Quando si dice il saper “amalgamare” una formazione accademica – lei è architetto – con l’aggiunta di quelle suggestioni, ispirazioni, aspetti creativi che quasi ognuno di noi porta con sé.
Aspetti creativi che spesso magari sono decisamente più complessi, più sentiti, più emotivi, ma che attraverso il proprio precedente percorso – ripeto accademico – riescono a diventare inevitabilmente più leggeri – da non confondere con superficiali – più fluidi e più preziosi – nel suo caso proprio perché gioielli – e …. dal taglio modernamente architettonico.
E’ estremamente riservata Giuliana Mancinelli Bonafaccia.
Parole timide ma decise che raccontano il suo lavoro sui gioielli – la sua linea, il suo brand di gioielli e borse –che ha portato questa giovane donna non solo all’attenzione di WHO IS ON NEXT? il progetto di Altaroma in collaborazione con Vogue Italia del quale nel 2014, è stata finalista nella sezione accessori, ma anche sotto l’occhio di alcuni e più interessanti discorsi moda degli ultimi o più attuali momenti.
Nel 2015 infatti i suoi lavori sono stati esposti alla Triennale di Milano, in occasione della mostra, “Il nuovo vocabolario della moda italiana” dedicata ai marchi e ai creativi che negli ultimi 20 anni hanno rinnovato e recuperato il DNA culturale, tecnico e tecnologico della tradizione italiana, riscrivendolo in un linguaggio del tutto originale.
Ma non solo. Il brand è tra i “New Jewelry Favourites” di Olivia Palermo, una delle più importanti icone di stile contemporanee oltre ad essere apparso su alcune tra le più importanti testate nazionali ed internazionali.
Questa settimana le mie due chiacchiere sono proprio con la designer.
Giuliana mi tolga una curiosità. Come si declina su un gioiello quel tratto e impegnativo segno architettonico che caratterizza comunque la sua formazione accademica? L’approccio architettonico concede un’impostazione di sintesi che mi permette di riassumere e semplificare concetti più complessi, ispirazioni e suggestioni che inevitabilmente porto con me. Cerco di applicare questo mio background alla gioielleria seguendone la tecnica di approccio, unendolo ad un twist più emotivo.
Una domanda che le avranno fatto tante volte. Come dall’architettura (lei è architetto) si può spaziare fino ad abbracciare totalmente il discorso gioiello e accessori? Come nasce il suo brand? Com’è stato il suo percorso? Gli studi di architettura permettono di elaborare il prodotto secondo lo studio delle forme, sono molti gli architetti che si sono avvicinati al mondo della moda in passato e anche nel presente. Chiaramente non sono stati i miei studi sufficienti per potersi approcciare coscientemente al mondo dell’accessorio, così ho frequentato i corsi di “Colored Stones Identification”, “Colored Stones Grading and Evaluation,” “Pearl Grading and Evaluation” presso l’IGI di Anversa. Il mio brand nasce come ricerca e design in ambito alta gioielleria per arrivare successivamente alla fashion jewelry e infine alle borse gioiello.
Quali sono invece i tratti-stile che caratterizzano nello specifico i suoi gioielli ed oggi nel 2017, che cosa le donne, anche le giovanissime, le chiedono esattamente, che cosa cercano in un gioiello? Lo stile delle mie creazioni unisce il design contemporaneo alla ricerca estetica, con un occhio attento all’indossabilità di ogni collezione. Ultimamente ho una passione per i choker full metal e i mini anelli con cristalli e mini borchie oltre che per i bracciali, da sempre sono un terreno di interessante sperimentazione. Noto che questi sono anche i gioielli più ricercati da chi sceglie di indossare un mio prodotto.
E’ di poco tempo fa la bella collaborazione con Luisa Via Roma per la quale lei a creato una capsule ad hoc per la loro e-boutique. Come e perché è nato il progetto? Luisa Via Roma è da sempre attenta alla ricerca e ai giovani designer. Quando ci siamo conosciuti è stato molto facile insieme a Ivan Perini, buyer della boutique, decidere di creare una versione in esclusiva e dall’allure strong e contemporanea per la boutique. La collezione ha ricevuto notevole riscontro anche tra gli addetti ai lavori, e di questo sono molto felice.
Quali sono invece i tratti e l’ispirazione della sua collezione per l’estate 2017? Per la collezione “Route 66” è stato il panorama americano delle avventure su strada a ispirarmi. Sono panorami incredibili, solo saltuariamente puntellati da aree di sosta dalla fisionomia inconfondibile, per colori e forme. Sono da sempre affascinata dai panorami di passaggio e le loro caratteristiche si trasformano in suggestioni che riporto nel mio lavoro.
Chi sono – se ci sono – le sue icone di riferimento e che in qualche modo influenzano e ispirano il suo lavoro? Le mie icone sono quelle donne o uomini che hanno saputo trasformare o definire uno stile inconsapevolmente, seguendo solo il proprio istinto o lasciandosi trascinare dalla propria personalità.
Quali sono i suoi prossimi progetti che ci può anticipare? Ovviamente sto lavorando sulla prossima collezione, che sarà presentata tra poco a Milano e Parigi. Si parlerà di rivoluzione, di ribellione visto attraverso un approccio delicato, policromatico e di sintesi e legato ad un contesto contemporaneo.
Un’ultima domanda. Come vede oggi il sistema moda che cambia e secondo lei in quale direzione stiamo andando? La moda è un settore in continua evoluzione, costellata di fenomeni ora effimeri ora più consapevoli e duraturi. Credo ci sia bisogno di qualità del prodotto, autenticità e di tendenza alla consapevolezza personale, senza lasciarsi trasportare dai trend del momento o dalla volontà di piacere a tutti indistintamente.