Cos’è il Baby Blues
Non è un nuovo movimento musicale bensì una patologia minore che affligge le nuove mamme. Il Baby Blues è una reazione negativa al parto. Caratterizzata da una profonda e immotivata sensazione di malinconia, tristezza, irritabilità ed inquietudine. Raggiunge il picco 3-4 giorni dopo il parto, ma fortunatamente tende a svanire nel giro di pochi giorni, nella maggior parte dei casi sparisce entro 10-15 giorni dal parto. Questo disturbo non è confondersi con la depressione post-partum che il Ministero della Salute non esita a definire “un problema di salute pubblica di notevole importanza, se si considerano la sofferenza soggettiva della donna e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione del suo funzionamento personale, sociale e lavorativo”.
Il cambiamento ormonale dopo il parto
Sarebbero proprio fisiologiche le cause del Baby Blues: il brusco cambiamento ormonale -che consta nel crollo di estrogeni e progesterone- insieme alla spossatezza fisica e mentale del travaglio. Spesso le neo-mamme provano vergogna a confessare questa sensazione ma il consiglio degli psicologi è proprio l’opposto. Sfogarsi contribuisce a liberarsi di questa patologia transitoria, e a liberarsi dal senso di vergogna. La percentuale di donne colpite dal Baby Blues è molto alta: dal 50 all’80 per cento delle partorienti, di queste una su cinque sviluppa la depressione post-partum, altro motivo oer cui è importante non tenersi tutto dentro.
Sentirsi infelici o depresse non è una colpa
In Ticino l’Associazione Nascere Bene Ticino ha messo a disposizione la piattaforma “Tutto parla di voi” dove si possono condividere esperienze tra mamme senza vergognarsi. La piattaforma è dedicata a un tema che troppo spesso rimane ancora nascosto dietro le apparenze di una maternità che deve essere felice. Per forza.
Maternità in discussione
E’ un momento storico in cui la maternità è parecchio in discussione. O meglio la non maternità o addirittura il pentimento della maternità. Di questo argomento parla appunto la sociologa Orna Donath. Nel suo libro “Pentirsi di essere madri”, presentato quest’anno al Salone del Libro di Milano, la sociologa riferisce 23 testimonianze di donne che se potessero alla maternità direbbero NO.