Non avere paura di essere donna. Maria Grazia Cucinotta, attrice e madrina dell’iniziativa di solidarietà “Siamo tutti Pangea”, lo ripete spesso.
Se ci pensiamo bene, anche a noi emancipate occidentali capita di scegliere che strada percorrere, che vestito indossare, come muoverci anche pensando a quale ci permette di essere più sicure, di non essere fraintese semplicemente perché vorremmo non nasconderci. Eppure sappiamo che sentirsi a proprio agio, belle, ognuna a modo suo, fa profondamente bene anche agli altri perché poche cose cambiano la giornata come essere circondate da persone sorridenti. Sono le donne disabili di Calcutta, che Maria Grazia ha scelto di sostenere attraverso Pangea con il suo messaggio, a ricordarcelo: loro hanno chiesto a Luca Lo Presti, presidente Pangea, di aiutarle a realizzare un sogno: aprire una scuola di parrucchiere, per offrire alle donne la possibilità di imparare a farsi belle e per creare luoghi dove incontrarsi, parlare, sentirsi accolte e a proprio agio e sorridere, tanto. Pangea ha proposto questa idea in Italia ad alcune delle più importanti aziende del settore che hanno subito aderito: oggi si può andare presso un centro estetico o dal parrucchiere e acquistare un nodo Pangea, uno dei quattro braccialetti che sono il segno della solidarietà e dell’empatia che vorremmo fra tutte le donne.
Maria Grazia Cucinotta ci racconta cosa significa per lei e cosa vorrebbe significasse per tutte noi: una ragione in più per sorridere.
“Siamo tutti pangea”, il nodo nel bracciale, il network di aziende beauty. In questa campagna, tutto ci parla della forza dei legami, che è la forza della solidarietà. Quanto è importante la solidarietà fra le donne? Quanto è realizzata? “La solidarietà fra donne è ancora molto rara, in questo gli uomini sono indubbiamente più capaci e abituati a fare squadra fra loro, a essere uniti sempre e comunque. Proprio per questo però è così importante parlare e promuovere la solidarietà fra le donne, il senso di vicinanza, la condivisione di un’identità che ha ancora bisogno di essere difesa e promossa, a ogni latitudine e a maggior ragione dove il contesto socio-economico è più difficile. Bisogna agire insieme, attraverso le associazioni come Pangea e attraverso un’azione sulle leggi a difesa delle donne perché non si sentano sole e non rinuncino a reagire. Saper perdonare, sperare e aspettare è una grande dote femminile, ma a volte si somma alla solitudine e si trasforma in paura di affrontare i problemi, mentre non bisognerebbe mai avere paura di essere donne. Pangea ce lo ricorda e ci ricorda che nessuna donna è sola perché siamo tutti insieme, siamo tutti Pangea”.
Voler essere belle per sorridere guardandosi allo specchio. Quanta speranza c’è nella bellezza? Quanto è importante la leggerezza? “Sorridere caccia via ogni paura, è un antidoto naturale, e per sorridere bisogna sentirsi bene, che poi è il significato più autentico e profondo del sentirsi belle. Imparare a fare la parrucchiera significa imparare a prendersi cura di sé e delle altre donne, regalare bellezza, regalare il desiderio di esprimere la propria femminilità. Sorridere e allontanare la paura significa smettere di sentirsi vittime degli sguardi, dei pregiudizi, di tanti piccoli timori che ci catturano quotidianamente perché non ci sentiamo sicure. Bellezza, speranza e leggerezza vanno coltivate insieme da tutte le donne ogni giorno”.
Lei ha partecipato alla creazione di opere d’arte, sentiva e sente una responsabilità sociale nell’arte e nella bellezza? “Partecipare alla creazione di un film o di un’opera che rimane nel tempo è impagabile, altrettanto forte è la responsabilità di farla al meglio. In mondi già molto chiusi, avere a che fare con i pregiudizi ancora molto legati alla condizione femminile amplifica le difficoltà. Fa anche venire voglia di combattere perché quei pregiudizi cessino e qui arriva la responsabilità e il lavoro per il sociale”.
Pangea aprirà a Calcutta una scuola per parrucchiere e non potremmo pensare a nulla di più femminile di un gruppo di donne che chiacchierano aspettando la messa in piega. Come le immagina? Come si augura che siano? “Se ci penso, è come se vedessi un film: una sequenza di donne che lavorano, chiacchierano, ridono, parlano, voci che si sovrappongono e risate. Credo sarà un momento di grande rinascita per tutte, una conquista importante e indimenticabile e mi piacerebbe molto esserci, anche se so già che mi sarà impossibile nell’immediato, col cuore ci sarò e seguirò ogni passo di “Siamo tutti Pangea”. Andare dal parrucchiere è un gesto molto semplice ed è sempre dal riappropriarsi di piccoli gesti che si riscopre la propria umanità, che si fa pace con se stesse, che ci si ritrova vicino ad altre donne e si ricomincia a condividere il bello di ogni giorno. L’obiettivo è sorridere, allontanare la paura e trovare una nuova libertà, per tutte”.