Ci sono famiglie che – c’è poco da fare – hanno un “tocco” così speciale che non lascia spazio alcuno ad ogni tipo di indifferenza … Famiglie che hanno dato alla cultura e letteratura worldwide, quell’assoluto “plus”, quell’impatto totale, quella svolta epocale talmente determinante, talmente influente, da essere ancora oggi, un motivo di riferimento per passato, presente e futuro.
Ecco allora gli Hemingway per esempio. E’ vero che tutto parte da Ernest Hemingway, uno degli scrittori più conosciuti di tutti i tempi. Ma è anche vero che la “traccia” da lui lasciata, “traccia” che ha scosso e scuote gli animi di chi ama la letteratura e “traccia” così marcata, è diventata: dna, ispirazione, consiglio, ammirazione, sensibilità, talento e percorso, anche per la sua grande famiglia: e anche quindi, per i suoi nipoti… Tra questi, il mio incontro – per Focus On – è con John Hemingway, nipote di Ernest e anche lui scrittore, ma anche affermato giornalista, traduttore e (come il celebre nonno), cacciatore e pescatore d’altura.
Nato e cresciuto a Miami – già autore del libro di memorie di famiglia Strange Tribe (Lyons Press, 2007) – ha pubblicato come giornalista in numerosi quotidiani e periodici americani ed europei, tra i quali Collier’s, El Mundo e La Repubblica.
Ed oggi è anche ambassador, o meglio brand ambassador, per un marchio che con la scrittura ha davvero molto ma molto a che fare. Perché Montegrappa è un’azienda italiana che nella produzione di strumenti di scrittura super luxury, non solo ha un indiscusso primato, ma soprattutto con lo scrittore Ernest Hemingway sembra legata da un “destino-disegno” immutabile e indissolubile.
Sono pochi infatti i passi che separano l’edificio, dove da più di cent’anni vengono prodotte le penne Montegrappa, e villa Ca’ Erizzo Luca che fu la residenza della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana durante la Prima Guerra Mondiale. Qui tra i volontari autisti c’era proprio anche Ernest Hemingway.
Ecco allora che a lui, il brand, dedica oggi una serie limitata di bellissime stilografiche, roller e penne a sfera. Un progetto composto, quasi come un romanzo, da diversi capitoli – Soldier (Soldato), Writer (Scrittore), Fisherman (Pescatore), Traveller (Viaggiatore) – che verranno ora proposti al pubblico in quattro diverse uscite, le prime due nel 2016 e le altre due nel 2017.
Realizzare una collezione di penne in onore di Ernest Hemingway è sempre stato un sogno della Montegrappa. “L’idea era nel cassetto da più di vent’anni” – ha detto Giuseppe Aquila, Ceo dell’azienda – “L’incontro con suo nipote John, in occasione dell’inaugurazione del Museo Hemingway e della Grande Guerra, ci ha permesso di realizzare questo desiderio”.
E proprio di questo progetto con il marchio, John – che ho incontrato questa settimana – ne è appunto ripeto, il brand ambassador.
E’ emozionato dall’idea di essere brand ambassador di questo progetto con Montegrappa? Le chiedo perché sembra quasi uno scherzo del destino, ma alla fine questa bellissima penna in un modo o nell’altro, ha una storia che ha avuto a che fare anche con quella della famiglia Hemingway, nello specifico di suo nonno Ernest…. Anche oggi dopo tantissimi anni nel 2016. Che effetto le fa tutto questo? Sono molto felice di essere tornato a Milano dopo 5 anni, città dove ho vissuto per 22 anni e dove sono nati i miei due figli. Devo dire che amo molto l’artigianato italiano che da sempre è ad altissimo livello. Io penso, parlando di queste penne, come da sua domanda, che siano davvero le migliori al mondo e ritengo quindi giusto che Montegrappa abbia deciso di fare questo omaggio a mio nonno con una serie fatta di 4 versioni che parlano della sua vita come soldato, come scrittore, come viaggiatore e anche come pescatore. Le penne sono bellissime…
Questa collezione è come abbiamo appena detto, un omaggio a suo nonno … A quale di questi temi citati sopra lei si sente in qualche modo più legato? Sicuramente al viaggiatore e al pescatore… Ho sempre fatto pesca da quando ero un bambino, l’ho fatta con mio padre e da adulto.. .. Io sono nato e cresciuto a Miami … Ma sono anche un viaggiatore, perché viaggio spesso … Sono stato da poco a Cuba dove c’era Obama e sua moglie, poi sarò di nuovo in Italia a Roma….
Una mia curiosità invece. Come si cresce in una famiglia così creativa e con un’eredità intellettuale così importante nel mondo e dove i libri penso abbiano avuto sempre una presenza forte…fondamentale? Mah.. le devo dire che nessuno della famiglia, mai e poi mai, incluso mio padre, mi ha detto che io avevo un ruolo importante nella vita.. Io potevo fare qualunque cosa avessi deciso di fare … Più che altro invece devo dire che per me era molto piacevole leggere i libri in genere…ma per ragioni mie, sia quelli di mio nonno ma anche gli altri libri … io stesso sono uno scrittore. Devo dire che per me leggere era un modo un po’ per fuggire da quelli che erano i problemi che c’erano nella mia famiglia … Ammiravo molto mio nonno (e per esempio quando ero teenager) in quel periodo ho letto gran parte dei libri che lui ha scritto.
C’è un libro tra quelli di suo nonno che l’ha colpita maggiormente? Sicuramente i racconti che per me ma anche per i vari studiosi sono i migliori. Hanno cambiato…avuto un grandissimo impatto nel modo di scrivere e nel mondo… Penso per esempio a due racconti in particolare, come “Le Nevi del Kilimangiaro” e “La breve vita felice di Francis Macomber”, lunghi racconti che sono stati scritti negli anni 30 quando lui era ancora sposato con mia nonna (che era la seconda moglie). Ogni volta che li leggo.. (ride) rimango (ride ancora), …. diciamo che ti colpiscono “al cuore”… Mio nonno era davvero bravissimo in questo, riusciva e riesce ancora con i suoi libri a trascinarti e come se con le sue opere, ti arrivasse quasi un pugno…
Quali sono i suoi prossimi progetti? La pubblicazione di una raccolta di racconti e più avanti magari anche un romanzo che ho in mente di fare. E poi altri progetti dei quali ancora non posso parlare…