Non c’è sempre bisogno del sangue per terrorizzare. E non sempre i film “Horror” sono più spaventosi di certi thriller psicologici. Sono infatti proprio quelli i film che disturbano e spaventano di più. Film legati al tema della follia. Senza bisogno di mostri o zombie da sconfiggere. Siamo noi stessi, con i nostri demoni, gli unici protagonisti.
10 – Piano Piano Dolce Carlotta (1964)
Basato sul romanzo di Henry Farrell, Piano Piano Dolce Carlotta è l’inquietante pellicola diretta nel 1964 da Robert Aldrich che ha come straordinaria protagonista una dei mostri sacri di Hollywood, Betta Davis. Il suo personaggio, Carlotta, non supererà mai il trauma della morte dell’amato John. Da tutti è considerata schizofrenica, poiché ancora chiama nella notte il defunto John, ascoltando un carillon. Vittima di allucinazioni e macabre trovate dei parenti interessati alla sua villa, arriverà ad uccidere. Per poi essere portata, in stato confusionale, al manicomio.
9 – Spider (2002)
David Cronemberg è uno dei maestri dell’horror ed in particolare è considerato tra i pionieri di un genere indicato come body horror, che esplora il terrore dell’uomo di fronte alla mutazione del corpo ed alla infezione e contaminazione della carne. Ma c’è un film in cui a prevalere è solo l’aspetto psicologico, ovvero Spider, pellicola del 2002 con Ralph Fiennes nei panni di un uomo con una mente disturbata. Come vere e proprie ragnatele (Spider, ovvero ragno), i suoi deliri lo porteranno a rielaborare un lutto del passato. Ambientato nella periferia Est di Londra tra il 1960 e il 1980, questo film vi sconvolgerà.
8 – Shutter Island (2010)
Basato sul romanzo L’Isola Della Paura di Dennis Lehane, Shutter Island è il film più terrificante di un altro genio, Martin Scorsese. Il regista dirige qui uno straordinario (come sempre del resto quando lavora con lui) Leonardo DiCaprio, interprete di un personaggio schizofrenico, che ha cancellato il suo passato (e le terribili azioni che aveva compiuto), credendo di essere un’altra persona. Alla fine, quando avrà capito ciò che ha fatto, simulerà la sua psicosi per essere condotto alla torre ed essere lobotomizzato. Un finale forte come una fucilata.
7 – Chi è l’Altro? (1972)
Un altro film su un personaggio che soffre di dissociazione è Chi è l’Altro, thriller-horror diretto da Robert Mulligan nel 1972. Anche a distanza di oltre quarant’anni, la pellicola mantiene intatto il suo lato più inquietante, rappresentato dal piccolo protagonista, un ragazzino che continua a parlare con il gemello morto. Gli dà la colpa di tutto, anche dei folli gesti che arriva a compiere. Da brividi.
6 – Repulsion (1965)
Si tratta del primo film in lingua inglese di Roman Polanski che nel 1965 dirige una sensuale ed agghiacciante Catherine Deneuve. L’attrice francese è Carol, una giovane manicure che vive a Londra che soffre di depressione. È completamente dissociata, ha continue allucinazioni ed istinti omicidi. Alla fine, attraverso uno zoom su una fotografia, la vediamo da bambina, con la famiglia. Si capisce che fin da piccola soffriva di una patologia mentale: il suo volto e i suoi occhi non lasciano spazio ad altre interpretazioni.
5- L’Inquilino del Terzo Piano (1976)
Ancora Polanski, questa volta sia dietro che davanti alla macchina da presa. Trelkowski, il suo personaggio, è un modesto impiegato polacco che arriva in un appartamento a Parigi dove una ragazza ha da poco tentato il suicidio gettandosi dalla finestra. In un infinito gioco di specchi, raccapricciante, Trelkowski sarà come posseduto da una maledizione che invade l’appartamento. Vedrà se stesso al suo stesso capezzale.
4 – Babadook (2014)
Tra gli horror psicologici più belli degli ultimi anni, c’è sicuramente il Babadook di Jennifer Kent. È la storia di Amelia (una superba Essie Davis) e di suo figlio Samuel, entrambi tormentati da uno spirito maligno, Mr. Babadook. Quest’ultimo non è nient’altro che l’inconscio stesso di Amelia, il suo senso di colpa che la perseguita e che le provoca allucinazioni terribili e voglia di uccidere. Alla fine Amelia riuscirà a convivere con il suo lato oscuro, rinchiuso in cantina.
3 – Il Cigno Nero (2010)
Premiata con l’Oscar per questa prova, Natalie Portman è l’indimenticabile ballerina protagonista de Il Cigno Nero di Darren Aronofsky. Anche in questo caso possiamo parlare di sdoppiamento: la parte cattiva di Nina (il lato nero, appunto) si impossessa di lei, come un demone. Scena emblematica è quella dove si trova davanti allo specchio: la vediamo ferirsi la spalla con un ghigno malefico. Un riflesso diverso dalla realtà, spaventoso e profondamente disturbante.
2 – Psyco (1960)
Non poteva mancare il celeberrimo capolavoro di Alfred Hitchcock che, dopo La Donna Che Visse Due Volte (che aveva il tema del doppio) e prima di Marnie (altro thriller psicologico), traspose per il grande schermo Psyco, l’omonimo romanzo del 1959 di Robert Bloch, basato sulle vicende reali di Ed Gein. Norman Bates (Anthony Perkins) è un uomo che ha continui sdoppiamenti di personalità e che non ha mai risolto né il complesso di Edipo, né la morte della madre. Eternamente spaventoso (la scena della doccia è diventata cult e la colonna sonora è monumentale), Psyco è soprattutto il cameralook finale del protagonista in carcere, ormai rinchiuso e scoperto, che parla con la voce della madre.
1 – Images (1972)
Un altro maestro, Robert Altman, nel 1972 diresse un film sperimentale: Images. Al centro della storia c’è Chatryn (Susannah York), una donna che soffre di turbe mentali e di dissociazione. Fortissimo e inquietante è il tema del doppio. Soprattutto quando la vediamo mentre osserva se stessa, da lontano, in cima ad una montagna, dove vive isolata mentre il marito è spesso assente. La donna è assalita dai suoi fantasmi, che la guidano verso la follia ed al tragico finale. Capolavoro, dimenticato, ma potentissimo.