La settimana della moda di Parigi è finita, ed è toccato alla Signora della moda italiana Miuccia Prada mettere il punto ad un mese di sfilate, da New York a Parigi, non proprio nuove, non proprio di moda, non proprio attualissime.
Dopo la riflessione sulla seduzione e sul perché siamo ancora qui oggi con Prada, ecco che scatta l’ora delle domande su cosa sia il glamour oggi. Miuccia domanda, e la sua moda risponde.
Per il prossimo inverno, la collezione è volutamente esagerata, allegra, pazza, glamour ma alla sua maniera. Così in passerella arrivano delle sconosciute, e non le solite top model, vestite di pensiero, di modernità e di moda, ed ecco che arrivano in scena una carrellata di pellicce vere e false mischiate tra loro, mantelli ampi dai colli a stola, martingale esagerate, mohair soffici, una gamma di colori altamente vitaminici ma teneri, il rosa cipria anche tempestato di cristalli per la sera e intensi mandarino, verde menta, azzurri, giallo limone e lilla, rosa lampone. Tanta maglieria confortevole e stampata, gonne a ruota anche in tessuti corposi, collier esagerati di cristalli dal collo in giù come collarette, abiti da cocktail nei colori delle caramelle.
In testa cappelloni di visone a righe bianche e arancio da majorette, ma anche cerchietti preziosi e tintinnanti a sfiorar la fronte.
Ovvio è che tutto è guidato, spinto, dal gusto della provocazione e col senso dell’estetica del brutto, che diventa iperbole della bellezza, tipici di Miss Prada. Ma non è questo il punto perché a vederla di sfuggita, a prima vista questa nuova MiuMiu potrebbe sembrare uno sfottò, una presa in giro infinitamente snob e cinica della moda sexy e glamour, dello stereotipo della donna avvenente e stupida.
Ma in realtà è tutt’altro, completamente. “Il glamour oggi è abbastanza via di testa, non è più tradizionale, tutto è molto esagerato – dice Miuccia Prada – o forse magari sono io che la penso così! Domani è l’8 marzo e io dico come quell’attivista americana che ho sentito in tv: ma siamo ancora qui? Bisognerà cominciare a pensare parecchio, questo è il mio consiglio alle donne. E anche gli intellettuali e le èlite di pensiero: devono smettere di essere troppo sofisticati e chiusi nelle loro torri“.