Così è se vi pare. Ogni luogo ha tante storie quante sono gli sguardi e i pensieri che lo attraversano, lo sappiamo. Se parliamo di una piccola isola come Patmos, 3000 abitanti che in estate diventano sette volte tanto, i racconti arrivano ad essere così diversi che sembra impossibile capire quale sia la vera natura di quel pezzo di terra in mezzo all’Egeo.
Così può capitare di esserci finiti perché terra di elezione di scrittori e mistici solitari e sentire solo dopo giorni e giorni un vago odore di jet-set. Può capitare di averla scelta perché ricca di spiagge deserte anche in agosto (il jet-set va in barca, non in spiaggia…), più dolce e verde di tante isole e facilissima da esplorare anche se l’ultimo scooter rimasto al noleggio è una vespa scarburata. Può anche succedere di nascerci, a Patmos, e crescere dando per scontato il mare, i tramonti e un certo tipo di solitudine, forse. Può anche succedere di nascerci e sapere che si abita un luogo di transito, da dove tutto è un po’ più lontano ma, proprio per questo, ugualmente vicino. Maria ci racconta l’isola greca dall’altro lato della barricata, guardando il mare.
Cosa significa crescere a Patmos? “Significa sapere che qualsiasi cosa farai dovrai attraversare il mare, ma è una compagnia più che piacevole. Ho studiato storia all’Università di Corfù, nelle Ioniche, e mi sono addottorata in storiografia e paleografia greca: così ho avuto modo di viaggiare, anche nel tempo. A Patmos però non rinuncio: sono rientrata sull’isola e ho iniziato a lavorare nel turismo insieme a mio fratello Gianni. In questo spicchio di Dodecaneso, le estati sono piene di allegria e divertimento ma anche in inverno si sta più che bene: è buffo ritrovarsi ogni anno fra noi autoctoni dopo il tornado della stagione estiva (da maggio a ottobre) e scambiarsi esperienze e sensazioni”.
Patmos ha un’atmosfera unica, perché? “Patmos ha una natura speciale: la costa ha ampie spiagge di sabbia alternate a pareti rocciose ed è molto verde. Patmos è protetta dall’UNESCO, perché custodisce la grotta dove San Giovanni scrisse il libro dell’Apocalisse nel 95 d.C., esiliato dall’imperatore Domiziano, luogo di pellegrinaggi e oggetto di studi. Mi piace pensare che sia per questa ragione che a Patmos si respira un’aria di pace del tutto speciale, perché natura e spirito sono in perfetto equilibrio e anche i turisti più distratti se ne rendono subito conto”.
Cosa ne pensi dei turisti, davvero? Un’invasione o un’occasione? “Sicuramente un’occasione. Crescere su un’isola è crescere su un luogo di transito, siamo abituati a vedere persone andare e venire e sappiamo che ognuno porta una storia. Arrivare qui è facile, via traghetto da Atene o da Kos, ma è comunque un viaggio e chi arriva ci ha scelto e ci rispetta. Io mi occupo da un paio di anni di GardenSea Apartments, alcune piccole case a picco sul mare dove accolgo i turisti, ed è bellissimo conoscerli, anche perché chi sceglie le nostre case cerca la pace, la bellezza della natura condensata dal mare a pochi gradini di distanza da casa, un pizzico di romanticismo e la bellezza di essere a un passo da tutto ma lontano dal caos. Credo che ci si scelga, anche da lontano”.
Cosa trova chi arriva a Patmos? Natura, sport, storia? “Patmos ha molte spiagge belle, tutte con uno splendido mare turchese, alcune più popolari e altre deserte, a seconda di ciò che si cerca. Nel nord dell’isola, Kampos e Agriolivadi sono perfette per gli sport acquatici, Livadi Geranou è bellissima con gli alberi che arrivano quasi al mare e un’isola di fronte che si può raggiungere a nuoto. Lampi è famosa per i ciottoli vulcanici, praticamente tutte hanno piccoli ristori sempre aperti per godersi pranzo e aperitivo senza muoversi dalla spiaggia. Fra un’esplorazione e l’altra vale la pena di scoprire Chora, il cuore storico dell’isola, nel punto più alto di Patmos, e la grotta dell’Apocalisse, magari scegliendo un orario poco battuto così da goderne il silenzio. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, nel pieno dell’estate come nelle altre stagioni dove non mancano le occasioni, come il festival di musica sacra, l’international film festival e il festival dedicato alle danze tradizionali, per guardare Patmos con tanti occhi diversi”.