
La famiglia di Rosita era proprietaria di una fabbrica di scialli e tessuti, così che anche Ottavio ha modo di avvicinarsi al mondo della maglieria: intorno alla metà degli anni ’50 Rosita disegna vestiti e prepara confezioni, mentre Ottavio propone i campionari ai vari negozianti.
È il 1960 quando iniziano ad apparire sulle riviste i primi capi firmati Missoni colorati e creativi, leggeri ed innovativi per un epoca in cui i tessuti colorati avevano qualche difficoltà ad emergere e a farsi prediligere da un pubblico che era ancora molto affezionato al nero e alle tinte unite.
Ottavio Missoni è stato definito “Maestro del colore” dal pittore francese Balthus, tanto da fare di questa scelta il proprio stile e il proprio mestiere: l’innovazione introdotta da Missoni, relativa a tessuti colorati e leggeri è stato il punto di forza che ha decretato il successo commerciale dell’azienda.
La prima boutique Missoni apre a Milano nel 1976 e, pochi anni più tardi, lo stilista è chiamato a realizzare i costumi di scena per la prima della Scala: lo spettacolo era “Lucia di Lammermoor”.
Nel 2013 Ottavio e Rosita Missoni sono vittime di una tragedia legata alla scomparsa del figlio Vittorio. Da quelo momento la salute di Ottavio inizia a compromettersi, fino a quando muore nell’aprile del medesimo anno, all’età di 92 anni.