Meetic, leader nei servizi di dating, ha inaugurato la mostra #LOVEYOURIMPERFECTIONS, a cura di Stefano Guerrera, che attraverso il suo modo ironico e scanzonato di fare arte, ha dato vita ad un’originale mostra fotografica che racconta le manie e le imperfezioni degli italiani.
Il progetto creativo nato dalla collaborazione tra Meetic e Stefano Guerrera è esposto allo spazio milanese OPEN MORE THAN BOOKS fino al 29 luglio e comprende 15 fotografie che hanno come obiettivo quello di svelare alcune imperfezioni ricorrenti degli italiani, portando alla riscoperta del valore legato al fascino imperfetto.
“Per questa nuova campagna abbiamo voluto sviluppare un’iniziativa sul territorio che rendesse gli Italiani i primi protagonisti delle loro vite e allo stesso tempo accorciasse le distanze, portando la creatività dello spot all’interno di un racconto fotografico divertente ma anche in grado di far riflettere e ripensare il concetto di imperfezione in una chiave positiva”, commenta Chiara Costa, Business Developer Meetic Italia. “L’incontro con Guerrera ci ha entusiasmato subito per la sua capacità di coinvolgere i fan e aggiungere valore grazie a una visione un po’ irriverente ma realista e attuale dei pensieri e situazioni che ogni giorno viviamo”.
“Scattare per Meetic è stato una nuova esperienza per sperimentare la mia ironia in un contesto diverso ma certamente molto interessante e vicino alla mia community e a molti single italiani. Ho creduto subito nel concept Love Your Imperfections perché l’ho trovato molto immediato e semplice, e allo stesso tempo capace di dare una nuova risposta a tutti coloro che si pongono domande sul proprio modo di essere. Un’importante fonte di ispirazione sono state le divertenti classifiche di Meetic sulle manie più stravaganti che, insieme alla mia voglia di far ridere ed essere divulgatore di informazioni alla base del mio lavoro quotidiano, hanno permesso di portare alla luce quest’attività artistica unconventional” spiega Stefano Guerrera.
Noi di Fashion Times abbiamo intervistato Stefano Guerrera per saperne di più sul suo modo di fare arte e per capire come è nata la mostra in partnership con Meetic.
Come nasce la mostra #LOVEYOURIMPERFECTIONS? Cosa ti ha ispirato? “Quando Meetic mi ha contattato ed esposto il progetto legato ad una mostra che si basasse sulle imperfezioni ho accettato la sfida: il punto cardine sono le imperfezioni, intese non come imperfezioni fisiche, ma come imperfezioni che non hanno un’accezione negativa come siamo un po’ abituati a pensare. Si tratta di imperfezioni che rendono la persona particolare. Trovare qualcosa che potesse essere divertente e che si prestasse, per poi realizzare la foto (scattata da zero) non è stato semplicissimo, ma ce l’abbiamo fatta”.
Alcune delle fotografie presenti alla mostra sono presenti su internet, quali hai scelto? “Su internet ne ho pubblicate 4, le mie preferite: “Chi russa si addormenta sempre per primo”, che era esattamente come l’avevo immaginata sia dal punto di vista della descrizione, sia per la foto. Poi ho pubblicato “Prima o poi l’amore arriva e ti ruba le coperte”, “Non è indecisione, è cogliere tutte le occasioni” e infine “Mi servono tre giorni per svegliarmi la mattina”. Queste sono le fotografie che sento più mie! Le particolarità sono quelle cose che ci rendono unici: l’opera d’arte è tale quando è unica e fondamentalmente ognuno di noi è opera d’arte, perché tutti noi siamo unici. Facendo leva su questo, ho cercato, insieme a Meetic, di trasportare questo principio artistico nella vita reale”.
Le foto che fanno parte della mostra sono state scattate a Milano e Roma e le persone immortalate sono passanti, è vero? “Sì, sono tutte persone alle quali è stato chiesto di partecipare a questo progetto, nato un po’ a Milano e un po’ a Roma e ti assicuro che trovarle non è stato così facile: da una parte persone entusiaste, ma dall’altra abbiamo ottenuto anche parecchi rifiuti”.
Stefano, tu hai anche scelto di buttarti nel mondo dei libri e ne hai realizzati due “Mai ‘na gioia – Il libro di storia dell’arte più pazzo del mondo” e “Ciaone”. Come spieghi il successo ottenuto? “Il primo libro ha avuto un successo davvero inaspettato, la mia editrice continuava a chiamarmi e dirmi che il libro era in ristampa. Penso proprio che la chiave del successo sia l’autenticità: io non ho mai pagato nessuno per seguirmi su Facebook o per condividere i miei post, le persone lo facevano e lo fanno per il gusto di farlo, perché hanno piacere a farlo, e questo succede anche con i libri. Non mi piace molto essere definito un “influencer” perché l’influenza in italiano è una brutta cosa! Io penso che le persone, soprattutto tramite internet, agiscano con la propria testa senza il bisogno che qualcuno gli dica cosa fare. Non sono numeri, ma sono persone e questo mi piace sottolinearlo!”
Per quanto riguarda i tuoi progetti futuri, c’è qualcosa che puoi svelarci? “Guarda, ce ne sono talmente tanti… manca solo il tempo di realizzarli! Non ho un progetto preciso, ma sicuramente mi piacerebbe cogliere tutto ciò che è una sfida”.