Premesso che amo il mio paese, amo Milano e tutti i suoi mille difetti (e pregi), è la mia città, il porto, la città in cui ho piantato le radici ai tempi dell’Università, e dove vive parte della mia famiglia, ma da sempre ho una strana e, pressoché inspiegabile, smisurata ammirazione per tutto ciò che è straniero e che viene da oltre frontiera.
Forse, anzi sicuramente colpa di mamma e papà che a 3 anni mi hanno imbarcato su un aereo direzione Dakar – Africa dove ho vissuto le mie prime esperienze da turista in terra straniera, e che non contenti a 8 anni mi hanno messa su un volo British Airways diretto dagli zii a Londra dove alloggiavo mediamente dai due ai tre mesi l’anno.
In seguito, scuola permettendo, appena potevo mi azzeccavo ai miei genitori due volte l’anno per visitare un paese diverso sperduto nel mondo. E attenzione, non si trattava di viaggi 5 stelle, ma di vita spartana vissuta in loco, solo così si può conoscere e assaporare veramente l’essenza del luogo che ci ospita. Normale quindi per me amare tutto ciò che è straniero e provare quella smisurata e irrefrenabile voglia, che definirei quasi una necessità di evadere e di andare alla ricerca di posti e conoscere persone con le quali interfacciarsi e avere uno scambio culturale di idee e di esperienze completamente diverse dalle mie. Credo sia un ottimo modo non solo per crescere ma anche per vedere le cose da una prospettiva diversa.
Premesso questo, è facile intuire che quando mi si è presentata la possibilità di andare a Monaco di Baviera per correre una mezza maratona e partecipare ad un raduno di tutti gli Adidas Runners europei, non ci ho pensato due volte e mi sono fatta certo scappare l’occasione.
Data stabilita, sabato 16 e domenica 17 settembre, perfetto tra la fashion week di New York e quella di Milano!
Solito giro di whatsapp con le amiche ed era fatta! Io Raffa e Samantha abbiamo trovato alloggio presso alcune runners del gruppo di Monaco. Sembrava di essere tornate ai tempi dell’Erasmus o dello scambio studentesco e questa cosa mi galvanizzava parecchio. Per il viaggio ci pensiamo poi, più sotto data.
Passata l’estate ed eccomi reduce da un viaggio lampo a New York per le sfilate e pronta per partire alla volta di Tegernseel, ridente cittadina tedesca a bordo lago a circa 30 kilometri da Monaco di Baviera. Samantha opta per partire in aereo all’alba, io e Raffa decidiamo per il viaggio in macchina.
Viaggio della speranza, 5 ore interminabili ma anche divertenti, a zonzo per 3 nazioni. Italia, Austria, Germania.
Il giorno della partenza, il tempo in Italia è bello e caldo, appena passata la frontiera ci si palesano grossi nuvoloni grigi, freddo e pioggia torrenziale, poco importa, lo spirito è carico di avventura e di voglia di correre.
Arriviamo a Monaco nel tardo pomeriggio, complice anche il maltempo, è già buio. Marie Luise, la persona che ci ospiterà è una ragazza molto carina e friendly, lavora nel Marketing e corre da qualche anno, ha un appartamento nel centro di Monaco che ci affida in toto per la notte andando lei a dormire dal fidanzato. Incredibile! E poi dicono che i tedeschi sono persone dal carattere freddo e distaccato. Posso assicurarvi che ho amiche italiane che mai avrebbero fatto una cosa del genere.
Tempo di sistemarci e raggiungiamo gli altri per il Pasta Party e ne approfittiamo per fare una lunga camminata alla scoperta dei luoghi più caratteristici illustrati dalla nostra ospite. Monaco di Baviera anche sotto una pioggia torrenziale si rivela presto per la splendida città che è. Un posto in cui si fondono insieme tradizione e modernità. Sede delle Olimpiadi estive del 1972 è un importante centro turistico e congressuale, ospita prestigiosi musei ed è un florido distretto economico, Bmw, Siemens, Allianz hanno la sede li, e una volta l’anno è la capitale carismatica della tradizionale Oktoberfest, che proprio oggi, giornata del nostro arrivo, ha aperto i battenti. Staremmo ancora in giro tante sono le cose da visitare, ma il pasta party organizzato per noi runners, ci chiama. Così ci ritroviamo al piano superiore di un negozio di abbigliamento molto trendy in una della vie più commerciali di Monaco e incontriamo tutto il resto del gruppone. Che visto cosi di primo occhio sembrano davvero tutti molto affiatati.
Recuperiamo un tavolo e cominciamo a socializzare, c’è gente da Barcellona, Parigi, Londra, Oslo, Berlino, Monaco e poi ci siamo noi tre italiane che rappresentiamo gli Adidas Runners di Milano. E’ una grande festa all’insegna dello sport, facile parlare con tutti e sembra quasi di conoscerle tutte da sempre quelle persone che hanno la capacità di farti sentire parte di una famiglia, anche se è solo la prima volta che ci si incontra. Una sola lingua universale, l’inglese, tante facce, tanti sorrisi. Mi sento tornata per un attimo ai tempi dell’Università a Brighton, quando studiando all’ Eurocentre Institute ho costruito il mio network di amici in tutto il mondo con cui ancora oggi, grazie anche alla tecnologia, continuo ad essere in contatto. Mi diverto, sono a mio agio e scopro una volta tanto che il running mi ha chiesto tanto ma mi sta regalando emozioni e opportunità che mai avrei immaginato in vita mia. Tra chiacchiere e piatti di pasta, peraltro molto buona nonostante il tocco tedesco, è tempo di rincasare, la sveglia all’indomani suonerà implacabile all’alba e visto il tempo che si prospetta…Sarà ancora più dura alzarsi.
La sveglia suona alle 7 di domenica mattina, fuori piove, nuvoloni grigi e la voglia di girarsi dall’altra parte e continuare a dormire sotto il piumone caldo, è davvero tanta. Raffaella si alza per prima e vola in cucina, io mi fiondo in bagno sotto la doccia calda e in brevissimo tempo mi vesto per la gara. Ho portato tutto il necessario in caso di pioggia, ma questi 11 gradi davvero mi destabilizzano. Siamo a metà settembre e fino a ieri era praticamente estate anche nella ridente Germania…
Seduta per terra…Rimugino…ok fatemi pensare…11 gradi…Più 10…21…
Ok devo vestirmi come se fuori ci fossero 21 gradi…AH quasi primavera!
Cosi mi vesto a strati, effetto cipolla comoda, nel caso avessi caldo devo essere pronta a spogliarmi senza intoppi, non vogliamo correre il rischio di sudare e che il sudore si raffreddi addosso una volta finita la corsa e beccarsi una bella bronchite no? In fondo il 21 inizia la fashion week di Milano, mica vorremmo darci malate?
Ho freddo alle gambe, ho solo calze corte, così Raffa mi presta le sue calze a compressione rosa, più fucsia in realtà ma una volta indossate fanno tanto Pantera Rosa e rido tra me e me, perché penso ai commenti degli amici una volta che vedranno le mie foto.
In breve tempo siamo in macchina direzione Tegernseel. La pioggia scrosciante si calma mano a mano che ci allontaniamo da Monaco di Baviera e una volta arrivate al parcheggio (senza intoppi o traffico o fila o altro, tutto perfettamente organizzato) sembra quasi che faccia capolino un raggio di sole. Peccato che la temperatura si sia ulteriormente abbassata e che l’aria sia più tagliente che mai.
Ci dirigiamo verso il luogo della partenza della gara, ma prima dobbiamo trovare lo stand Adidas, dove ritirare il mio pettorale, il posto dove lasciare le sacche gara e un bagno! Riusciamo a fare tutto anche se non nell’ordine detto. Alla fine ci ritroviamo con tutti gli altri Runners conosciuti la sera prima, sarà l’ adrenalina per la gare imminente, sarà che è domenica mattina presto, ma sembrano tutti ancora più socievoli e amichevoli della sera prima, siamo diventate di famiglia, non c’è che dire e questa cosa mi rende davvero felice. Foto di rito e poi tutti il gruppo si dirige verso la partenza.
Comincia a piovere, prima poche gocce poi più forte proprio nel momento in cui la gara prende il via. Iniziamo a correre, fianco a fianco, io e Raffaella con un ritmo blando, ci godiamo il paesaggio e chiacchieriamo nel frattempo, buon segno, non siamo in debito di ossigeno. La tabella di Coach Tower è chiara, 10k lenti e poi incrementare il ritmo, è stampata nella mia testa, detto io il ritmo gara. A fianco e intorno è pieno di gente che sorride, che parla in tutte le lingue, che ride e scherza, ai lati del percorso gente che scatta foto a noi con la maglietta logata Adidas Runners. Mi sento bene, mi sto divertendo e le gambe reagiscono bene ai saliscendi del percorso che si staglia intorno al lago di Tegernseel. Paesaggio fantastico, gente che fa il tifo, applaude e quasi commuove perché dedica del tempo della sua giornata libera a tifare per noi perfetti sconosciuti che invadiamo la pace e la tranquillità di quel luogo abituato al silenzio ovattato e al pigro relax del weekend.
La pioggia incrementa d’intensità, ormai sono completamente bagnata, fortuna che ho messo il cappellino, almeno la visiera mi ripara gli occhiali da vista dagli spruzzi d’acqua. Raffa è sempre al mio fianco e non mi molla, e si sta galvanizzando perché i suoi ultimi 21 kilometri risalgono a prima dell’estate e l’idea di finire una mezza maratona le da una sferzata di energia e di entusiasmo e quando io comincio a cedere ai primi segnali di fatica, lei è lì accanto che mi sprona e mi da coraggio soprattutto negli “strappettini” e nelle salite che diventano sempre più numerose nella seconda parte della gara.
Ai 15 bevo l’integratore e mi faccio forza, ne mancano solo 6 alla fine, è quasi fatta, magari rallento il ritmo e li portiamo a casa questi 21!
Ora siamo a pochi passi dal lago, se solo volessimo, potremmo quasi tuffarci, vedo in lontananza l’arrivo…Ancora poco, giusto il tempo di rilassarci ed ecco che dietro ad una curva a sinistra ci troviamo di fonte ad una salita di cui non vedo la fine…mi demoralizzo ma cerco di non guardare oltre la mia visiera, sposto gli occhiali e divento totalmente miope, e mi concentro sui miei piedi, uno, due, uno, due, piccoli passi…uno, due, uno, due… Raffaella sempre vicina e con un gioco ad elastico facciamo a turno per tirarci…Quella maledetta salita durerà per oltre un kilometro che detta così sembra nulla, se non ne avessi già corsi 19 prima.
Le cosce e i polpacci bruciano, e forse che forse la mia solita vocina mi ha detto un paio di volte, forse di più di fermarmi e camminare ma io non l’ho fatto e passo dopo passo, sono arrivata in cima, pochi metri di piano e poi via tutta discesa fino al traguardo. Lo vedo in lontananza e al solito mi prende l’emozione, scendono due lacrimucce e comincio a correre come credo di non aver mai fatto in vita mia. Una corsa liberatoria e felice tra lacrime di gioia e pioggia e Raffa vicino a me con le braccia in alto in segno di vittoria che, una volta tagliato il traguardo mi guarda e dice “ma io voglio essere il tuo motivator…la persona che ti accompagna e ti affianca nei lunghi e nelle mezze di preparazione alla Maratona di Valencia!”.
Signori più regalo di così, cosa potrei mai chiedere? La gioia della gente che taglia il traguardo di una qualunque gara, non importa il numero dei kilometri, non importa in quale luogo ti trovi. C’è altro che si potrebbe chiedere di più?
Non solo il running mi ha aiutato a riprendere in mano la mia vita in un momento critico e lo fa tutte volte che mi infilo le scarpe da corsa, ma mi arricchisce perché sono consapevole che solo facendo sport avrei potuto incontrare persone così speciali in grado di svoltarti la giornata e di strapparti un sorriso.