Sfila al Gran Palais di Parigi la nuova collezione Cruise di Chanel 2018 e tra dee greche e sogni impossibili, questo è quello che ho visto io.
A guardare la sfilata Cruise di Chanel 2018, a leggere l’ispirazone e a vedere la location mi sono posto una domanda: ma la moda, oggi, si rifà al classico o al classicismo? I termini, se considerati separatamente, potrebbero alludere a emisferi differenti, uno che rappresenta il punto di fuga della moda contemporanea, almeno stando alle sfilate del momento, l’altro un esempio di evoluzione per tornare, ce ne sarebbe davvero bisogno, a riscoprire l’origine della bellezza e, con essa, della cultura. Aggiungendo, però, il prefisso “neo” tutto si avvicina drasticamente.
Il nuovo passerebbe attraverso il neoclassico o svilupperebbe il neoclassicismo.
Pendiamo ad esempio il caso Gucci, che avrebbe voluto (invano!) l’Acropoli di Atene come location per la sfilata cruise. Sarà una nuova tendenza? Secondo Karl Lagerfeld si, dal momento che ha battezzato la Cruise 2017/18 “La modernité de l’antiquité”.
E se, con un gioco di parole, s’immaginasse “L’antiquité de la modernité”? Non è detto che sarebbe poi così male!
Ma quale legame aveva mademoiselle Coco con l’antica Grecia, lei che amava così notoriamente Costantinopoli?
Non si dimentichi che nel 1922 creò i costumi per “Antigone”, la pièce teatrale di Jean Cocteau, che ora si rinnovano, fin troppo letteralmente, tra le rovine dell’Ellade ricostruita all’interno del Grand Palais.
Dopo aver riportato al Ritz di Parigi la collezione Métiers d’Art, questa volta, a rientrare in città è la Croisière, l’ultima delle quali aveva sfilato a Cuba, e con essa gli ormai noiosi riferimenti al repertorio Chanel: in passerella, silhouette fluide, dee in carne ed ossa della bellezza reale.
Vesti bianche, long dress leggeri come l’aria o scanditi da pieghe che ricordano le scanalature delle colonne delfiche dei templi, pezzi di swimwear vintage. Il tutto accompagnato da una cascata di accessori dorati: collari, cerchietti, bracciali, occhiali da sole bordati da foglie d’oro fino ai sandali alla schiava, con plateau dal design dorico.
La collezione, è un sogno ad occhi aperti per moderne Afroditi, diranno tutti, ma a gurardarla bene è evidente che di sogni in passerella non se ne vedono più, seppur l’allestimento va al di là di ogni pensiero. Ma tornando al punto del discorso: classico o classicismo, dunque?
Nel dubbio, l’ormai stagionato Karl Lagerfeld preferisce non farsi mancare niente: saranno queste le coordinate che disegneranno la curva del futuro di una moda che si esprime per concetti macroscopici e si rivolge a un consumatore sempre più incline alla rassicurazione che alla trasformazione. Che palle!