E’ un vero “fiume” di parole, chiacchiere, racconti e passione, Luciano Chiarello.
Appena rientrato da Parigi, tra shooting, passerelle, advertising e molto altro, il make-up artist, tra i più richiesti in circolazione, parla davvero a raffica, di un mondo – del suo mondo – dove colori, ombretti, rossetti, mascara, tocchi gold o… metallici, smokey eyes e molto molto altro, ruotano attorno a shooting e top model, editoriali e passerelle, tendenze e suggerimenti in un continuo “making of beauty” ovvero “creazione di bellezza”: bellezza quale unicità, bellezza quale personalità, bellezza come essenza intrinseca, vera essenza di sé stessi e mai non autentica.
Da Vogue nelle sue diverse edizioni (Spagna, Italia, Messico, ecc) a Marie Claire Usa. Dalle Celebrities alle Social women internazionali, dalle campagne adv alle pedane delle settimane della moda e molto altro, Chiarello racconta in questa lunga intervista, un settore e percorso – il suo percorso – dove abiti e make up sono complementari tra loro per il messaggio di immagine, forza, tendenza, moda, glamour, che sta poi in prima linea visiva per chi lo guarda … ovvero il pubblico, clientela e target delle grandi maison internazionali.
Dai suoi inizi, alla creatività – quella spiccata creatività fin da bambino – ai primi incontri e “maestri”… e molto altro. Ho incontrato Luciano Chiarello questa settimana per Focus On.
Sei appena arrivato da Parigi, che “aria” si è respirata durante queste sfilate appena concluse? Sono appena rientrato è vero, e l’aria che si respira è decisamente di cambiamento. Tanti nomi importanti “girano” tra le maison sostituendo questo e quell’altro e i nomi storici lasciano le case di moda. Per quanto mi riguarda l’aria era fredda e piovosa (ride) come quasi tutte le fashion week parigine, ma la città ti regala davvero sempre qualcosa di magico. La gente a tutte le ore, è presente e viva nelle strade, seduta a mangiare o bere un bicchiere di vino ai piccolissimi tavoli dei ristoranti, tra le vie del centro e sulle metropolitane…insomma Parigi con tutto quello che vi è accaduto si rialza sempre in piedi – più forte di prima – e non lascia spazio alla paura e a testa alta va avanti. Per quanto riguarda il mio campo, sulle passerelle ci sono stati tanti make-up puliti o quasi senza nulla, ed altri invece che hanno ripreso ad utilizzare tavolozze di colori tra ombretti e rossetti, come ad esempio Valentino che ha deciso di evidenziare con tonalità diverse di rosso, bocca e occhi, Maison Margiela con i suoi soliti make-up by Pat McGrath coloratissimi, creativi e un po’ crazy, smokey eyes neri con tocchi metallici e bocche con un touch di oro al centro per Balmain. Chanel torna nel passato con un make-up dallo stile retro’, da Chloé le donne indossano un sexy cat eyes, Christian Dior le mantiene pulite ma con un aspetto sano dato anche da capelli folti e un pò lavorati con un twist molto francese. Dries Van Noten sfoggia un casting di super top model sulle quali non c’è bisogno di tanto makeup, sono già stupende acqua e sapone, da Giambattista Valli le labbra si accendono di un rosso ciliegia lucido, Louis Vuitton presenta delle donne con un velo di makeup e un leggero tono caldo sulle guance per scaldare l’incarnato e donare un effetto sano. Quindi direi un ritorno, ancora un po’ timido, del makeup e comunque di una donna che non vuole vedersi stanca quindi osa con una bocca rossa o uno smokey eyes e anche al naturale, l’aspetto deve essere vivo, curato, fresco e comodo da indossare senza dover perdere tanto tempo davanti allo specchio. Ultima cosa che mi ha fatto molto piacere vedere sia a Parigi che a Milano, tanti nomi nuovi come Key make-up artist sulle sfilate, finalmente un pò di spazio a menti e idee nuove e speriamo piano piano si arrivi anche a dare spazio ai giovani!
Torniamo a noi Luciano. Come diventa piano piano un make-up artist – che oggi vive tra Milano e Parigi – un bambino (tu) innamorato “in toto” fin da piccolissimo della creatività? Mi racconti qual è stato il tuo percorso e come si è poi sviluppato negli anni? Esattamente sin da piccolo ciò che mi caratterizzava era la creatività. I miei genitori erano molto contenti perché non chiedevo spesso giocattoli, me li costruivo solo con quello che trovavo oppure creavo finti spettacoli, teatrini, non nascondo di aver giocato anche con le Barbie di mia sorella; le vestivo cucendo abitini con le mie mani e le acconciavo. Poi nei vari anni di scuola erano molto evidenti le mie doti artistiche tanto che alle scuole medie mi fecero dirigere i lavori per la realizzazione di trompe l’oeil in tre classi diverse e tutto il corridoio del nostro piano. Alla fine dei tre anni al momento di decidere l’indirizzo da scegliere, ho fatto tanti di quei pianti per andare al liceo artistico e non allo scientifico, come volevano i miei genitori e ci sono riuscito. Frequentai il Boccioni e da li ho iniziato a seguire il mio percorso di crescita nel campo artistico. Facevamo disegno dal vero, scultura, disegno tecnico ecc, ed ero felicissimo di poter “sfogare” la mia vena creativa, giocare con i colori, le sfumature, scolpire la creta e tanto altro. Durante il corso dei 5 anni, il mio attuale migliore amico Danilo ha iniziato ad usare il make-up un po’ su di lui (anche se negava sempre) e un po’ sulle nostre compagne. Io mi mettevo lì a guardare e mi affascinava come con dei piccoli gesti, potesse cambiare, migliorare, enfatizzare dei lineamenti, i colori degli occhi, dell’incarnato, delle labbra, tutto era quasi magico e io non sapevo nulla riguardo al trucco. Quindi ogni volta che faceva questo “rituale” io rimanevo incantato e mi avvicinavo sempre più a quella che poi avrei scoperto essere una vera passione. Arrivato alla fine del liceo nulla mi era chiaro su cosa fare, l’artista sarebbe stata una strada faticosa da percorrere, e fare il ragazzo universitario non mi ci vedevo e allora cercando tra varie soluzioni mi sono detto perché non provare con il make-up che alla fine mi piaceva anche se non sapevo nulla a riguardo. Quindi cercai subito un corso e trovai la BCM di Milano dove mi iscrissi. Ricordo che il giorno prima di iniziare feci il tragitto casa/scuola per calcolare le tempistiche e quando arrivai la segretaria mi disse: ” guarda che il primo giorno è domani “. Comunque iniziai questa avventura che mi eccitava molto, soprattutto quando iniziai ad avere tutti i materiali nuovi (cosa che ho anche adesso, forse quasi in maniera compulsiva, quando faccio acquisti per il mio lavoro!). La mia prima insegnante, ora una mia carissima amica, ci fece fare una semplice sfumatura di due colori sulla mano… e quando toccò a me mostrare il risultato mi disse: ” eh…qui ci sarà da lavorare!” Praticamente fu un disastro! Alla fine la stessa insegnante che mi aveva detto che ci sarebbe stato da lavorare, mi mandò a metà anno su un set come assistenza. Incosciente ma con tanta fiducia nei miei confronti (ancora oggi la ringrazio), da li iniziò la mia carriera. Li conobbi una truccatrice che in quel periodo aveva tantissimi lavori tra spot pubblicitari, video musicali, corto e lungometraggi e mi prese con sè a lavorare. Iniziai a fare tantissime esperienze professionali, in più la scuola mi passava stage con ” la scuola del cinema”, l’istituto Italiano di fotografia”, la Marangoni… stavo diventando un make-up artist e mi stavo creando le mie prime “connessioni” con i fotografi e gli stylist. Poi arrivò il contatto con il gruppo Wella e la grandissima collaborazione di tre anni al Festival del Cinema di Venezia. Successivamente conobbi un ragazzo, anche lui ora un mio carissimo amico, Franco che mi prese come suo assistente. Lui è un parrucchiere e così iniziai a portare avanti sia trucco che capelli. Con lui conobbi anche la sua agenzia di Milano la Freelancer ed ebbi la fortuna di fare assistenza per sfilate e set con diversi make-up artist italiani come Alessandra Casoni e Adalberto p. e l’incredibile artista del makeup francese Topolino. Ho seguito anche Roberto Pagnini (hairstylist), erano diventati tutti la mia nuova famiglia, mi stavano formando e facendo scoprire il mestiere del “truccatore”. Entrai così nel mondo della moda…in quel periodo e con loro era tutto fantastico, tutto nuovo, da imparare, le top model, gli stilisti, i backstage…ero totalmente affascinato. Mi resi conto che in questo settore potevo esprimere la mia creatività con il make-up, conoscere persone, viaggiare, fare ogni giorno esperienze diverse e soprattutto divertirmi lavorando. Dopo qualche anno ATOMO MANAGEMENT mi contattò e mi chiese di rappresentarmi… fu un grande onore! Accettai subito e iniziò così la mia collaborazione con loro, che tutt’ora sono la mia agenzia! Oggi sono 12 anni che faccio questo mestiere, ringrazio tutte le mie insegnanti che mi hanno trasmesso e insegnato la passione per questo lavoro, l’umiltà, l’arte dell’arrangiarsi e tante altre cose, ringrazio tutte le persone che ho incontrato sino ad oggi e in particolar modo voglio ringraziare il fotografo Alvaro Beamud Cortes – mio carissimo amico – che mi ha permesso di crescere con lui e insieme fare le nostre prime copertine di Vogue. Ho così tante persone da ringraziare che spero non si offendano se non le menziono in questa intervista, ma loro lo sanno che gli sono debitore e li ringrazierò per sempre.
Quali sono i tratti e il filo conduttore – parlando di make up – che caratterizzano tutto il tuo lavoro, il tuo stile personale, e che pensi siano proprio gli elementi principali che fanno sì che i clienti si affidino proprio a te? Sin dall’inizio ho sempre guardato tantissimo i magazines di moda, osservato il lavoro dei grandi make-up artist e guardato durante le assistenze, cosa potevo prendere e fare mio. Ovviamente all’inizio sperimentavo un po’ tutto perché il make-up ti permette di giocare con tante “cose” diverse, creare personaggi differenti, rendere ancora più bella una persona, correggere dei difetti e cancellare cicatrici che non sono solo quelle visibili ma anche quelle dentro le persone che hanno avuto sfortune nella vita. Poi ho sempre detto che questo lavoro mi da anche la possibilità di divertirmi, e arrivato ad oggi posso dire, che ciò che mi caratterizza come stile e che mi piace fare è rendere belle le persone, anche solo con un dettaglio, un consiglio, un sorriso, non sono molto per il make-up che pur strano, non gioca con i volumi del volto, con i chiaro scuri o che non abbia un senso sul viso della modella o di chi sto truccando. Mi piace provare sempre tecniche diverse con materiali diversi, faccio tanta ricerca ovunque, immagini, foto di make-up, libri d’arte, d’architettura, grafica, sulla natura, le persone e la strada. Mi piace creare la base perfetta, quindi perdo tanto tempo sulla preparazione e realizzazione della pelle, ho una mania per le sopracciglia, un’adorazione per la precisione delle bocche rosse, le sfumature dei colori e il “mischiare” nuances diverse mi caratterizza molto e spesso mischio tantissimi colori per fare uno smokey eyes. Credo che ciò che fa si che i clienti mi chiamino è penso, il mio lavoro, la mia professionalità, la velocità nel realizzare un make-up, la precisione e il fatto che tutto si può fare, non c’è bisogno di stressarsi, di essere nervosi, impazienti. Con gli anni ho poi raggiunto anche una sicurezza nel dire e guidare i clienti su ciò che secondo me è meglio fare, anche sbagliando e ammettendo, cercando subito una soluzione. Un’altra cosa che mi fa un immenso piacere è il fatto, molto spesso, di riuscire a interpretare i desideri delle mie clienti, centrando sempre il make-up più adatto. Facendo un sunto direi che questo sono io: realizzare bei make-up e regalare un sorriso divertendomi con il mio lavoro.
Sia che si tratti di un editoriale o di uno show, il vostro lavoro è sempre caratterizzato dall’essere strettamente parte di un team. Detto questo, come si riesce a trovare quel giusto equilibrio tra il proprio stile personale, quello del designer, del fotografo o dello stylist, spesso diversi tra loro, senza che ognuno rinunci a quel suo plus che caratterizza e che rende unico il suo talento? Qual è il segreto perché il tutto si possa amalgamare al meglio con un risultato che funzioni? Il lavoro del team per me è molto importante e assolutamente necessario. Ho bisogno di pareri, negativi o positivi, di confronti per far sì che la mia testa si accenda e inizi a creare. Molto spesso capita sul set fotografico o su un fitting per una sfilata, che debba aver a che fare con più persone e a me piace ascoltare il parere di tutti e da li cercare una soluzione che metta d’accordo, mantenendo sempre il mio stile. Non impongo mai le mie idee e credo sia importante non farlo per la riuscita del lavoro. Ascolto molto il designer, lo stylist , il fotografo o il cliente e da li cerco sempre la strada giusta da prendere, capita a volte di non trovarla e a quel punto vai dove vogliono loro. Generalmente accade sul commerciale dove il cliente ha un’immagine definita della sua donna ed è difficile far si che cambino idea però il mio lavoro è anche quello di capire il loro stile e la loro immagine e interpretarla a modo mio. Sull’editoriale invece hai la possibilità di confrontarti con le varie figure del set e insieme a loro creare il look più adatto alla storia che si vuole raccontare mettendoci dentro la tua idea. Ho sempre fatto delle critiche un modo per migliorarmi e dei complimenti un modo per fare ancora meglio la volta dopo. Il rapporto con le persone è di primaria importanza, odio l’arroganza, il menefreghismo, la superiorità, l’ignoranza e la maleducazione quando manca qualcuno di questi generalmente tendo ad evitare il lavoro. Il divertirmi sul set anche con le persone che lavorano con me è importantissimo, capita spesso di dover condividere giornate lunghissime, viaggi e stanze di Hotel e sarebbe un massacro e i giorni sarebbero infiniti se non ci fosse un’atmosfera serena e rilassata. In particolare sulle sfilate quando sei a capo di un team e tutta la pressione è sulle tue spalle è importantissimo far si che i tuoi collaboratori possano lavorare al meglio e bisogna fidarsi e affidarsi a loro che, ricordiamoci , sono tutti professionisti come me. Quindi mi piace metterli nelle condizioni ottimali per lavorare bene e se anche si ride e si scherza un po…va benissimo! Io generalmente ballo sui set perché non resisto alla musica, è la mia linfa vitale e faccio molta fatica a superare le giornate quando non c’è. Direi, per concludere, quello che cerco sempre di creare è un bel mood, un clima rilassato con i miei assistenti o con le varie persone sul set in generale perché altrimenti mi annoierebbe molto il mio lavoro e non riuscirei a portare a casa un risultato.
Parlando invece di trends make up per la prossima stagione, in quale direzione stiamo andando? Veniamo da un lungo periodo dove nella moda il trucco è scomparso, in tantissime sfilate e editoriali le donne sono senza makeup; invece sui social e per le strade il makeup è presente e sempre di più. Abbiamo conosciuto e imparato tantissime tecniche “nuove” come il counturing o lo strobbing che in realtà già esistevano da tempo e c’è stato il momento delle sopracciglia alla Cara Delevingne e ora il mito delle varie Kendall Jenner, Bella e Gigi Hadid. La direzione che si è vista anche in queste ultime sfilate è che la gente, in questo periodo storico, non vuole vedere volti tristi, struccati ma vuole un’immagine alla quale ispirarsi, sana, gioiosa, cool, con un bel make-up ecc. Non si è mai abbandonata la femminilità di una bocca rossa o comunque di labbra evidenziate, le pelli sono fresche un pò lucide o con dei punti luce, non più mat con cipria a più non posso, ora si punta alla realtà della pelle e all’essere cool anche solamente con un pò di mascara o degli smokey eyes senza farsi la base. Si gioca con i glitter che creano makeup luccicanti su occhi o bocca, le tavolozze dei colori sono diverse,per gli occhi colori accesi come il blu, il verde acido,il rosso o tocchi d’oro e argento. Per le labbra toni colorati, effetti mat ma anche lucidi. Quindi direi non esserci una tendenza vera e propria se non quella di tornare ad esprimersi con il make- up. Penso, infatti, sia il momento dove il make-up rispecchia il tuo stato d’animo, le donne e le ragazzine seguono i tutorial o le mode dettate da questi che non sempre, sono il massimo dell’eleganza, ma ad essere sincero, preferisco una donna che osa ma è sicura di se e cammina tra la gente senza paura dei commenti o dei giudizi… anche se qualcuna la “sistemerei” girando per la città! Sono un perfezionista, per questo!
Oggi, nel 2017, come pensi sia cambiato – se lo è – il rapporto delle donne con il make up? Non credo che questo sia cambiato. Le donne hanno sempre usato il make-up e ancora oggi lo usano per gli stessi motivi del passato: essere belle, lo usano anche per timidezza, per coprire i difetti e per tanti altri motivi. Anzi credo che oggi ci sia quasi una morbosità nell’utilizzo del make-up e a volte si esagera andando oltre il dovuto, quando invece basterebbe un piccolo “tocco” o il prodotto giusto messo nel modo corretto. Oggi poi ci sono tantissimi brand che offrono una vastissima scelta di prodotti con una discreta proporzione qualità prezzo e che sono alla portata di tutte le donne. Con i Tutorial si impara per esempio a truccarsi e a come farlo al meglio insegnando tecniche, mostrando i marchi usati e tutte le possibilità di trovare il prodotto più adatto a te, e a come realizzare i look della star di Hollywood e tanto altro.. ed è così che anche molte ragazzine vi si avvicinano. Credo che oggi, nel 2017, ciò che è cambiato e devo dire che un po’ mi spaventa, è questo bisogno di apparire, i social ti creano una dipendenza totale nel farti i selfie, nel postare quello che fai, dove sei, con chi sei, con il bisogno di essere sempre perfetta con tutte queste applicazioni per ritoccare le foto. Poi la chirurgia estetica sta trasformando e rovinando tante donne già belle, con sederi esagerati, labbra che non sembrano più tali, seni enormi e vari trattamenti tutti con un unico scopo…la perfezione. Credo il make-up sia già una gran soluzione per le donne che vogliono vedersi apposto, vogliono colpire, sedurre, sentirsi belle e sicure della propria immagine, non c’è bisogno di esagerare trasformando i lineamenti del viso o del corpo o mettersi quintali di fondotinta che a lungo andare potrebbero rovinare la pelle. Quindi per rispondere alla domanda, il rapporto delle donne con il make-up, questo non è cambiato ma stanno cambiando le esigenze, i materiali, i canali sui quali una donna può guardare come farsi un trucco che prima vedeva solo sulle riviste. Ed infine ci sono anche dei nuovi canoni di bellezza che non sempre rispecchiano il gusto e l’eleganza ma che hanno comunque una forte influenza sulle ragazze che vogliono giocare e divertirsi con il trucco.
Quali sono i tuoi prossimi progetti che ci puoi anticipare? Sicuramente continuare ad imparare e fare sempre più esperienze così da poterle poi trasmettere ai giovani truccatori. Voglio investire molto più tempo su Parigi in modo da fare conoscenze nuove con fotografi e stylist, migliorare la mia immagine e sperimentare cose nuove e poi perché no, provare anche nuove esperienze in altre città come Londra o New York. Diciamo che ho sempre vissuto la giornata e non ho mai pensato al futuro, gioco al meglio le mie carte day by day e poi (ride) che sarà, serà!