Al di là del tocco fashion nell’abbigliamento per la corsa, fondamentale è la scelta delle scarpe che, spesso hanno colori improbabili e poco abbinabili, ma tutelano piedi e gambe da fratture, tendiniti, arrossamenti di varia natura e noiose contratture di difficile guarigione.
Correre è la cosa più bella del mondo se però ti fai del male, ti passa la voglia anche solo di indossare scarpe sportive. Personalmente io ho accantonato l’idea dell’abbinamento preferendo comodità e tutela.
E quindi, il running è di moda.
Con la bella stagione e i primi giorni di sole tiepido i parchi si riempiono di runners, alcuni rodati, di quelli che incontri anche di inverno a meno 10 o quando nevica e altri invece alle prime armi.
Li riconosci subito sono timidi, cercano di non incrociare lo sguardo, e se li guardi per salutarli abbassano gli occhi quasi infastiditi, hanno quell’aria smarrita di chi pensa che tutti stiano guardando lui che corre e si sente ancora più goffo.
Un po’ come mi sentivo io le prime volte che uscivo a correre. Andatura ciondolante, piedi appoggiati a caso, passo ancheggiante, capelli al vento. Magari piega fatta di fresco dal parrucchiere. Se ci ripenso non mi sembro io.
In realtà nessuno ti guarda e a nessuno frega un bel niente di te che corri, o di come corri, tranne forse ai ciclisti che spesso credono che il marciapiede sia più comodo della pista ciclabile e che se prendono con la ruota anteriore un runner alle caviglie giusto appena sopra il tendine di Achille avranno dei punti fragola extra della Esselunga con i quali potranno finire finalmente la collezione di Rollinz di Guerre Stellari e sentirsi realizzati.
Non può esserci altra spiegazione.
Mi capita ogni volta che esco a correre, ogni volta. Spesso lascio “correre” e mi sposto mugugnando tra me, tanto non ne vale la pena e non voglio rovinare la mia ora di libertà e di felicità tanto agognata, ci sono invece giornate già “difficili” ed impegnative di suo, come domenica scorsa per esempio, in cui la tabella di allenamento prevedeva 36 kilometri… si, 36.
Ecco quelle sono le giornate in cui non solo mi aspetto il massimo rispetto dagli altri, ma lo pretendo e se qualcuno alza la voce accampando diritti inesistenti, io sono capace di impuntarmi e alzarla anche di più fino ad arrivare alla discussione e alla lite verbale. La maleducazione e la mancanza di rispetto sono cose che mi mandano in bestia, sintomo di un paese irrispettoso dell’educazione civica. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che una persona che corre, costretta a fermarsi o a cambiare traiettoria di colpo, rischia di farsi male, ma male seriamente a ginocchia, gambe caviglie e buttare al vento mesi e mesi di allenamento e preparazione, per una leggerezza o per maleducazione.
Come io rispetto gli altri, mi aspetto che gli altri rispettino me, anche se pensano che io sia una povera idiota che corre da sola in zona circolare oraria al Parco alle 8.30 di domenica mattina.
Neanche da dire che non sono visibile e che non mi si noti, ho più colori addosso io quando corro che Arlecchino al Carnevale di Venezia! Dopo anni di corsa mi sono rassegnata, poco fashion e molto fluo.
Da un paio d’anni circa, le grandi aziende sportive fanno a gara per lanciare nuovi prodotti seguendo stagionalità dettate dal sistema fashion. Colori, materiali, fantasie sempre più ricercate, oggi il mercato offre davvero una vasta scelta di prodotti che coprono tutte le fasce di prezzo. Giusto provare per un po’ e capire se la corsa effettivamente è il nostro sport ideale, se ci piace, se ci fa stare bene oppure se è meglio il nuoto, la bicicletta, la cara vecchia palestra o anche il divano di casa. Inutile quindi investire centinaia di euro in materiale che finirà con molta probabilità, dimenticato nel fondo di un cassetto dell’ armadio della casa di campagna.
In fondo per correre basta una maglia di cotone, un paio di pantaloncini e un paio di scarpe buone, su quelle non si transige, anche i marchi più prettamente tecnici (Asics, Brooks, Mizuno, Sauconi), si sono evoluti, oggi offrono una gamma di modelli e di colori alla moda e abbinabili: se anche scopriamo che il running proprio non fa per noi, possiamo comunque usarle per camminare o perché no per andare in ufficio tutti i giorni. Abito elegante e scarpa running o pseudo tale fa tanto fashion!
Non come le mie prime scarpe da corsa! Altri tempi e il running o jogging o corsa come la vogliamo chiamare, era tutto tranne che di moda!
Le mie prime vere scarpe da running erano una cosa inguardabile. Colori improbabili mescolati a caso, niente di quello che comprassi di qualunque marchio più o meno blasonato si abbinava a quelle orribili scarpe.
Ho provato a fare obiezione al momento dell’acquisto ma fui subito ridimensionata con un “sono scarpe per fare sport, non devi mica andarci in Chiesa o a bere il the alla domenica pomeriggio…“.
Alla fine ci ho rinunciato, quando infilavo ai piedi quelle scarpe era come se tutto il mio corpo cambiasse dimensione, con quelle scarpe addosso usciva una nuova me, diventavo e mi sentivo una runner, i colori non avevano più importanza, iniziavo a correre iniziava il divertimento.
A quelle scarpe non ci avrei mai rinunciato e visto il prezzo che le avevo pagate le avrei usate fino a consumare totalmente la suola, cosi pensai “il nero si abbina a tutto”.
Comprai di tutte le marche note e meno note interi stock di maglie a manica corta, maglie a manica lunga, canotte, shorts corti, lunghi, pantaloni a tre-quarti estivi e invernali. Tutto completamente in colore NERO. Ero davvero soddisfatta di me stessa.
Avete mai corso a 35 gradi all’ombra in total look nero? Ecco, la terza volta che mi capitò, pensai che forse anche un total white si sarebbe accompagnato perfettamente alle scarpe. Replicai il guardaroba da corsa in colore bianco.
Col tempo inizia a pensare alle cose pratiche, a comprare tutto quello che mi piaceva e che il bello era proprio quello di avere tante cose di mille colori diversi da abbinare a caso.
Un po’ come rotolarsi nell’armadio e uscire di casa di corsa… O per la corsa. In fondo la cosa più bella di un runner sono il sorriso e la fierezza dello sguardo mentre corre, nulla lo tange in quel momento e non importa quello che indossa, lui è felice. In quel momento non esiste nulla se non l’assaporare il piacevole effetto delle endorfine. Intervallato talvolta dal ciclista fetente… Talvolta, per fortuna non sempre.
Ora non solo le aziende prettamente sportive, ma anche quelle aziende da sempre border-line, hanno deciso di strizzare l’occhio al running. E’ il caso di Benetton che giusto settimana scorsa ha presentato una linea dedicata allo sport e all’ active style che sarà disponibile in selezionati negozi United Colors Of Benetton a partire dal mese di aprile.
Per sottolineare ancora di più il felice matrimonio tra il mondo dello sport e quello di Benetton, il marchio italiano è Presenting Sponsor di The Color Run, una maratona a “tappe” che partirà da Torino il 30 aprile per concludersi a Milano il 3 settembre 2016.
Adoro la Color Run, un modo alternativo e divertente per correre 5 kilometri in compagnia delle amiche e 5 kilometri di puro divertimento, essere inondati da colori, circondati da palme ed allestimenti spettacolari, piacevolmente accompagnati da una musica hawaiana, in un’atmosfera assolutamente tropicale, tornare a casa con méchés multicolor. Provare per credere.
E voi runner novelli che aspettate? Non vi siete ancora iscritti?