Che poi traguardo, di fatto era l’arrivo “in vetta” alla capanna degli Alpini dopo quasi due ore di arrampicata tra rocce, rami, sentieri a bordo strada (strada? Magari sentiero forse… ), gente che mi scavalcava mentre cercavo di non perdere l’equilibrio e di preservare le ginocchia da botte e sbucciature.
Il tutto dopo 5 tornanti in salita al buio con una torcia frontale allacciata alla coda di capelli fradici di sudore e ben 33 kilometri di strada con partenza dal centro di Monza.
Ricordo come fosse ieri la fatica, lo scoraggiamento e quasi le lacrime all’idea di non potermi muovere da quelle rocce, sicuro non scendere e tornare a casa. Unica soluzione era quella di continuare la salita al buio seguendo quella cordata di gente tutta in fila che aveva avuto la mia stessa (brillante) idea.
E’ passato un anno e benché la sofferenza sia ancora ben chiara nella mia memoria, ho deciso di replicare, rifare la Monza Resegone per cancellare i brutti ricordi, la fatica e per andare oltre, supera i miei limiti e le mie paure, rifarla con altre amiche con uno spirito diverso, lo spirito di chi l’ha già fatto e che ora conosce perfettamente quello a cui sta andando incontro.
Monza-Resegone. Una maratona anomala, una avventura, ma questa volta alla capanna ci arrivo col sorriso
Così sabato io Simonetta e Vanessa aka #gallineinfugateam, ci siamo cimentate nella prova finale di salita, la mattina col sole e con la luce che ha schiarito ombre e paure e mi ha dato una nuova consapevolezza e percezione. Io che soffro di vertigini e di paura del vuoto, io che ho il terrore di scarafaggi e insetti, e li ne ero circondata, io che piuttosto che fare piani di scale mi avvento alla ricerca di un ascensore salvo poi spararmi due ore di step in palestra, io che la Monza Resegone mai più.
Sabato sono arrivata in cima non senza fatica, non senza imprecare e credo anche di avere baciato il muro della capanna degli Alpini, in un momento di sconforto seduta per terra a bere acqua e sali minerali che Simonetta aveva portato per me credo anche di avere pensato di ritirarmi e di trovare una sostituta al mio equipaggio, ma poi un passo dietro l’altro con la falcata di chi corre maratone e non sa seguire un sentiero nemmeno se a segnalarlo ci sono delle frecce di vernice rossa grosse così, alla capanna ci sono arrivata.
E così….
Il 17 giugno andrà in scena la 57^ edizione della Monza-Resegone, la storica manifestazione podistica brianzola organizzata dalla Società Alpinisti Monzesi. Una gara unica nel suo genere, amatissima dai corridori del territorio e non solo.
Quest’anno saranno 813 i partecipanti, con una percentuale molto alta di donne. Saranno 271 le squadre che si presenteranno alla partenza, che avrà luogo nella splendida cornice della piazza dell’Arengario a partire dalle ore 21. Ben 16 squadre femminili, 15 miste composte da due donne e un uomo, 69 terne con due uomini e una donna e 171 team tutti al maschile, per un totale di 813 atleti.
Il percorso che i runner dovranno affrontare è di 42 Km con oltre 1.000 metri di dislivello. Un tragitto estenuante, ma capace però di regalare emozioni indimenticabili. L’arrivo sarà allestito presso il Rifugio Capanna Monza, ai piedi della “cresta” del Resegone. I primi dovrebbero concludere la gara nelle prime ore di domenica 18 giugno.
Io, vanessa e Simonetta saremo tra loro e questa cosa mi riempie di orgoglio… Perché “io la Monza Resegone mai più” mi è servito da carburante e da stimolo per rifarla e arrivare in cima al Resegone con lo spirito di chi “io la Monza Resegone anche il prossimo anno!”.
La Monza-Resegone è una gara podistica a passo libero, notturna ed a squadre, organizzata dalla Società AlpinistiMonzesi
La gara si svolge in concomitanza con la Sagra di San Giovanni (solitamente il sabato antecedente al 24 giugno), così denominata in onore del patrono della città di Monza, San Giovanni Battista appunto. L’attenzione per questa competizione è notevole nei cittadini monzesi, ma anche nei cittadini delle città e dei paesi della Brianza attraversati dagli atleti.
Le squadre sono composte da tre atleti. Fino al 1998, la competizione era esclusivamente maschile, ma da quella data possono partecipare anche squadre miste ed è stato creato un trofeo anche per le squadre esclusivamente femminili.
La gara ha un percorso di 42 km e si svolge con qualsiasi condizione meteorologica. La gara è a tempo e risulta vincitrice la squadra che la percorre nel minor tempo in assoluto; il tempo viene calcolato sul terzo e ultimo concorrente di ciascuna squadra.
Possono iscriversi e partecipare tutti gli atleti di ogni età, purché maggiorenni. Il più giovane atleta che abbia mai partecipato aveva un’età di 18 anni e tre mesi (edizione 1983), mentre il più anziano ne contava 71. Lungo il percorso sono istituiti dei “cancelli orari” da cui le squadre devono transitare compatte entro limiti prestabiliti di tempo e sono presenti diversi punti ristoro.
La corsa inizia da Monza (162 m s.l.m.), dall’Arengario nel centro della città, per proseguire in via Vittorio Emanuele e via Lecco, raggiungendo i comuni di Villasanta, Arcore, Usmate Velate, Carnate, Osnago, Cernusco Lombardone, Merate, Calco, Airuno, Olginate e, attraversato il fiume Adda, Calolziocorte. Quindi prosegue lungo i tornanti per Rossino ed Erve ove termina la strada. Da qui si prosegue lungo il ripidissimo sentiero denominato in dialetto brianzolo “Pra di ratt” giungendo alla bocchetta del “forcellino”; poi il sentiero attenua il dislivello e gli atleti raggiungono in pochi minuti il traguardo, la Capanna Alpinisti Monzesi (1.220 m s.l.m.) sul Resegone. Lungo il suo percorso attraversa le due province di Monza e Brianza e di Lecco.