Per fare moda bisogna passare da qui. E’ una tappa necessaria per qualsiasi stilista di successo, per poi poter lavorare a stretto contatto con il modellista.
Si tratta di una delle figure più importanti di un’azienda di moda: colui che mette sulla carta le idee del creativo, traducendo il disegno in un progetto (chiamato cartamodello), che poi sarà realizzato su un tessuto dal sarto.
L’Italia deve il suo successo nel settore fashion anche ai modellisti, considerati tra i più bravi del mondo. Ma facciamo un passo indietro: chi insegna questa materia? Per saperne di più abbiamo incontrato Gaetano Currò, docente dell’Istituto Secoli di Milano, che ci ha svelato come avviene la preparazione di un modellista moda.
Come sei arrivato all’Istituto Secoli? Sono un ex studente. Sono arrivato all’Istituto Secoli dopo aver frequentato un’altra scuola di moda. Sentivo che mi mancava qualcosa per completare al meglio il mio percorso e poter così entrare nel mondo del lavoro, ma poi ho trovato la mia strada proprio in questa scuola, diventando docente di modellistica uomo e donna e consulente formatore presso aziende.
Cos’è la cosa più difficile da trasmettere ai tuoi studenti? La cosa più difficile da trasmettere agli allievi è la passione. Questo aspetto deve esserci prima di ogni altra cosa. Entrando più nel dettaglio, invece, le cose più difficili da trasmettere sono le tecniche di costruzione. Capita spesso che alcuni studenti arrivino completamente impreparati e con idee da grandi stilisti… in questo caso mi tocca rimetterli coi piedi a terra, convincendoli a praticare molta umiltà e pazienza.
Che caratteristiche deve avere un tuo studente? Bastano tanta voglia di fare e molta curiosità. Il resto viene di conseguenza.
La modellistica nel mondo del lavoro: quanto è richiesta e quanto è importante questa figura? E’ una delle figure più richieste nelle settore fashion. Basta pensare che si tratta di una figura indispensabile per la realizzazione di un capo. Senza un modellista, resta tutto un po’ astratto.
Modellistica uomo e donna: differenze? Non ce ne sono molte, se non nella conformazione di alcuni tipi di confezione. Uno studente può preferire l’uno o l’altro, ma le differenze sono poche.
Come corre in aiuto la tecnologia? Ci sono dei sistemi Cad che possono aiutare a velocizzare alcuni passaggi di lavoro, ma è sempre indispensabile la preparazione base manuale.
Quali sono le virtù di un buon sarto? Fare il sarto è un lavoro pesante di grande pazienza e precisione. Queste sono le virtù alla base di un risultato di eccellenza.
La sartoria oggi: a che punto siamo? La Sartoria è ancora un nostro punto di forza. Il problema è che non ci sono giovani che vogliono seguire questa strada, magari sono molto incuriositi, vogliono imparare… ma poi “muore” tutto lì.
Cosa ne pensi dal fast fashion? Non c’è paragone fra sartoria e fast fashion. La qualità che offre un capo sartoriale, la sua freschezza… sono aspetti francamente irraggiungibili. Pper quanto riguarda il fast fashion, come italiano preferisco la qualità e per realizzare un capo di qualità sono necessari tempo ed emozioni, ingredienti che vanno gustati lentamente.
La sartoria è uno dei fiori all’occhiello del made in italy: quanta responsabilità senti nell’insegnare quest’arte a tanti studenti stranieri? Insegnare l’arte della sartoria è una responsabilità grandissima, ma allo stesso tempo mi sento come un guardiano della cultura dei Grandi Maestri.
Il tuo mantra personale professionale? Lavorare con amore: e che cos’è lavorare con amore? E’ tessere un abito con i fili del cuore, come dovesse indossarlo il vostro amato.