Se in piena estate intraprendere l’avventura “Naviglio The Great” risulta un azzardo per la violenza del clima del Sud milanese (talvolta sul Ticino sembra di trovarsi nella giungla), nel primo autunno lo stesso tragitto è delizioso e molto indicato anche per i ciclisti meno sportivi.

Così, dotata della mia nuova guida “Il Naviglio Grande è bello anche in bici” di Edo Brichetti, ho programmato un itinerario perfetto che permette di raggiungere la parte più succosa del Naviglio senza per forza esigere il lento e noioso allontanamento dalla città che per un non milanese è senz’altro bellissimo, ma che per me è storia nota. Non è vera escursione infatti se passi davanti alla chiesina di S. Cristoforo, dove si sono sposati nonni e genitori, o rivedi la Canottieri e la Pozzi Ginori. Un’area che per me corrisponde all’idea di lavoro, visto che ho sempre avuto l’ufficio dalle parti del Naviglio Grande e, oggi, in zona Tortona.

Quindi, via! Meglio fuggire dai meccanismi mentali che governano la settimana lavorativa e portare la bicicletta verso lidi ignoti, dove il pensiero vola libero e felice.

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Il libro-guida “Il Naviglio Grande è bello anche in bici” di Edo Brichetti, Meravigli edizioni e due scorci dove la natura è protagonista

Poi, particolare assolutamente non irrilevante ai fini della riuscita positiva della gita, era con me Alberto, il mio compagno, che non è propriamente un appassionato di sport e, anche se d’estate le camminate in montagna hanno giovato alla forma di entrambi, non si può pretendere né da lui e né da me di arrischiare quasi 100 km in un giorno.
Come fare quindi? Niente di più facile: MM2 fino a P.ta Genova, visto che nel week end si può caricare la bici nella seconda carrozza a tutte le ore del giorno, e poi trenino locale dalla stazione sempre di P.ta Genova con arrivo ad Abbiategrasso in pochi minuti. Ne parte uno ogni ora. Così, in poco più di trenta minuti, eccoci catapultati agli antipodi della nostra zona residenziale, già profondamente immersi in un paesaggio squisitamente rurale, dove il profumo dell’acqua, che stranamente mi ricorda l’anguria, si mischia con prato, campi e concimi vari e assortiti.

Nulla di sgradevole, anzi… la sensazione è di trovarsi già immersi in un luogo pulito. La trasparenza delle acque e l’improvviso guizzo dei pesci non possono che contribuire alla rinfrancante sensazione che sì, siamo appena fuori città e la natura c’è: non siamo ancora riusciti ad inquinare tutto.

Strani incontri sul Naviglio Grande: sotto casa c'è chi parcheggia la chiatta e chi il dinosauro...
Strani incontri sul Naviglio Grande: sotto casa c’è chi parcheggia la chiatta e chi il dinosauro…

Guida di Edo Brichetti alla mano, decidiamo di dirigerci verso Cassinetta di Lugagnano e Robecco sul Naviglio, due borghi rivieraschi che già dal nome promettono storia e “ville di delizia”. Così il paesaggio si riempie di leggende, come ad esempio quella della Roggia “della Matta Biraga”, ovvero Rosalinda Visconti che, innamorata pazzamente di Ludovico Birago, era vittima della gelosia di Ferrante Gonzaga e fu quindi da lui rinchiusa nel castello di Abbiategrasso. Affidata alle “cure” di un medico, Giuseppe Cavalli, detto “Pin cavallin”, alla poverina furono prescritti ripetuti bagni d’acqua fredda e calda, probabilmente con le acque del Naviglio. Insomma, l’elettroshock dell’epoca. Naturalmente Rosalinda rimase innamorata di Ludovico che, tornato dall’esilio, espugnò il castello e se la riprese. Di qui un’unica domanda mi assale: che derivi da questa storia il “pin pin cavallìn” che tutti noi abbiamo sentito cantare dai nonni mentre galoppavamo sulle loro ginocchia?

Sul Naviglio Grande non mancano sagre e feste: dalle competizioni a remi, all'albero della cuccagna orizzontale, con bagno assicurato!
Sul Naviglio Grande non mancano sagre e feste: dalle competizioni a remi, all’albero della cuccagna orizzontale, con bagno assicurato!

Tornando all’itinerario, ecco quindi un percorso lungo il Naviglio davvero scenografico. Non si sente la fatica della pedalata perché a destra e sinistra è una fittissima teoria di ville dalle architetture decisamente suggestive. Location matrimoniali perfette. E infatti la più imponente, Villa Archinto a Robecco sul Naviglio, ci accoglie con il proverbiale “W gli sposi!” e con tutta la sua allure di “castello misterioso”, di cui svettano le due torri merlate. Resta oscuro il motivo della scelta della coppia di presentarsi in Apecar. Un modo per dire, sì ci sposiamo nel castello ma in fondo siamo sempre gli stessi bravi ragazzi che non si sono montati la testa? Mah… Tuttavia, al di là del concept eterogeneo, sono molto carini e simpatici e accettano di farsi fotografare.

Gli sposi di Cassinetta di Lugagnano e la misteriosa Villa Archinto
Gli sposi di Robecco sul Naviglio e la misteriosa Villa Archinto

Si prosegue quindi con rinnovata intensità di pedalata verso Magenta, teatro della celebre battaglia e, superato il Ponte Vecchio e il Ponte Nuovo, che alternano ville settecentesche alla natura più fitta, si arriva a Boffalora sopra Ticino, delizioso borgo dove si può trovare, ormeggiato in bella mostra, il famoso Barchett de Boffalora, ovvero la “corriera” che partiva tutti i giorni, al levar del sole o all’Ave Maria, come spiega l’autore del libro-guida, e che portava gli antichi pendolari al lavoro a Milano. Che relax: la puntualità non era quindi ancora questione di traffico, ma solo di corrente. El Barchett de Boffalora fu così amato da diventare il protagonista in un’opera teatrale in dialetto di cui, dal 1870, furono messe in scena 300 repliche in cinque anni.

Boffalora sopra Ticino con il suo famoso "Barchett", la corriera che portava a Milano i "pendolari" del tempo che fu
Boffalora sopra Ticino con il suo famoso “Barchett”, la corriera che portava a Milano i “pendolari” del tempo che fu

Da qui in poi, per noi ciclisti della domenica, un certo languorino inizia a farsi sentire e così non c’è che accelerare verso Bernate, dove troviamo il Circolo Ricreativo, oggi Bar Trattoria Italia. Piatti tradizionali e un bell’ambiente tipico. In zona le offerte non mancano. Proseguendo poco oltre, a Castelletto di Cuggiono, c’è l’Osteria del Ponte che alla posizione decisamente felice in riva al Naviglio abbina una cucina dove carne alla griglia e tradizione imperano. Non mancano comunque le proverbiali rane fritte.

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Lo so… questa è una rubrica che dovrebbe corrispondere alla voce “sport”, ma i ciclisti spesso sono buone forchette, basti ricordare la gustosissima offerta ai ristori della ciclostorica L’Eroica, di cui attendo trepidante la ventesima edizione in arrivo il prossimo ottobre (riuscirò a parteciparvi?).

E poi non c’è che un modo per sedurre Alberto alla causa della bicicletta: la promessa di una bella trattoria ad attenderci. E il Naviglio Grande offre proprio questo sapiente mix: ciclabili godibili, panorami ricchi di storia e… menu irresistibili!

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