Quante volte ci siamo trovati, ci troviamo e ci troveremo di fronte ad una scelta difficile? Decisioni importanti, da prendere di fronte ad un bivio. Scelte che ci possono cambiare dentro, che possono cambiare la nostra vita e la nostra carriera. Ed è il tema della scelta che accompagna le principale pellicole in uscita al cinema in questo weekend.
Miglior Attrice, Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Non Originale (di Nick Hornby). Tre nomination agli Oscar che Brooklyn, il film tratto dal romanzo di Colm Tóibín, si è ampiamento meritato. A partire da Saorsie Ronan che ha vestito i panni di Eilis, la protagonista assoluta di questa storia ambientata negli anni ’50. Eilis è una ragazza che ha sempre vissuto nella piccola cittadina di Enniscorthy, in Irlanda, dove tutti sanno gli affari di tutti. Non trovando però lavoro e prospettive, incoraggiata dalla sorella, decide di andare in America per realizzarsi. Sentendosi come un’esule, arriva nel caos multiforme di Brooklyn avendo già nostalgia di casa. Non appena Eilis impara con destrezza ad adattarsi alla vita newyorkese, incontra Tony, un pretendente che vuole conquistarla a tutti i costi. Ma proprio quando sembra sul punto di iniziare una nuova vita, una tragedia familiare la riporta in Irlanda e alla vita che si è lasciata alle spalle.
Anche in Irlanda c’è chi la vuole. Così quella di Eilis diventa una scelta tra due uomini, due paesi e due destini. Restare nel paese dove si hanno le proprie radici o tornare in America dove Eilis da ragazza è diventata donna? Attraverso il taglio contemporaneo del film, la storia torna sui ritmi raffinati degli anni ‘50, quando a seguito della seconda guerra mondiale un’ondata di persone viaggiava per la prima volta sulle coste statunitensi in cerca di fortuna. Tra partenze, amori e desideri, in questo suo viaggio inaspettato Eilis si troverà con il cuore diviso in due. Arrivando ad affrontare uno dei dilemmi più incredibili e complicati che caratterizzano il nostro mutevole mondo moderno: trovare il modo di far coincidere il luogo da cui proveniamo con quello in cui sogniamo di andare.
Una scelta professionale fu invece presa nel settembre 2004 da Mary Mapes, ex produttrice della CBS News, che decise di mandare in onda un reportage investigativo nel quale venivano rivelate delle prove secondo cui il Presidente George W. Bush aveva trascurato il suo dovere nel periodo in cui prestava servizio come pilota nella Guardia Nazionale dell’Aeronautica del Texas, dal 1968 al 1974. Una notizia-scandalo che fu presto spenta, mentre sotto la lente di ingrandimento ci finirono la Mapes e il giornalista Dan Rather, ex famoso conduttore di 60 Minutes. Una vicenda che arriva al cinema con Truth, il film di James Vanderbilt che poggia sul memoir della stessa Mary Mapes (pubblicato nel 2015, Truth and Duty: The Press, the President, and the Privilege of Power). Mary Mapes e Dan Rather (interpretati nientemeno che da Cate Blanchett e Robert Redford) alla fine furono messi a tacere, rimossi, zittiti: la prima licenziata, il secondo costretto a dimissioni forzate. Un esempio di come funziona il giornalismo, completamente pilotato da chi detiene il controllo e il potere politico.
Scelta di vita e scelta professionale si mescolano invece ne La Corte, il film di Christian Vincent con un sontuoso Fabrice Luchini che, per questo ruolo, si era aggiudicato la Coppa Volpi come Miglior Attore all’ultima Mostra del cinema di Venezia. Il suo personaggio è un giudice spietato, Presidente di una corte di assise. Solitamente le sue condanne non sono mai inferiori a dieci anni. Ma ogni cosa viene sconvolta dalla comparsa di una donna (una affascinante e convincente Sidse Babett Knudsen) che fa parte della giuria in un processo per omicidio. Sei anni prima, lui si era quasi segretamente innamorato di lei. È l’unica donna che lui abbia mai amato. Deve scegliere, è una persona in bilico.
Altre scelte, altri film: la scelta di credere o non credere in Dio è presente in Risorto (con Joseph Fiennes); quella di rispettare o meno l’etica in una situazione disperata è invece al centro di The Lesson del duo Grozeva-Valchanov. Fuori dal coro invece i restanti film: le commedie nate dal cabaret tv Bianco di Babbudoiu (con Pino e gli Anticorpi di Colorado) e Vita Cuore Battito (Arteteca di Made in Sud) e il fanta-horror Frankenstein di Bernard Rose. E voi cosa scegliete?