Buon sangue non mente. Che sia nei rapporti tra padre e figlia, che tra fratelli e sorelle. I legami del sangue sono e saranno sempre quelli che ci faranno scalare le montagne più ardue. Specialmente se si è donne. Specialmente se si è sottovalutate.
Questa la storia di Giulia di Martino, protagonista del nuovo film di Matteo Rovere, nelle sale il 7 aprile prossimo.
Giulia è una donna. Una donna spericolata. Una donna “figlia d’autore” che, seguendo le orme del padre, non ha paura di correre una gara automobilistica. Anzì. Eppure Giulia perdendo suo padre, verrà messa a dura prova. Specialmente dopo l’arrivo inaspettato del fratello Loris, ex pilota ormai totalmente inaffidabile. Per sopravvivere a suo padre, Giulia dovrà fare i conti con una passione, la storia di una vita, una carriera, e un fratello forse un po’ scomodo o quanto meno troppo “ingombrante”.
Un fratello con il quale verrà costretta a lavorare, rimettendo in questione se stessa, le sue convinzioni, e magari la sua idea prefissata di famiglia.
Perché a questo a volte “servono i fratelli”. A lavorare su se stessi. Imparando a dividere e condividere. Questo lavorando duramente sui propri valori, sul carattere, su tutte le sfacettature di quel DNA capriccioso. Questo si chiama famiglia.
Un film, quello di Matteo Rovere, che ci spinge a riflettere a ncora e ancora sul concetto di famiglia, sui legami del sangue, su ciò che si è disposti a fare per i propri genitori, per i propri fratelli.
Veloce come il vento (01 Distribution) è interpretato da Stefano Accorsi e Matilda De Angelis e sbarcherà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 7 aprile.
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