Flow arte contemporanea italiana e cinese in dialogo è un progetto che comincia con la mostra che apre al pubblico sabato 25 marzo e prosegue con i pensieri e le domande che suscita accostando opere, voci e pensieri di artisti italiani e cinesi, spingendoci a trovare differenze, minimi comuni denominatori e sensi in un caos creativo dall’energia contagiosa.
Il punto è proprio il dialogo fra tutti gli elementi in gioco: gli artisti scelgono i mezzi più diversi e, a volte, bizzarri per esprimersi trasformando anche colorati liquidi antigelo o aquiloni in oggetti da vedere, per poi pensare. Ogni spettatore porta la sua storia e le sue idee: se dico “porcellana” tu a cosa pensi? Tante domande e nessuna risposta giusta, ma solo il gusto di creare un dialogo, scoprendo che interessa proprio tutti, a tutte le latitudini.
Del resto, il primo di questi confronti è con il monumento che ospita Flow: la Basilica di Vicenza che, per cominciare, non è una chiesa ma un edificio civile, nato per ospitare nel ‘500 gli incontri delle magistrature cittadine, con una pianta rettangolare, un campanile e un tetto a carena che ricorda lo scafo di una nave rovesciata. Un prodigio di architettura immaginato e realizzato dal Palladio, che ha dato forma a tutta la città e l’ha resa un gioiello da ammirare col naso all’insù e l’occhio sgranato e che, a noi stranieri, fa l’effetto di qualcuno che ha giocato con il “sembra ma non è” perché anche lo splendido Teatro Olimpico è decisamente un teatro alternativo e dalla bellezza indimenticabile.
Flow presenta 24 artisti e 28 opere selezionati fra Italia e Cina dai curatori Maria Yvonne Pugliese e Peng Feng. Tutto fa arte: performance live, ceramica, plexiglas, neon, lana, passando per carta e tela e arrivando alle tecnologie digitali e a composti di uso comune completamente rivisitati, come liquidi antigelo e profilati in alluminio.
Ogni materia diventa forza viva nelle mani e nella mente di ciascun artista. Ogni opera è accompagnata da un video autoprodotto dall’artista stesso che spiega direttamente a ogni spettatore perché ha scelto quella tecnica e quell’opera. Sul tema del dialogo si potrà assistere anche al video di FlowTalk, un incontro fra i filosofi Marcello Ghilardi e Riccardo Caldura che racconteranno cosa significa “dialogo” per chi nasce in Oriente o in Occidente.
Fra i tanti appuntamenti in programma, domenica 26 marzo alle ore 18 ci sarà la performance “Concerto a Perdifiato” dell’artista Giovanni Morbin, originario di Valdagno (VI), che prevede una orchestra decisamente sui generis, senza un direttore e non composta da musicisti ma da 21 volontari che suoneranno un unico, inedito, strumento. Lo strumento a perdifiato che Morbin ha immaginato è un canale circolare d’ottone in cui il suono viaggia dalla bocca all’orecchio del performer e amplifica quello che quotidianamente facciamo senza pensarci: dialogare con noi stessi.