Come può una donna che non segue le tendenze (e per il lavoro che fa dovrebbe forse magari tenerne ogni tanto conto… ma chi siamo noi per dirlo…), essere in ogni caso così di tendenza.. sempre e comunque?
Come può una donna nella moda – ripeto non amando le tendenze – essere così guardata, seguita, imitata, osservata al dettaglio e soprattutto molto amata?
Questa donna vi assicuro che esiste! E fugge davvero dai “trend”… tanto che tutto il suo lavoro editoriale, non conosce il limite del tempo, della stagione, il limite di quell’ occhio – anche quello più critico – che dopo un po’ si stanca.
La sua visione creativa invece va oltre e con successo. Questo è il vero talento. Ovvero quello di andare oltre le sfilate, oltre le ricerche di mercato, oltre i marketing e le strategie di vendita, oltre, oltre, oltre..
Andare oltre ma con dei paletti che sono: amore totale e piacevole ossessione-passione dalla quale lei non si discosta, che è poi il suo tratto caratterizzante e suo modus operandi, ovvero quel tocco 70, i seventies e tutto ciò che vi ruota accanto, attorno e… in parallelo.
Parlo e traduco quanto sopra nel lavoro e persona di Amelianna Loiacono, una delle stylist, fashion editor – con una carriera di 20 anni alle spalle fatta di editoriali, servizi fotografici, viaggi e ricerca.
Loiacono in tutto il suo lavoro, racchiude il concetto di non passare mai di moda … cosa vi assicuro, …. molto molto difficile … Un dono? Si … lo è…. soprattutto in un ambiente competitivo come questo. Ma lei – per tutti – resta l’Amelianna sempre e comunque.. l’Amelianna che la moda la “mastica”, interpreta, racconta, e che sa amarla, tirarle fuori l’anima. Questa settimana le mie due chiacchiere sono proprio con lei … per parlare di moda e di come questa cambia, e per parlare di set, linguaggi editoriali e di molto altro.
Amelianna lei è una delle stylist più amate, seguite, imitate per il suo stile , gusto, e “approccio” nel creare i servizi… penso per esempio alla sua passione per il vintage. Partiamo con una domanda che le avranno fatto tante volte, mi racconta come ha iniziato? Mi stavo laureando in storia dell’arte a Bologna e un’amica che seguiva un corso per fashion editor a Milano mi ha parlato per la prima volta di questo lavoro. Ho capito subito che poteva essere la mia strada, il lavoro dei miei sogni ideare dei set fotografici e girare il mondo. Così finita l’università, ho vinto una borsa di studio per una scuola di moda e dopo un anno sono entrata nella mia prima redazione come assistente stylist.
Come si crea un servizio che funziona davvero? Ovvero un editoriale che vada bene per la testata per la quale si lavora e il suo target di riferimento ma che nello stesso tempo racchiuda e faccia emergere lo stile personalissimo dello stylist ( che magari a volte può non coincidere con quello della testata ). Come si raggiunge questo equilibrio? Cerco sempre di proporre storie che mi rappresentano e che possono essere in linea con il giornale che me le commissiona. Ci sono testate con cui sono più libera ed altre invece con cui ho più vincoli. Ma in tutti questi anni ho sempre lavorato con direttori moda che mi hanno lasciato molta autonomia.
Ho letto una sua dichiarazione dove disse “I miei servizi non sono mai datati perché tendo a non usare abiti e accessori troppo modaioli.” Che cosa intendeva? Che lei non segue le tendenze della stagione? Io non seguo le tendenze. Mi piace esprimere un’idea di donna, al di la’ delle mode. Ogni stagione ci sono dei capi o accessori iconici e difficilmente li inserisco nei miei editoriali. Per questo quando vedi un mio servizio non riesci a risalire al periodo in cui è stato pubblicato. Questa è la mia forza ma anche il mio limite. Le stylist dovrebbero indicare tutto ciò che di nuovo offre il mercato…e in questo sono un po’ inadempiente.
Mi racconta il suo legame con il “vintage” e il suo straordinario archivio di abiti.. che ha raccolto negli anni? Ho iniziato ad amare il vintage sin da bambina. Andavo a casa di mia nonna Gabriella che aveva gli armadi pieni di abiti anni 40/50 e soprattutto tantissima bigiotteria colorata… per me erano tesori immensi. Passavo pomeriggi interi a giocare con i suoi vestiti. Al liceo poi ho iniziato a comprare usato nei mercatini…E da allora non ho più smesso, colleziono abiti e accessori vintage di 30 anni. Ho uno spazio dove ho creato un vero e proprio archivio. Ho una predilezione per gli Yves Saint Laurent rive gauche fine anni 70.
Donne come Jane Birkin, Catherine Deneuve o Romy Schneider sono per lei da sempre dei “fari” d’ispirazione. Pensando invece a delle donne più giovani e di oggi, chi le piace? Durante l’ultima fashion week milanese, Bottega Veneta ha fatto sfilare Gigi Hadid e Lauren Hutton insieme. E per me non c’ e’ gara…Lauren vince anche con 40 anni di differenza. Adoro poi Tilda Swinton, per la sua bellezza unica e senza tempo, e lo stile di Chloe Sevigny. Mi piacciono poi Arizona Muse e Drew Hemingway. Ma le icone del passato dettavano la moda.. quelle attuali la seguono. Jane Birkin indossava un cestino di paglia al posto della borsa e tutte le ragazze di quell’ epoca la imitavano. Adesso gli stilisti mandano la borsa che vogliono lanciare sul mercato alla celebrities di turno per pubblicizzarla. Non riesco a capire come le varie Hadid, Kendall e Kardashian possano essere considerate icone di stile.
Che cosa pensa del momento particolare che la moda sta attraversando? Penso per esempio alle sfilate unificate uomo e donna, oppure al discorso del see now buy now, alle bloggers e a come oggi una tendenza può forse essere considerata “vecchia” molto più velocemente? La moda si è democratizzata. Le grandi catene di distribuzione hanno stravolto il mercato e hanno reso la moda accessibile. Le sfilate tramite il web non sono più solo per un elite di addetti ali lavori. Questa è una grande rivoluzione e mi piace, i ritmi frenetici meno. La creatività’ dei couturier non dovrebbe avere dei vincoli e leggi di mercato così penalizzanti. Ma io non sono la persona più adatta per discutere delle grandi innovazioni del futuro…fosse per me dovremmo andare tutti in giro con i pantaloni a zampe di elefante e abiti anni 70! (Ride). Immagina quanto amo Alessandro Michele, ha sdoganato il vintage in maniera dirompente.
Lavora nella moda da molti anni. Quali sono oggi per lei le cose più importanti? Lavoro nella moda dal 97. Quest’ anno festeggio i 20 anni. Per me è importante non perdere la passione e l’entusiasmo. Sono sempre felice quando inizia una nuova stagione e devo pianificare i miei servizi, preparare i mood board e scegliere gli abiti dalle nuove collezioni che fotograferemo. Il futuro della carta stampata rimane incerto. I budget a disposizione per le produzioni sono cambiati, e questo rende piu’ difficile il mio lavoro, ma ho ancora la libertà di esprimere le mie idee.
Quali sono i suoi prossimi progetti? Sto organizzando i nuovi editoriali per la p/e 2017. Ho in programma degli shooting reportage in India e uno speciale costumi da bagno da scattare alle Maldive.. Non amo lo studio e i miei servizi sono sempre in location. Questo perchè per me e’ piu’ facile costruire una “storia” inserendola in un contesto particolare. In india avro’ a disposizione un bellissimo hotel, residenza dei Maharaja, e immaginerò lo styling di una donna in un luogo così esotico.
Un’ ultima domanda… come si rilassa? Anche se forse so già cosa mi rispondera’ ( rido) ovvero i mercatini e il cinema. Si certo, il mio tempo libero lo passo tra mercatini e cinema! Ma quello che mi rilassa veramente è prendermi cura dei miei due cagnolini trovatelli. Quando la moda non mi appassionera’ piu’ (succedera’ veramente?) andrò a vivere davanti al mare e adottero’ almeno 10 cani!!!