Le coppie della moda. Che cosa significa oggi la coppia della moda? Significa ancora banalmente solo fare-dettare-creare – in coppia – il trend? Può darsi…
O forse significa essere – la coppia – attentamente osservata – segretamente imitata o spesso seguita? Può darsi ancora. Anzi questa volta è molto molto probabile.
O invece significa – questa la mia teoria – essere la coppia principalmente amata, fondamentalmente ammirata e quella (per chi la conosce anche di persona), che ti fa sentire davvero bene per la sua trasparente-sincera-sana-naturale-coinvolgente compagnia? Oggi è questa, è questo il concetto della coppia della moda per eccellenza. Ovvero la coppia che parla di trasparenza, amore e – che racconta a tutti – di passione vera, di obbiettivi professionali e successi raggiunti e condivisi “a due” in ogni “virgola” della giornata.
La coppia che (amicizia stretta o meno), anche in lontananza ti scuote l’animo… (non per il trend comunque presente), ma soprattutto per il messaggio di positività, benessere, energia, amore, totale complicità e completezza che trasmette: a se stessa e agli altri.
E l’incastro perfetto, il legame, e ogni spazio ristretto della quotidianità, i dettagli di tutte le ore della giornata sono “a due”: lavorano assieme, discutono assieme, litigano, parlano, si preoccupano e gioiscono assieme: di budget, di casting, di location, di video, di shooting, di advertising, di editorials e poi la giornata continua e continua… e parlano, discutono, gioiscono assieme: di famiglia, di aspetti privati, di affetti speciali, di figli e molto altro. Tutto ruota attorno ad una professione comune o parallela, e tutto si completa, integra e racchiude come una “vita” unica: famiglia e lavoro. Questo mio primo incontro – questa settimana – è con Adriano Russo e Silvia Cammilli.
Il mondo – il loro mondo – è l’immagine. L’immagine di moda. L’immagine vista con gli occhi del fotografo e l’immagine di moda vista da chi invece questa (Silvia Cammilli) la coordina come agente e producer. Fotografo tra i più talentuosi e richiesti, Adriano Russo collabora per alcuni tra i magazines nazionali ed internazionali che la moda, lo stile, lo trattano e raccontano “in toto”. E parliamo di Vogue Italia, L’Uomo Vogue, Sportweek, GQ Japan, Interview, Esquire, Sportswear International, Robb Report, Surface Magazine, D Della Repubblica e molti altri…. Ma si sono affidati a lui – tra gli altri – e al suo obbiettivo, anche marchi come La Perla, MSGM, Pinko, Sisley Junior, Just Cavalli, Jil Sander, John Richmond, Extè, Malo… E in una coppia dove il tutto-moda ruota alla perfezione, Silvia Cammilli – sua compagna – invece è agente e producer manager ed oggi, cura produzioni fotografiche per le più importanti testate di moda e sempre ad altissimo livello. Ecco allora (tra le altre), ancora Vogue Italia, Vogue Japan, Glamour, GQ, Sportweek, El Pais Semanal, Vanity Fair, Robb Report, Essential Homme… e clienti tra gli altri come: La Perla, Armani Junior, MSGM, Goldenpoint, Luisa Spagnoli, Frette, Met Jeans, Lab Pal Zileri. Li ho incontrati questa settimana per Focus On: loro una delle coppie più amate e ammirate del circuito moda.
Adriano e Silvia lasciamo stare per un attimo Milano, la moda, i set, le sfilate, gli shooting, le produzioni fotografiche di altissimo livello e quei ritmi a volte impossibili di questo settore. Mi raccontate invece qualcosa che riguarda il vostro passato? Come si cresce Adriano, in una terra bellissima come la Puglia o invece in Toscana Silvia? Che ricordi avete? Che cosa c’è in/di voi, di queste due terre? Mi raccontate qualche aneddoto della vostra infanzia? Che tipo di bambini eravate?Silvia: Sono cresciuta in campagna fuori Firenze, sono tanti i ricordi che porto sempre con me, l’aria fresca, gli odori della campagna, gli abbondanti pranzi dai nonni, i paesaggi toscani e tanti amici. Impossibile negarlo c’è molto di toscano in me, dall’accento, all’amore per la natura, al buon cibo; tutto si rispecchia in me oggi.Adriano: La Puglia è un luogo fantastico dove la primavera ti avvolge. Sono nato ad Ostuni e il dialetto, il profumo del mare d’inverno e della primavera e le corse da bambino nella terra rossa, rimarranno indelebili nei miei ricordi. Però nell’adolescenza sono anche scappato via, prima a Firenze poi a Berlino. Ho vissuto tanto in giro perché la Puglia è anche un posto lontano dove è difficile avere rapporti con le altre regioni vicine. Un ricordo particolare dell’infanzia sono le notti d’estate con i parenti nella casa in campagna. C’era molta voglia di stare insieme e di viversi.
Che cosa è successo dopo? Come ci si avvicina piano piano alla fotografia, ai set, alle produzioni e agli shooting di moda? Come si evoluto il vostro percorso? Silvia: Era la sera di Capodanno del 2002 quando ho conosciuto Adriano. Abitavamo ambedue a Firenze per motivi diversi ma avevamo lo stesso obiettivo: cambiare. Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro ma la voglia di affrontare una nuova avventura insieme era tanta, è stato così che sono arrivata a Milano. In pochi mesi sono entrata a lavorare come assistente di produzione in un’agenzia di rappresentanza fotografi e stylist ed è stato lì che ho capito che era proprio la strada che avrei voluto seguire. Negli anni sono diventata Agente e Producer Manager lavorando con i più importanti fotografi e stylist italiani. Adriano: In Puglia ho frequentato il liceo artistico, ma tutti i miei fratelli hanno avuto una spiccata sensibilità al disegno e alle cose artistiche. Poi c’è chi lo ha portato avanti e chi magari ha preso strade diverse. A 17 anni mi sentivo però già stretto ad Ostuni e ho deciso di continuare la scuola d’arte a Firenze. Lì ho iniziato a fotografare e a frequentare l’università con indirizzo cinema. Dopo sono partito a Berlino dove ho vissuto qualche anno e dove ho portato avanti la passione della fotografia in modo sfrenato. Ho fotografato qualsiasi cosa, dalle persone ai luoghi (dovrei allestire una mostra con quel materiale). Ho visto la Berlino del post muro ed è stata un’esperienza incredibile che mi ha aperto la testa. Di passaggio a Firenze una notte ho conosciuto Silvia, mi ero appassionato di fotografia di moda, quindi la strada più giusta era trasferirsi a Milano e così è stato….
Adriano, qual è il cinema che sente più vicino a lei e che influenza quotidianamente e maggiormente i suoi lavori? Adriano: Per tanti anni il cinema ha influenzato le mie foto, luci, ambientazioni, erano la linfa per far nascere nuove foto. In questi ultimissimi anni la fotografia di moda si è spostata su altri canoni estetici, il campo cinematografico è sicuro motivo di punta ma c’è una ricerca artistica più legata ad ambientazioni finto casuali ed un altro tipo di sensibilità di moda. In ogni caso i film di Antonioni, Vincent Gallo, Truffaut, Petri sono i classici che non si può fare a meno di guardare. Ma la lista sarebbe lunghissima…. Tarantino compreso.
Quali sono invece i tratti – nei vari editoriali o campagne stampa – che caratterizzano il suo stile fotografico? Adriano: La luce naturale, ricercata e sofisticata, rende tutto più magico e prezioso. In questo momento però la luce, il mood, deve avere un’ambientazione un po’ più heroin chic quasi sbagliata ma a differenza degli anni 90, anche la scelta dei modelli è molto più particolare. C’è molta voglia di naturale, il ritocco è praticamente finito, lo si fa per alcune campagne ma deve essere molto leggero.
Silvia lei si occupa invece da diversi anni di produzione. Ovvero nello specifico segue e cura produzioni fotografiche ad altissimo livello per alcune tra le più importanti testate di moda, penso per esempio a Vogue Italia, Vogue Japan, Glamour, GQ, Sportweek, El Pais Semanal, Vanity Fair e tante altre… Adesso dopo anni di esperienza lavora come free-lance. Mi racconta esattamente, per chi fosse poco addentro a tutto questo mondo, in che cosa consiste nello specifico il suo lavoro? Silvia: Il mio ruolo consiste nel lavorare a stretto contatto con Fotografi, Stylist e Direttori Creativi. Insieme si decide e si valuta la creatività di un progetto, in base ai budget a disposizione, dal concept, alla luce fotografica allo styling. Quando questa viene poi approvata dal cliente, inizia la parte di produzione che consiste nell’organizzare tutti i dettagli utili per il giorno o i giorni delle riprese: ricerca della location/studio fotografico, luci e attrezzature, trasporti, catering, eventuali scenografie ma soprattutto scegliere tutto il personale adatto al lavoro che si dovrà realizzare: modelli, parrucchieri, truccatori, scenografi, assistenti. etc.
Quando penso a voi due, ho sempre avuto l’idea di una bellissima coppia che la moda la respira davvero “in toto”. Voglio dire che avete quotidianamente entrambe un po’ in pugno, tutto quello che in questo settore succede … Avete a che fare con chi si occupa di hair and make up, con i fornitori per organizzare i set, con le agenzie di modelle-i, gli stilisti, gli uffici stampa, i magazines … Lei inoltre Silvia l’abbiamo vista per amicizia anche in pedana per Andrea Incontri. Detto questo qual è la vostra opinione sulla moda oggi (con tutti i suoi meccanismi, il fast fashion, gli stilisti che vengono allontanati dalle maison, i frequenti cambi di poltrone, le bloggers, e così via). In poche parole dove sta andando la moda? Dove siamo diretti? Silvia: Credo che come in tutti i settori, siamo in un periodo di pieno cambiamento. L’era del digitale ha cambiato davvero tanto il modo di comunicare, di proporre e di vendere la moda. Basta considerare che oggi un pubblico enorme segue la moda tramite i social network e i blogger. Si preferisce guardare le sfilate su instagram magari sull’account di uno stylist importante, o appunto di un blogger, e scoprire le nuove collezioni in questo modo. Io personalmente sono entrata nella moda quando ancora tutto questo non esisteva e sono ancora assolutamente innamorata nel vedere le sfilate dal vivo e leggere le riviste sfogliandole.
Secondo voi oggi esiste ancora la vera critica di moda? Per esempio quella dei giornali? Ed inoltre qual è oggi – soprattutto in tempi così difficili – il confine/equilibrio tra libera creatività e business? In poche parole quando finisce l’una ed inizia l’altro? Adriano: La critica esiste ma la moda ormai la dettano altri canali, basta vedere Gucci ma anche altri super brand che stanno cambiando tutto all’interno. Sembra a volte, che un po’ la moda la dettino gli “Instagram Addicted”. Forse questa è la nuova rivalsa dei giovani che per anni sono stati quasi messi da parte ma negli ultimi anni sono diventati un po’ il perno di alcune scelte sia estetiche che di mercato. Sicuramente adesso la moda è business al 100% ma c’è sempre qualcuno che si fa notare per il contrario.
Parlando di set fotografici, shooting, produzioni, quando un servizio è davvero vincente? Quali sono gli elementi che devono essere sempre presenti perché un editoriale funzioni al meglio e il risultato sia perfetto?
Silvia: La perfezione si ha quando il fotografo con le luci, lo stylist con l’abbigliamento, l’hair stylist con i capelli ed il make up artist con il trucco, riescono con il loro lavoro ad avere una sintonia così perfetta da seguire tutti la stessa direzione nel realizzare il concept indicato. Adriano: Il risultato perfetto per un buon shooting è il team. Una sola persona fuori posto ed il lavoro non ha la bellezza che ti aspettavi.
Sul set dove ognuno – dal make up artist, a chi fa i capelli, allo styling ha spesso un suo stile ben preciso – chi ha l’ultima parola (quella definitiva) sul risultato dello shooting? L’ultima parola è quella del fotografo? Silvia: Diciamo che tutti cercano, come dicevo prima, di seguire un’idea creativa nata se presente dall’art director oppure dal fotografo e stylist. Se si tratta di un editoriale l’ultima parola è del fotografo e della stylist che rappresenta il magazine. Se parliamo di una campagna, l’ultima parola poi spetta al fotografo che comunque si interfaccia con il cliente che solitamente è presente sul set e si può fare un’idea del lavoro già durante gli scatti/riprese.
Voi avete una bellissima bambina, che sta – immagino – crescendo e respirando già fin da piccola un’atmosfera di grandissima creatività. Che tipo di genitori siete e come organizzate la vostra giornata? Silvia: Si, insieme abbiamo una bambina di 2 anni e mezzo che amiamo alla follia! Siamo due genitori giovani ma comunque attenti a cosa mangia e all’educazione. Forse adesso è ancora piccola ma sicuramente respirerà un’aria fatta di artisti, fotografia e design. Al momento il nostro ufficio è molto vicino alla casa e alla scuola così riusciamo a conciliare bene la giornata tra lavoro e famiglia. Adriano: A 6 mesi era sulla cover di Vogue Spain (foto: Giampaolo Sgura) ma è stato quasi per caso, non è quello che mi interessa. Preferisco che viva come me un’infanzia semplice e di belle esperienze. Lo scorso anno durante il periodo delle ciliegie ho preso un aereo e l’ho portata in Puglia dove abbiamo 2 alberi giganti di Ciliegie per farle capire che i frutti si raccolgono dall’albero. E’ impazzita.
Adriano lei ha a che fare per il suo lavoro con tantissimi designer. Parliamo di new talents. Chi pensa – tra questi – che stia facendo un bel percorso? Desidera farmi qualche nome? Adriano: mah, ci sono tanti bravissimi designer. Alcuni li ho conosciuti come new talents ed in pochi anni sono diventati dei marchi di riferimento. Quelli che conosco e che stimo molto sono già molto conosciuti. Non faccio nomi perché se poi ne dimentichi qualcuno poi sai come funziona…siamo tutte primedonne in questo settore.
Cosa significa secondo voi in questo lavoro, avere il senso della moda, avere un occhio moda e il senso dello stile? Adriano: Sai è una cosa che non si riesce a spiegare con le parole…
Qual è il suo stile Silvia? Chi sono i designers che sente più vicino a lei, alla sua personalità? Silvia: Sono una persona che non ama troppo apparire. Punto sulla semplicità ma sempre di ottima qualità, mi trucco poco e con toni molto naturali. Amo gli accessori mai troppo vistosi ma preziosi.
Adriano, ogni volta che sento parlare di Steven Meisel, tutti ripetono che è molto più di un fotografo, perché si dice che sappia esattamente di tutto: ovvero si intende di capelli, di make up, conosce esattamente al dettaglio tutto ciò che ruota dietro ad un’immagine. Vorrei anche il suo parere. Ovvero quando un fotografo è completo nel suo lavoro? Per esempio quando oltre ad essere un creativo ha anche un grande senso del business? Oppure non so quando riesce a trasmettere con le foto la filosofia del brand? Qual è la sua opinione? Adriano: come ho detto prima fino a qualche anno fa, tutte queste ricette facevano più o meno bravo un fotografo. Per farsi un book dovevi avere tutto perfetto, il capello, lo styling, la modella ed il ritocco. Tutto doveva essere al top, Steven Meisel, Mert e Marcus erano le punte. Oggi c’è uno stile più inglese, capelli sono super semplici, makeup quasi inesistente e lo styling è molto più concettuale.
Quali sono i vostri progetti? Silvia: I progetti sono tanti. Un nuovo spazio di lavoro, un nuovo concept ma meglio non svelare troppo magari ne parleremo nella prossima intervista. Adriano: Ho preso un grosso spazio ma avrà vari obbiettivi non solo legati alla fotografia.
Come vi rilassate quando non lavorate? Che cosa vi piace fare? Adriano e Silvia: Amiamo viaggiare quindi se abbiamo periodi di vacanza cerchiamo sempre di viaggiare con tutta la famiglia ovviamente. Giriamo varie città europee per vedere mostre etc.. Spesso, se abbiamo pochi giorni ci piace andare in Toscana dove abbiamo i nostri parenti ma ancora tantissimi amici.