Sì, questo articolo sarà anche femminista, ma durante il Giro non si può non bilanciare un minimo…

Tutti questi uomini che corrono e si sfidano di tappa in tappa non possono che creare in me un effetto opposto e contrario e così, eccomi a cercare una visione del ciclismo diversa, più serena e gioiosa.

Così, per una tregua da tutto questo testosterone a due ruote, ho deciso di inaugurare una rubrica dedicata a chi “indossa” i pedali con maggiore soddisfazione rispetto ai tacchi. Donne che amano questo sport e, forse proprio perché donne, lo vivono sì con competitività e dedizione, ma con un approccio decisamente meno ansioso (da prestazione) e più ludico (da divertite regine di un bellissimo gioco). Con la giusta serietà quindi, ma anche con una sana distanza rispetto alla performance che deve spaccare e stravincere ad ogni costo.

01

La prima protagonista si chiama Chiara Parmeggiani e l’ho conosciuta virtualmente, grazie alla pagina Facebook del Bianchi Café & Cycles di cui si occupa la mia agenzia.
Con lei sto iniziando a scoprire un mondo di passione e dedizione per la bici davvero non comune.

Ecco quindi 10 domande veloci-veloci, per conoscere il suo punto di vista e, why not, prenderlo ad esempio:

1. Quando è sbocciato l’amore per la bici?“Da quando ancora andavo con le rotelle e facevo ondulare il sederotto a destra e a manca per arrivare ai pedali. Poi il grande Gianni Bugno viveva proprio dietro casa mia ed è stata un’emozione incredibile avere come vicino di casa il Campione del Mondo”.

2. Chi lo ha ispirato? “Il mio modo di andare in bici è tutto mio, proprio perché è molto singolare essere donna e avere questa passione così accesa. Anche se di recente Peter Sagan mi sta facendo impazzire con il suo stile eccentrico”.

3. Corsa o MTB? “Dipende, le porto sempre dietro tutte e due. Amo molto la montagna e quindi mi piace fare sia i grandi passi, ma anche lanciarmi giù per i sentieri con la MTB”.

IMG_2098

4. Da sola o in gruppo? “Sono una irriducibile solitaria, mi sforzo spesso di andare in gruppo per confrontarmi e migliorarmi, ma l’esperienza di partire con la tua bici e andare dove vuoi è mistica”.

5. Numero massimo di Km percorsi tutti insieme? “Vale anche a tappe? 1000 km con tanto di bagagli appresso quando ho fatto il Cammino del Nord da Irun a Muxia in Spagna e 600 km quando sono andata giù a Roma in bici”.

6. Impresa più gloriosa? “Sicuramente le ultime due appena citate sono state delle grandi sfide sia fisiche che morali. Poi il mitico Colle San Carlo: ho bruciato i freni in discesa!”

7. Velocità o ritmo? “Quando sono da sola spengo lo schermo del contachilometri e mi godo il fruscio del vento nelle orecchie. In gruppo mi faccio prendere dalla velocità soprattutto negli strappi e in discesa. È divertente farsi la linguaccia quando ci si sorpassa!”

8. Pianura o montagna? “Vivo in pianura e sono una fondista, i Navigli sono casa mia, ma proprio per questo mi piace, appena posso, spingermi verso la montagna, per godere degli scenari eterei che solo lei sa regalarti”.

Chiara-long-picture

9. Gara o… ammiriamo il paesaggio? “Quello che mi manca nelle gare è proprio potersi fermare a fare una foto, ma per fortuna ci sono i fotografi!
La gara però ti spinge oltre ai tuoi limiti ed è molto utile per conoscere se stessi, confrontarsi con gli altri e capire il proprio livello”.

10. Con la pioggia e con il sole? “Quando posso andare in bici vado con qualsiasi condizione, basta attrezzarsi. Una volta ho preso tanta di quella pioggia sulla Cisa che quando sono arrivata a Massa ho tolto i guanti e c’era così tanta acqua dentro che sembrava si fosse rovesciato un bicchiere intero”.

Grazie Chiara! …e mai chiusura fu più appropriata perchè nel tuo caso la classe non è acqua!

Per seguire Laura o iscriverti a Strava e condividere con milioni di ciclisti, corridori e cicloamatori di tutto il mondo le tue escursioni, clicca qui sotto il pulsante arancione: