Manca ormai pochissimo alla fine della competizione (verrebbe da dire finalmente visto lo scarso livello di questa edizione) e i cuochi amatoriali sono rimasti solo in 4.
Beata ignoranza
Di sicuro non sarà il sesto MasterChef italiano il giovane Michele, eleminato all’invention test con un piatto imbarazzante e immangiabile: polpo “impanato” nel placton.
Ma la puntata comincia con uno sfoggio di opere liriche così come di grandissima ignoranza: che su 6 persone nessuna abbia saputo rispondere alla domanda “chi è Giuseppe Verdi”? oppure che chiedendo chi fosse il “Giacomo” della Turandot ci si senta rispondere prima Vespucci e poi Leopardi non fa affatto ridere – come è successo in puntata – fa piuttosto piangere.
Ma meglio non pensarci e cantarci su.
Cracco, Cannavacciuolo, Bastianich e Barbieri si esibiscono in un numero di canto e danza degno di un palcoscenico accompagnati dalle arie più famose della Carmen, del Barbiere di Siviglia, de La Traviata…
Ogni aria o opera celebre è stata abbinata a un piatto: “Amami Alfredo” al risotto alla Giuseppe Verdi, un risotto classico ma con asparagi verdi, filetti di pomodoro, funghi, prosciutto e panna; “Flauto magico” di Mozart, alle palle di Mozart; “Nessun Dorma” all’anguilla in ginocchioni (tranci di anguilla rosolati con aglio, prezzemolo, peperoncino, salvia, sfumati con vino bianco e cotti con pomodoro) e così via.
La prova è facile, gli ingredienti sono scritti la ricetta anche e il “filetto alla Rossini” di Margherita supera la prova.
“Famolo strano”
Si passa all’Invention Test, con la scelta tra tre ingredienti davvero rari e inusuali:
– le pale del fico d’India
– il fitoplancton marino
– i limoni di mare.
Margherita ha scelto il fitoplancton e Cristina lo sfrutta a sua vantaggio creando delle, pare, buonissime tagliatelle al profumo di mare mentre Michele va nel pallone più totale (chiama il suo piatto “Polpo 25” gli viene chiesto perché e la sua risposta è “mi piace il numero 25” … no comment, anche da parte dei giudici) e abbandona il grembiule di MasterChef.
Nessuno mi può giudicare?
L’Esterna della decima puntata è nel bellissimo Palazzo dell’arte a Milano, sede della Triennale, cuore pulsante dell’arte contemporanea e del design.
La creatività è al centro della prova, che consiste nel creare una piccola opera d’arte culinaria da sottoporre al giudizio di due giovanissimi ma già rinomati critici gastronomici: Lorenzo Sandano, critico del Gambero Rosso (25 anni!), e Paolo Vizzari, che scrive per la guida dell’Espresso (26 anni!). Entrambi sono considerati i palati più attendibili del momento, con una grande esperienza sulle cucine di tendenza.
Un ingrediente base a ciascun concorrente e 3 suggestioni in immagini, date proprio dai critici, per stimolare la creatività e complicare un po’ i giochi. Ci voleva!
Cristina presenta un filetto di sgombro marinato e uno in olio cottura, lisca fritta accompagnata da maionese alla soia, brodo di sgombro e granita all’arancia.
Valerio ha cucinato legumi croccanti polverizzati al cacao, gnocchi di ceci gelificati, sfera di parmigiano e aria di sciso.
Gloria presenta cinque variazioni di carne Chianina accompagnate da salse, julienne di carciofi e granita di melograno.
Margherita porta un rollè di faraona con stomaco glassato, zampe laccate, chips di pelle e granita all’ananas.
Il piatto migliore è ancora quello di Cristina.
Lunch Box stellata
Per decidere chi sta dentro e chi va fuori biosgna realizzare una Lunch Box appetitosa per ogni giudice. Pasta, pesce, polpette, vellutata, contorni…niente di complicato ma evidentemente sì dato che nessun fa davvero un bel lavoro e i meno peggio sono Margehrita e Valerio.
Gloria va al duello finale con Loredana che ha la peggio e dice addio ai 100 mila euro.
Pronti per la semifinale a quattro?! Chi vincerà? Stay tuned