La particolarità. E quella – così sofisticata – stranezza che la rende singolare, speciale, molto speciale, e davvero unica. Così unica che oggi Serena Archetti è una tra le più richieste (e pochissime) top model italiane dall’approccio, visibilità ed estrema riconoscibilità internazionale.
Tutto in lei (e addosso a lei) è giusto e fa tendenza – ma soprattutto trasmette forza. Ecco allora i tratti forti, quei canoni estetici non commerciali mai standard, mai banali e quel totale plus che fa di lei una presenza-protagonista in pedana ed una modella che rivoluziona visivamente gli outfits negli editorials…. in poche parole attraverso quel perfetto tocco di modernità che riesce sempre ad aggiungere.
Calvin Klein, Givenchy, Dolce & Gabbana, Dior …. e potrei continuare … questo lo hanno capito subito (e molto bene), tanto che la Archetti, bresciana, poco più che ventenne, oggi per shooting, editoriali e settimane della moda è in perenne e costante “movimento” tra Milano, New York, Parigi e Londra.
Una vita “in viaggio o come si dice .. in giro per il mondo” ed una precisione, determinazione, disciplina e professionalità ferrea soprattutto quando mi dice: “… mi auto definisco una persona di una determinazione pazzesca, decisa ma molto buona. So quello che voglio e se mi metto in testa qualcosa, non ce ne è più per nessuno. Tutto con la massima umiltà e rispetto nei confronti di tutti.”
L’ho incontrata questa settimana – per il primo appuntamento di Focus On per l’Autunno-Inverno 2016-2017. Assieme abbiamo ripercorso la sua carriera, le sue passioni e i suoi progetti. Due chiacchiere con una supermodel che vive davvero – per usare un suo termine – “around the world” e che da sempre vede, trova e respira ( attraverso anche i suoi studi di canto, recitazione ….. ) creatività.
Serena partiamo con una domanda che le avranno fatto tante volte. Mi racconta i suoi inizi, il suo straordinario percorso che in pochissimo tempo l’ha portata sulle passerelle dei più importanti designer internazionali? Come ha iniziato? Se penso ancora a come sono iniziate le mie avventure lavorative ancora sorrido e ho solo che un bel ricordo che continuo a portare avanti. Stavo lavorando ormai da un po’ di tempo a Milano con buoni responsi finché è arrivato il momento in cui tutti in agenzia fossero d’accordo col fatto che io dovessi iniziare a ” scalare la vetta ” anche nel resto del mondo. Ho cominciato ad incontrare scouters da NYC e immediatamente uno di questi si è innamorato di me portandomi già dopo poche settimane a NYC. Primo viaggio oltreoceano non solo lavorativo ma anche personale, stupita da come tutto fosse arrivato così facilmente e velocemente. Sono partita nella primavera del 2014 per l’America dove era previsto un breve soggiorno di qualche settimana. Una settimana prima del mio ritorno il mio agente newyorkese, mi ha chiamata dicendomi che mi sarei fermata tre mesi perché il responso era buono. Ero incredula. Dopo NYC sono volata a Parigi per un mese per iniziare a seminare anche lì e dove ho ricevuto un ottimo responso. Ero l’unica modella italiana in giro per il mondo al tempo dopo Mariacarla, Bianca, Eva.. Così è arrivato fine luglio. Da Milano mi arriva la notizia dai miei booker che tutti mi volevano da agosto nelle varie città per le sfilate. Al tempo non mi ero resa conto di quanto fosse in realtà difficile e un “privilegio”, tutto sembrava essere così “normale” per come era arrivato il resto. Sono ri-volata a NYC e l’ultimo giorno delle sfilate li, la sorpresa di poter sfilare come esclusiva per Calvin Klein. Da lì ho iniziato a sfilare nel resto delle città per tutti gli altri grandi brand. Una vera emozione… e così poi la mia carriera ha preso un’altra piega.
Da Calvin Klein, Givenchy, Dolce & Gabbana, lei ha lavorato da subito con i più grandi nomi della moda internazionale. Che ricordo ha però della sua prima sfilata? Come ha vissuto quel momento? Sfilare per Calvin Klein è stato bello e stressante allo stesso tempo. Le notti prima sono stata a lungo a fare fitting, “improving my walk”, e sapevo quanto importante fosse e che occasione importante il destino mi avesse offerto, a me che da una vita avevo sognato tutto questo. Non potevo di certo giocarmela male! Alla fine mi è scesa una lacrima (così come quando sfilo per Dolce & Gabbana durante il finale, rimane sempre una delle sfilate più emozionanti moralmente parlando).
Quali sono invece secondo lei i suoi tratti, e le sue caratteristiche – anche caratteriali – che hanno e continuano ad affascinare i grandi nomi della moda, tanto da chiederle di interpretare le loro collezioni? Non sono una bellezza commerciale e standard, così come non sono una bellezza per il quale qualcuno si debba rigirare per strada a guardarmi. Con questo lavoro ho capito che la bellezza non è solo questo, ma anche la particolarità e le stranezze che rendono una ragazza insolita nel suo aspetto e la personalità che poi determina il tutto. Io credo di far parte di questa categoria. Ho tratti estetici forti e mi auto definisco una persona di una determinazione pazzesca, decisa ma molto buona. So quello che voglio e se mi mi metto in testa qualcosa, non ce ne è più per nessuno. Tutto con la massima umiltà e rispetto nei confronti di tutti.
Come si riesce – parlando del suo lavoro – attraverso un editoriale o una “camminata” in pedana, a trasmettere al meglio il messaggio che lo stilista desidera comunicare quella stagione? Qual è il segreto? Non c’è segreto per tutto questo se non essere consapevoli di ciò che si sta facendo e credere di poterlo fare al meglio. Non da meno, essere se stessi al 100%. È una cosa innata.
Rispetto alle ragazze straniere, negli anni, le modelle italiane che sono riuscite a diventare delle top sono ancora poche. Perché secondo lei? E’ forse una questione di mentalità? Forse le donne italiane, sono proiettate verso una carriera differente, sono magari più dedite alla famiglia? Qual è la sua opinione in merito? Credo che nella domanda ci sia già la risposta. È una questione di mentalità. All’estero appena maggiorenni si è già abituati ad uscire di casa, badare per davvero a se stessi e sopravvivere così. Fare la modella prima che vederci in passerella o sui giornali, vuol dire saper fare anche questo. Prendere aerei, più o meno improvvisamente, non sapere quale sarà il biglietto di ritorno, vivere nelle città più grandi del mondo con la valigia, condividere la propria quotidianità, casa e lavoro con ragazze di tutto il mondo, parlare lingue che non sono la propria, rapportarsi con persone molto più grandi di noi, vivere coi nostri soldi, prendersi cura di se stesse, conoscere migliaia di persone, andare avanti a testa alta e quanto altro. Bisogna avere una testa adulta e spirito di sopravvivenza. In Italia i ragazzi sono più attaccati alle comodità di casa. Comunque andrà la mia carriera o la mia vita in generale, questa è stata per me la migliore scuola.
Chi sono i designer ai quali si sente più legata e con chi le piacerebbe lavorare in futuro? Riccardo Tisci (Givenchy) mi ha lasciato una bella emozione. Spero di avere occasione presto di poter lavorare per Chanel e Prada.
A quale delle sue colleghe si sente invece più legata e parlando dell’epoca delle supermodel degli anni 90, chi tra queste pensa l’abbia influenzata maggiormente nel suo lavoro? In giro per il mondo ho conosciuto davvero tantissime persone ma devo dire che dopo anni di viaggi ci sono tre colleghe con le quali ho condiviso anche l’appartamento, che per me sono speciali, come sorelle. Tutte sono state mie roomates per caso nei miei viaggi a NYC. Persone meravigliose così difficili da trovare: Petra Kalman, ragazza ungherese, Liene Podina da latvia e Greta Zhekova dalla Bulgaria. Quando so che siamo nella stessa città sono felice e sono per me un supporto importante. Due esempi contrastanti delle top degli anni 90 sono stati per me un buon esempio: Bianca Balti, con la sua bellezza mozzafiato ed eleganza e raffinatezza da vendere , e Mariacarla Boscono invece, piu simile a me, dalla bellezza particolare e carattere forte.
Lei ha studiato canto, pianoforte, recitazione che posto hanno adesso nella sua vita queste sue passioni? Tutte queste sono passioni che ancora adoro, purtroppo ora passano più in basso del “secondo piano”, semplicemente perché la moda occupa il 90% del mio tempo. Tutte queste sono discipline che in qualche maniera mi hanno aiutata a formarmi nel mio lavoro quando ancora non lo sapevo e torneranno sicuramente ad essere utili in questo e parte della mia vita in maniera più rilevante.
Quali sono i suoi prossimi progetti che ci può anticipare? Sto aiutando il mio ragazzo nel business della cosmesi dove ha creato un brand personale (Fedua) da circa 1 anno e che sta già dando molte soddisfazioni ad entrambi. Per non parlare della popolarità ed importanza che ha già ottenuto tanto da essere, già un brand conosciuto a livello mondiale e venduto anche all’estero e sempre “in salita”. Sono estremamente felice di questo e della fiducia che tutte le persone ci hanno dato in questo progetto e di coloro che ci hanno dato il loro aiuto.
Oggi quali sono le cose più importanti per lei? Il mio lavoro e i miei affetti. Mai dimenticarsi di prendersi cura anche di quelli.
Un’ ultima domanda… come riesce a staccare da un lavoro che pur essendo molto eccitante è spesso nevrotico, stressante e molto competitivo. Come si rilassa? In effetti la parola “staccare” mi è un pò strana, ma cerco di dedicare del tempo a me stessa – soprattutto quando sono in giro per il mondo – con lunghe passeggiate di “esplorazione” e fotografando tutto. E quando dico tutto… intendo proprio tutto. Adoro avere e conservare le mie “memories”.